Il 15 Ottobre 2016 il 48enne regista statunitense James Gray, con il suo ultimo lavoro Civiltà perduta (The Lost City of Z ), chiude la 54a edizione del New York Film Festival.
Il 22 Giugno 2017, la versione italiana del titolo entra nelle sale del nostro paese di 19 regioni (praticamente tutte!). James Gray ha firmato, prima di oggi, i film Little Odessa (1994), The Yards (2000), I padroni della notte (2007), Two lovers (2008) e C’era una volta a New York( 2013). Opere di genere diverso ma che diventano quasi tutti film di grande successo per critica e pubblico.
Fedele ai miei propositi, ed attento alle opere che si propongono come pellicole di qualità, il 22 Giugno giorno dell’uscita ad Arezzo – la mia città di adozione – sono seduto in sala con la speranza che i 140 minuti di visione non deludano le mie aspettative.
Prima di presentarmi al cinema avevo cercato di conoscere a fondo il contenuto del nuovo lavoro cinematografico distribuito dalla Eagle, attraverso le presentazioni proposte dai siti web specializzati in cinema.
Come spesso succede le valutazioni sono talvolta discordanti, e quindi finisco per decidere in base ai miei gusti ed all’istinto. A convincermi questa volta non sono stati tanto i punteggi quanto la descrizione del ‘fatto’ riportata da Ciack, la rivista di cinema di cui, da anni, non riesco più fare a meno.
Il ‘fatto’, in Civiltà Perduta
“Nel 1925 il leggendario esploratore britannico Percy Fawcett si avventura in Amazzonia alla ricerca di un’antica civiltà, lo splendido regno di El Dorado, con lo scopo di fare una delle scoperte più importanti della storia. Dopo aver catturato l’attenzione di milioni di persone in tutto il mondo con i suoi viaggi precedenti, compiuti per tracciare le mappe dei territori fra Brasile e Bolivia, Fawcett s’imbarca insieme al figlio, determinato a provare che quest’antica civiltà, da lui rinominata Z, esiste. Ma la spedizione scompare nel nulla.”
Documentandomi ulteriormente apprendo che la sceneggiatura di cui lo stesso James Gray è l’autore, è l’interpretazione cinematografica di un volume dello scrittore americano David Grann dal titolo “Z. La città perduta” (“The Lost City of Z”) (2010). E la notizia più entusiasmante nella recensione del libro è di poche righe: “Nessuna (spedizione) però è stata raccontata come questa di David Grann, giornalista pantofolaio, che decide di partire per l’Amazzonia per ripercorre le tracce dell’ultimo, grande, esploratore vittoriano”.
Per chi, come il sottoscritto, è cresciuto fra volumi come Civiltà sepolte. Il romanzo dell’archeologia. di C. W. Ceram (1949), o il successivo Civiltà al sole (1957), la possibilità di visionare il nuovo film è apparsa come un vero e proprio invito a nozze.
Poi ho visto il trailer e le poche immagini della giungla amazzonica che propone, hanno fatto il resto. E così il 22 giugno sono fra il pubblico in sala comodamente seduto in poltrona, per vedermi il film.
Gli interpreti
Dopo una prima ipotesi di affidare il ruolo dell’esploratore a Brad Pitt, e poi a Benedict Cumberbatch la scelta cade sul britannico Charlie Hunnam. Pitt rimane comunque fra i produttori del film. Nel cast Sienna Miller nel ruolo della moglie Nina e Robert Pattinson che interpreta il caporale Henry Costin. In una fugace apparizione anche Franco Nero che ritroviamo nella giungla amazzonica nella veste del Barone De Gondoriz, il produttore di gomma naturale protagonista di uno degli incontri dell’esploratore.
Per un film di questo genere un peso dominante è legato alla fotografia. Per questo delicato compito il regista James Gray si avvale della collaborazione dell’iraniano naturalizzato francese Darius Khondji, autentico maestro della fotografia per il cinema. Sue le immagini di film importanti come Seven (1995) ed Evita (1996) per il quale fu candidato all’Oscar.
A questo proposito va segnalato che le sequenze nella foresta amazzonica (Mato Grosso) prendono ispirazione dagli scatti originali dello stesso Fawcett durante le sue spedizioni. La giungla descritta dalle immagini ha come location la Colombia in prossimità del Rio Don Diego.
Le mie impressioni
Gli episodi della vita di Percy Fawcett raccontati dal film coprono un periodo molto ampio della vita dell’esploratore. Anche l’espansione delle classiche due ore ai 140 minuti in cui viene racchiuso il film, risulta quindi insufficiente a contenere in modo adeguato una vita talmente complessa ed avventurosa.
Ne consegue la necessità di trovare un equilibrio fra lo spazio dedicato alla esplorazione e quello legato a tutto il resto. Ed il film che mi ero immaginato ne soffre.
Un film di avventura e di scoperte archeologiche in Amazzonia, dove ancora oggi si ritiene che la foresta e le tribù selvagge possano celare dei misteri è un tema molto affascinante. Quando le immagini del film mostrano gli scenari mozzafiato delle montagne, e poi i fiumi, la foresta vergine seguendo il cammino di Fawcett ed i suoi compagni lo spettatore si immerge in un mondo che sembra lontanissimo nel tempo.
La storia è avvincente, ma avrei voluto più foresta, selvaggi e città nascoste e meno minuti dedicati alle inevitabili difficoltà politiche che si sono frapposte al sogno dell’esploratore. Mi è mancato qualcosa!
Da vedere anche perchè…
All’interno di un quadro di relazioni molto vittoriano – le gerarchie fra moglie e marito, la ribellione del figlio maggiore, la predominanza della volontà del padre sul destino della famiglia – spicca un aspetto di grande modernità.
Ed è la figura di Nina Fawcett, la moglie, ad offrirci – nella visione del regista – uno spunto di riflessione. La totale dedizione di questa donna che asseconda il sogno dell’uomo che le dovrebbe stare a fianco fino al totale annullamento di se stessa e delle sue ambizioni di madre, moglie e persona, nobilita ulteriormente il significato del messaggio del film.
Questa abnegazione tipicamente femminile è spesso l’elemento chiave che accompagna il successo di tanti uomini negli ambienti e situazioni più disparate. Talvolta l’uomo riconosce questo contributo silenzioso e prezioso della propria compagna, ma quasi mai esiste reciprocità.
Civiltà perduta il film su Percy Fawcett esploratore, un grande uomo del nostro tempo… dietro al quale si nasconde una ‘piccola’ grande donna.
Il film mi è piaciuto anche per questo. Grazie a James Gray ed al suo modo di raccontarci questa storia!
Per chi desidera approfondire od acquistare
2. Scheda film (con indicazioni delle sale in cui si proietta)
3. Il libro da cui è tratto (Z. La città perduta):[amazon_link asins=’886380012X’ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’d13c1307-800b-11e7-89ff-9bd3ebcf58e0′]
4. Altri film dello stesso regista in DVD (C’era una volta a New York):[amazon_link asins=’B00JQJ4VPG’ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’e34561fa-800b-11e7-b99e-b74684981307′]
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