“Rachael?” Con la pistola in mano Deckard avanza con circospezione nella stanza semibuia. Sotto un lenzuolo è nascosto il corpo dormiente della bella replicante di cui l’agente è innamorato. Poco tempo prima, la replicante e l’umano, si sono amati.
Lui le scopre il viso… lei si risveglia, si gira e vede il volto di lui sopra il suo.
Lui: “Mi ami?
Lei: “Ti amo!”
Lui: “Ti fidi di me?”
Lei: “Mi fido di te!”
Poco dopo si separano mentre un piccolo origami sul pavimento, che riproduce un unicorno, ci insinua un dubbio sull’identità di Deckard. Le ultime parole che sentiamo perché risuonano nella mente dell’uomo, sono quelle del collega Gaff e che si riferiscono a Rachael, appena uscita:
“Peccato però che lei non vivrà!… sempre che questo sia vivere…!” ed appaiono i titoli di coda.
Blade Runner il film del 1982 diretto da Ridley Scott, ed ambientato nel 2019, termina così. Lasciando lo spettatore con un interrogativo senza risposta.
Blade Runner 2049: il sequel
Blade Runner 2049 parte da qui. Ma a grande distanza. Perché tra l’ultima sequenza appena accennata e la prima del nuovo film diretto da Denis Villeneuve c’è un intervallo ideale di 30 anni.
Per la trama mi appoggio alla descrizione fornita dal sito ‘www.mymovies.it’ che mi è sembrata fra le più efficaci nel riassumere il film.
“L’agente K è un blade runner della polizia di Los Angeles, nell’anno 2049. Sono passati trent’anni da quando Deckard faceva il suo lavoro. I replicanti della Tyrell sono stati messi fuori legge, ma poi è arrivato Niander Wallace e ha convinto il mondo con nuovi “lavori in pelle”: perfetti, senza limiti di longevità e soprattutto obbedienti.
K è sulle tracce di un vecchio Nexus quando scopre qualcosa che potrebbe cambiare tutte le conoscenze finora acquisite sui replicanti, e dunque cambiare il mondo. Per esserne certo, però, dovrà andare fino in fondo. Come in ogni noir che si rispetti dovrà, ad un certo punto, consegnare pistola e distintivo e fare i conti da solo con il proprio passato.”
L’idea del sequel
Dopo il successo del primo Blade Runner il regista Ridley Scott cura ben sette versioni del film (tra la prima definita ‘Workprint Version’ del 1982 e l’ultima ‘The final cut’ del 2007) alla ricerca della formulazione ideale della propria opera.
Pur tuttavia lo stesso R. Scott comincia ben presto a considerare anche l’ipotesi di un sequel della storia lasciata ‘in sospeso’.
I primi progetti di un nuovo film, dal titolo provvisorio di ‘Metropolis’, risalgono al 2008. Fra alti e bassi, ipotesi e contro ipotesi, alternative di sceneggiature, registi ed interpreti arriviamo ad alcuni punti fermi solo fra il 2015 ed il 2016.
Alcon Entertainment, Scott Free Production ed un terzo partner produrranno il nuovo film che sarà un vero e proprio sequel di quello del 1982.
Il film sarà ambientato trent’anni dopo rispetto al primo Blade Runner. Harrison Ford è nuovamente fra i protagonisti. La regia viene affidata al canadese Denis Villeneuve e la sceneggiatura ad Hampton Fancher (già nel precedente film) e ad allo stesso Ridley Scott che partecipa alla produzione.
Ryan Gosling entra nel cast.
Si parte!
Nel febbraio 2016 la Warner Bros. annuncia che il film uscirà nelle sale nel gennaio del 2018. Le riprese finalmente prendono il via: è il 19 settembre del 2016. Termineranno il 25 Novembre dello stesso anno.
Da questo momento si mette in moto l’enorme macchina della post produzione. Il film viene distribuito nelle sale cinematografiche USA il 6 ottobre 2017, mentre in quelle italiane è già in sala fin dal giorno precedente, il 5 ottobre 2017.
Anticipando ampiamente le previsioni della Warner che ne cura la distribuzione.
Il mio approccio al film
Devo ammettere di essermi avvicinato alla visione di Blade Runner 2049 con un minimo di preparazione. La prima tappa è stata quella di rivedere con attenzione il primo Blade Runner, attraverso la versione in DVD ‘The final cut’ (l’ultima) nella distribuzione della Warner.
La seconda tappa è stata quella di documentarmi sul contenuto del romanzo di fantascienza a cui i due film dichiarano essersi ispirati.
Si tratta del libro di Philip K. Dick ‘Il cacciatore di androidi’, disponibile in italiano anche in versione digitale sotto il suo terzo titolo ‘Ma gli androidi sognano pecore elettriche?’ pubblicato nel 2012 da Fanucci Editore.
Ed ho potuto scoprire che il termine ‘ispirazione’ è assolutamente appropriato in quanto gli elementi comuni fra romanzo ed il primo Blade Runner sono realmente pochi. E che Blade Runner 2049 è praticamente una creazione a sé stante, pur essendo una naturale e legittima evoluzione del pensiero creativo che ha prodotto le tre storie. Quella del libro, quella del primo film ed adesso quella del suo sequel.
Il messaggio degli autori
Al film Blade Runner 2049 si è attribuita l’appartenenza a diversi generi cinematografici. Wikipedia lo classifica come noir, avventura, fantascienza e thriller.
Io, dopo la visione di entrambi i Blade Runner (quello del 1982 e quello del 2017), riconosco la presenza di tutte queste identità ma sono propenso ad attribuirgliene anche un’altra: quella sentimentale. Blade Runner come film d’amore, come inno alla vita.
Forse per mia propensione naturale ho voluto cogliere all’interno della tetraggine, anche visiva delle due opere cinematografiche, la luce che emanano i momenti conclusivi delle due metà della storia.
Perché a mio parere Ridley Scott, la vera identità ispiratrice dei due film, ha cercato di proporci una storia in due puntate – separate da un intervallo di tre decenni – ma con un’imprevedibile speranza di lieto fine.
Per questo Blade Runner 2049 mi è piaciuto molto. Anche più del primo Blade Runner. Ma non mi sorprende che questa sia stata la mia conclusione.
Il primo film si chiude con una domanda che lascia aperta una speranza. Il secondo conferma almeno in parte la prima speranza e ne dischiude una ancora più solida e positiva.
Ed entrambe sono legate a una parola che incontriamo all’inizio di Blade Runner 2049. Una parola sola, interpretabile in più modi, e pronunciata dal brutale Sapper Morton nella fattoria dove si scontra con l’agente K. La parola è ‘miracolo’ che io voglio interpretare come ‘miracolo dell’amore’ e della sua meravigliosa conseguenza che è il ‘miracolo della vita’.
Io nel film ho creduto di leggere anche questo messaggio ed è un messaggio che mi sento di condividere.
Il cast, la scenografia e tutto il resto
Harrison Ford era una scelta obbligata, e non mi ha deluso. Ryan Gosling ormai è un attore perfetto in qualsiasi ruolo e lo dimostra ampiamente anche in questo film. La cubana Hana de Armas (Joi) è stata per me una piacevole rivelazione. Ma devo riconoscere che l’intero cast è di ottimo livello.
Eccellenti le scenografie apocalittiche ed impressionanti gli effetti speciali, in particolare nella sequenza sentimentale fra l’agente K e la sua compagna virtuale Joi.
Bravissimi Denis Villeneuve e l’intramontabile Ridley Scott!
Aspetto l’uscita del film su supporto digitale (febbraio 2018) per rivedere le parti del film che mi sono piaciute di più.
Per chi desidera approfondire od acquistare
1. Il trailer di Blade Runner 2049 (regia Denis Villeneuve):
2. Il Dvd di Blade Runner (regia Ridley Scott 1982 – versione The Final Cut del 2007):[amazon_link asins=’B0041KW0WQ’ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’182f53ec-b9a0-11e7-b33b-7d331ccf5ac1′]
3. Il Dvd di Alien Covenant (per gli amanti della fantascienza di Ridley Scott):[amazon_link asins=’B071RXSZMV’ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’25bae245-b9a0-11e7-85bb-5f556044616b’]
4. Il Dvd di Prisoners (Uno splendido thriller a firma Denis Villeneuve):[amazon_link asins=’B00HDCNHOO’ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’31ed4b1d-b9a0-11e7-aa1a-bd63a6e6fe9a’]
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