Il libro di oggi è Artemis. La prima città sulla luna di Andy Weir.
“Jazz Bashara è una criminale. O qualcosa di molto simile. La vita su Artemis – la prima città costruita sulla Luna – può essere davvero difficile a meno di non essere molto ricchi. Ma Jazz non ha un sostanzioso conto in banca e si deve barcamenare tra piccole truffe e affari di contrabbando. Visto che con il suo stipendio ufficiale riesce a malapena a pagare l’affitto.
Per di più, ha dei progetti ambiziosi e per realizzarli le serve del denaro. Un bel po’ di denaro. Così, quando le si presenta l’opportunità di mettere a segno un grosso colpo. Che le consentirebbe di sistemarsi una volta per tutte, Jazz, nonostante gli evidenti rischi, decide di non tirarsi indietro.
La ricompensa è una cifra da capogiro, ma l’impresa si rivela più pericolosa del previsto e lei si ritrova invischiata in una spirale di intrighi e cospirazioni letali.
E a quel punto la sua unica possibilità di salvezza sarà rischiare il tutto per tutto. Ben sapendo che in gioco non ci sono solo i suoi sogni di riscatto, ma il destino stesso di Artemis…”
Il libro
Avete appena letto la sinossi di Artemis. La prima città sulla luna, il secondo e più recente romanzo di Andy Weir. Edito da Newton Compton (16 novembre 2017) l’autore di ‘The Martian’ ci propone un singolare thriller ambientato nel futuro. Il libro, di 382 pagine nell’edizione cartacea, esplora una Luna relativamente vicina nello spazio, ma ancora piuttosto lontana nel tempo attraverso le esperienze della giovane Jasmine (Jazz) Bashara.
Eroina dei nostri giorni o apprendista criminale?
Andy Weir
Nato nel 1972 a Davis in California ed appassionato di fantascienza comincia a scrivere a circa vent’anni. Il mondo della letteratura lo immatricola attraverso il racconto breve ‘The Egg. L’uovo”.
(Il testo del racconto in italiano è disponibile sul sito ‘galactanet.com’)
Ma è il suo romanzo d’esordio ‘L’uomo di Marte’ (The Martian) a renderlo famoso: (prima nel 2011 attraverso l’ebook autopubblicato e poi nel 2014 attraverso l’edizione cartacea, portata nelle librerie da Crown Publishing.
Tradotto in varie lingue arriva in Italia per conto di Newton Compton Editori lo stesso anno (2014) nella traduzione di Tullio Dobner.
Nel 2015 The Martian diventa un film col titolo, in italiano, di ‘Sopravvissuto – The Martian’ per la regia di Ridley Scott e l’interpretazione di Matt Damon. Riceverà premi e nomination ed un successo di critica e pubblico straordinario (91% di gradimento per entrambi secondo Rotten Tomatoes).
Jasmine Bashara detta Jazz
E’ la protagonista di Artemis. Si presenta da sola, tratteggiandosi qua e là, nelle prime pagine del libro.
“Caro Kelvin Otieno, il mio nome è Jasmine Bashara, ma tutti mi chiamano Jazz. […] Vivo ad Artemis.” […]
“Non sono bianca. Sono araba. La mia pelle è marrone chiaro. Soltanto la metà delle persone qui è bianca. La mia mamma vive sulla Terra da qualche parte. Se n’è andata quando ero piccola. Non me la ricordo.”
Vi presento Artemis
Dal capitolo 1: “Non esistono strade ad Artemis, soltanto corridoi. Costa un patrimonio costruire sulla Luna, pertanto non si sprecano soldi in infrastrutture inutili. C’è chi possiede una golf car elettrica o uno scooter, ma i corridoi sono principalmente pensati per i pedoni. Tanto la gravità lunare è un sesto di quella terrestre, perciò non si fa molta fatica a camminare.
Più le aree sono degradate, e più i corridoi sono stretti. Si potrebbe dire che quelli di Conrad Down sono claustrofobici. Ci si passa soltanto schiacciandosi contro il muro. Percorsi i corridoi verso il centro di Down 15. Non c’erano ascensori liberi, quindi salii le scale tre gradini alla volta.
Le trombe delle scale, composte da scalini alti ventun centimetri, sono esattamente identiche a quelle sulla Terra. Fanno sentire i turisti più a loro agio. Nelle aree non turistiche i gradini raggiungono anche il mezzo metro d’altezza. La gravità lunare aiuta. Comunque, feci i gradini di corsa fino a ritrovarmi in superficie.”
L’occasione di una vita
Dal capitolo 2: “Irina aprì la porta con un’espressione scocciata, come se avessi sputato sulla sua cena. Come suo solito, non mi avrebbe permesso di entrare senza dichiarare il motivo per cui ero lì. «Salve, sono Jazz Bashara», dissi. «Ci siamo incontrate almeno un centinaio di volte. Sono stata chiamata da Trond».
Mi accompagnò fino all’ingresso della sala da pranzo. C’era nell’aria un delizioso odore di cibo. Immaginai che si trattasse di carne, forse roast beef. Una rara prelibatezza quando la mucca più vicina si trova a 400.000 chilometri di distanza.
Sbirciai nella stanza e vidi Trond, con indosso la sua solita vestaglia, sorseggiare del liquore da un bicchiere. Stava chiacchierando con una persona seduta all’altro capo del tavolo, ma dalla mia posizione non la vedevo bene. Accanto a lui c’era sua figlia Lene, che lo fissava adorante. La maggior parte delle sedicenni detesta i genitori.”
Accoglienza incerta
Dopo il successo del primo libro, il secondo, Artemis, genera aspettative enormi. La notorietà acquisita da Weir con ‘The Martian’ è nel mirino di molti critici.
Ho letto molti articoli al riguardo sul web. C’è chi si dedica a fare le pulci alla caratterizzazione di Jazz nel libro. Chi sottolinea le pecche del linguaggio attribuito al personaggio.
C’è chi critica il fatto che anche questa volta tutta la storia ruoti intorno al solo personaggio delle ragazza, mentre avrebbe preferito un romanzo più corale, ed altro ancora. Ma ci sono anche molti entusiasti.
Ho trovato invece molto equilibrata e condivisibile l’opinione del critico Nicholas Tuffnell, che sul sito ‘cnet.com’ dichiara a conclusione di una attenta analisi del romanzo:
“La prosa di Weir è chiara ed esatta, e sa creare nel suo romanzo emozione ed entusiasmo. È uno scrittore fondamentalmente preciso, che rende le 300 pagine un gioco da ragazzi, ma forse lascia i lettori che apprezzano le metafore estese o le volute del pensiero un po’ insoddisfatti. Questa non è grande letteratura, ma non sta cercando neppure di esserlo.”
La traduzione e il ‘peccato veniale’
Non sarebbe corretto non segnalare un reale elemento negativo presente nella versione italiana di Artemis. In 14 occasioni all’interno del libro viene indicato il ‘silicone’ come elemento chimico utilizzato per la produzione del vetro.
Per esempio: “La fabbrica produce vetro combinando il silicone con l’ossigeno… […] ecc.
Non ho potuto leggere il testo in inglese ma temo che l’autore abbia in realtà utilizzato il termine ‘silicon’ (silicio, in italiano) piuttosto che il termine ‘silicone’ (silicone, anche in italiano). Traduzione frettolosa?
E’ indiscutibile che ‘silicone’ non ci sta. Mentre ci starebbe, e molto meglio, ‘silicio’ sotto forma di silice (SiO2, biossido di silicio). Errore di traduzione ma, in fondo, consideriamolo un peccato veniale. Posso assicurarvi che la storia mantiene il suo pregio.
La mia opinione
Artemis è un bel romanzo di fantascienza. Il personaggio di Jazz non può che risultare un simpatico delinquente. La storia è originale. Le novità e i momenti di suspense non mancano. Mi è piaciuto così! Potete leggerlo e divertirvi.
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