“Erano le cinque di una mattina invernale in Siria. Alla stazione di Aleppo sostava il treno definito dagli orari ferroviari con il nome altisonante di Taurus Express. Era composto da un vagone ristorante, un vagone letto e due vagoni ordinari.
Accanto al predellino del vagone letto un giovane tenente francese conversava con un ometto imbacuccato fino alle orecchie, del quale si vedevano soltanto la punta del naso e le due estremità dei baffi arricciati all’insù.
Faceva un freddo glaciale, e il compito di accompagnare alla stazione un distinto viaggiatore straniero non era certo da invidiare, ma il tenente Dubosc faceva virilmente la sua parte. Dalle sue labbra uscivano con eleganza frasi francesi ben tornite. Non che avesse la minima idea dell’intera faccenda. C’erano state voci, naturalmente, come sempre in casi del genere. L’umore del generale, del suo generale, si era fatto sempre più nero. E poi era arrivato questo belga: fin dall’Inghilterra, a quanto pareva.”
Era l’estate del 1933 quando sul settimanale statunitense ‘The Saturday Evening Post’ vengono pubblicate queste righe di un romanzo giallo della scrittrice britannica Agatha Christie dal titolo ‘Murder on the Orient Express’. Era la prima puntata di una storia, a cui ne seguiranno molte altre. E che diventerà un unico libro nell’anno successivo.
Il 30 novembre 2017 esce in Italia l’ultimo adattamento cinematografico del libro ‘Assassinio sull’Orient Express’. Questa volta per la regia di Kenneth Branagh, che interpreta anche il personaggio principale: l’investigatore belga Hercule Poirot.
La storia
Il romanzo rappresenta uno dei romanzi più famosi della Christie, e la originalità della storia conquisterà letteralmente i lettori di ogni parte del mondo. Finchè il regista statunitense Sidney Lumet nel 1974 decise di trasformarlo in un film che ebbe un primo grande successo di pubblico. Poi se occupò ripetutamente la televisione ed oggi l’ Assassinio sull’Orient Express di Kenneth Branagh riporta in auge il misterioso delitto sul treno.
Devo ammettere che mi sono recato in sala il 30 novembre senza aver letto il romanzo né visto il film del 1974 (che fa parte della mia collezione di DVD ma di cui avevo rimandato più volte la visione). Quindi ho assistito allo spettacolo privo di condizionamenti. Con me in, sala, mia figlia e mia nipote: in sintesi un microscopico campionario di tre generazioni di spettatori.
Per presentare la storia, nella versione di Branagh, ho attinto alla schematica descrizione fornita dalla Fox sul sito ufficiale del film. Ecco cosa ci dice:
“Quello che inizia come un giro in treno sontuoso attraverso l’Europa si trasforma rapidamente in uno dei misteri più imprevedibili ed elettrizzanti mai raccontati. “Assassinio sull’Orient Express” racconta la storia di tredici estranei bloccati su un treno, dove tutti sono sospettati di omicidio. Un uomo deve correre contro il tempo per risolvere il puzzle prima che l’assassino colpisca ancora.”
Il mio approccio
Tenterò di raccontarvi le mie impressioni sul film, e della storia che racconta. Ma, pur scusandomi in anticipo per la mia pignoleria innata, confesso che nei giorni successivi alla visione del film, ho deciso di anteporre alla recensione del film, che mi è piaciuto, i seguenti passi. Ho finalmente guardato il film del 1974 e poi divorato il romanzo originale della Christie edito da Mondadori nella traduzione di Lidia Zazo (la più fedele al testo dell’autrice.)
E quindi voglio dirvi qualcosa su tutti e tre i racconti.
Assassinio sull’Orient Express (Branagh)
Branagh affronta il remake del film dando enfasi alla sua consueta visione teatrale dei personaggi. Come già il suo predecessore punta su un cast di tutto rispetto per impersonare i tredici protagonisti essenziali per lo svolgimento della storia. I più famosi: Penelope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Michelle Pfeiffer. E, dulcis in fundo, lo stesso Branagh nel ruolo di Hercule Poirot.
Il film di Branagh è sontuoso. L’esperienza del regista inglese spazia tra la puntigliosità dei dettagli e la maestosità dei paesaggi attraverso i quali si muove il treno. E su questo scenario teatrale amplificato fino all’inverosimile dai potenti mezzi della cinematografia contemporanea, l’arguto Poirot tenta di districare l’intricata matassa che nasconde verità e menzogne.
La sceneggiatura di Michael Green (Alien Covenant, Blade Runner 2049), attinge al romanzo della Christie con una certa disinvoltura, conferendo una propria originalità alla storia (inizio e ambientazione finale) ed al personaggio dell’ispettore Poirot.
“L’ometto si tolse il cappello. Aveva la testa a forma di uovo. Malgrado le sue preoccupazioni, Mary Debenham sorrise. Era un ometto ridicolo. Il tipo di ometto che non si sarebbe mai potuto prendere sul serio.”
Non possiamo certo riconoscere nell’ ometto della citata descrizione della Christie il baffuto detective incarnato dall’imponente Kenneth Branagh.
L’attore e regista attribuisce una certa importanza a questa sua caratterizzazione legata ai baffi nel film. Dichiara di aver dedicato circa nove mesi alla loro messa a punto, cambiandone ripetutamente forma e dimensione. Ed infine la scelta si è consolidata sulla soluzione che ormai conosciamo. Onorando il meglio possibile la seguente espressione di Agatha Christie “I più magnifici baffi d’Inghilterra.” in opposizione ai baffetti che in altre interpretazioni hanno spesso messo in ridicolo il piccolo Poirot.
Il film di S. Lumet ed il romanzo
Ho visto Assassinio sull’Orient Express nel film del 1974 e mi è piaciuto molto. L’approccio del regista, in questo caso, è stato meno rivoluzionario rispetto al romanzo benché non manchino le libertà nella sceneggiatura.
Anche in questo caso il regista scelse un cast di ottimo livello, composto da molti attori famosi: Sean Connery, Anthony Perkins, Richard Widmark, Vanessa Redgrave, Lauren Bacall, Michael York, Jacqueline Bisset ed altri. E soprattutto Ingrid Bergman. Il Poirot di allora aveva il volto di Albert Finney che rispecchiava meglio di altri l’aspetto fisico del protagonista del romanzo.
Si dice che per convincere attori così famosi ad accettare un ruolo nel film, Sidney Lumet abbia dovuto convincere Sean Connery ad accettare il suo ruolo prima di tutti gli altri. E così il contratto siglato dal notissimo interprete del primo James Bond produsse poi la reazione a catena che il regista desiderava.
La stessa scrittrice presenziò alla prima del film e dichiarò di essere completamente soddisfatta dell’adattamento cinematografico del suo romanzo. Anche il detective interpretato da Albert Finney risultò corrispondente al suo Poirot (con l’unica eccezione dei baffi, di cui fu poco soddisfatta.)
La scrittrice, dopo questa ultima apparizione in pubblico, moriva poco più di un anno dopo (gennaio 1976) all’età di 85 anni.
Ed infine il romanzo: un classico dove Poirot, maestro di psicologia investigativa sorprende ed affascina il lettore!
Andatevi a vedere Assassinio sull’Orient Express. Penso che vi piacerà. Ma se volete avere qualche spunto su come scrivere di delitti, inchiodando il lettore fino all’ultima pagina, A. Christie non vi deluderà.
Per chi desidera approfondire od acquistare
- Il trailer di Assassinio sull’Orient Express (2017 – regia di Kenneth Branagh):
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- Il Dvd di Enrico V (1989 – il capolavoro ‘storico’ di Kenneth Branagh):[amazon_link asins=’B00JNFEI9W’ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’7ef6c4c1-eb28-11e7-a316-ff71b1048375′]
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Un’avventura oltre i confini dell’Impero. un unico obiettivo: sopravvivere. Di Andrea Frediani, un autore da oltre un milione di copie Missione impossibile.
“Fu proprio grazie a quel centurione che l’intera faccenda di Longino divenne nota.” Cassio Dione, Storia Romana, LXVIII, 12, 31
Ennio dice
Ho peccato perchè, all’epoca, ho visto il film del 1974, successivamente acquistato nelle versioni VHS, DVD e Blu Ray. Mi spiace contraddirla, ma il film uscito nel 2017 non possiede il fascino del precedente. Ho dichiarato di conoscere già la storia, certamente un handicap, ma il film di Branagh non può permettersi di essere all’altezza del cast “galattico” (stellare mi sembra insufficiente) del film di Lumet. Inoltre non si può cambiare un personaggio il cui carattere è determinato anche dall’aspetto, fisicamente fragile, che lo rende estremamente simpatico. Hercule Poirot è un piccoletto con TONTE SCELLULE GRISGIE. (Sarebbe come far diventare fortunato Paperino!)
Paolo Canuto dice
Caro Ennio. Il suo commento, piuttosto condivisibile, non mi contraddice nè mi dispiace. Effettivamente il Poirot di Branagh è molto forzato. Se devo fare una classifica il primo posto spetta al romanzo, poi viene il film del 1974, e poi quello recente. Ma in ogni caso anche il film del 2017, fatte salve le forzature del personaggio e altri aspetti relativi alla sceneggiatura, ritengo sia un film che può essere visto con piacere. Grazie in ogni caso per le sue opinioni. Cordiali saluti.