Per cominciare
Se nel 2014, navigando sul web alla ricerca di notizie sul film Divergent, non avessi ancora letto il libro, i pareri di alcune rispettabili pubblicazioni americane mi avrebbero scoraggiato dall’idea di guardarlo e di farmi un parere personale.
Benché il film, nelle sole prime due settimane in sala, avesse già raccolto oltre 96 milioni di dollari la critica statunitense di quel periodo era assolutamente tiepida rispetto la versione cinematografica del bestseller di Veronica Roth. Scriveva l’ ‘Hollywood Reporter’: “Anche se Shailene Woodley fornisce la durezza ed il magnetismo necessari, il goffo risultato é quasi inesorabilmente triste”. Ancora più severo il parere del ‘New York Post’: “Due sequel tratti dai romanzi di Veronica Roth sono già stati annunciati. Speriamo che avranno più personalità di questo catorcio”.
Con la testardaggine del buon piemontese ho preso atto delle notizie ed ho comunque visionato il film.
Il film
Esce nel 2014 con la regia di Neil Burger. Ben 139 minuti per raccontare attraverso il cinema le 480 pagine del libro. Beatrice ‘Tris’ Prior la protagonista, ha il volto della giovane attrice americana Shailene Woodley che è al suo quarto film, e che all’epoca del film ha 23 anni. Il suo temuto/amato istruttore ‘Quattro’ é incarnato dall’attore inglese Theo James che è invece al suo quinto film e che di anni ne ha dieci di più. E poi molti giovani attori ed altri meno giovani ma molto bravi, e la superba Kate Winslet nel ruolo della ‘perfida’ Jeanine Matthews.
La verità é che Divergent mi é piaciuto molto! Come vi dicevo ho letto prima il libro, poi ho visto il film e nonostante la mia precedente conoscenza della storia fino alla sua conclusione, ho vissuto la vicenda di Tris come in una continua sorpresa. Come spesso succede la mia immaginazione, attraverso la lettura del libro, aveva creato uno scenario differente da quello illustrato nel film.
Le descrizioni di Veronica Roth erano sufficienti ma schematiche. Io le ho tradotte in immagini nella mia mente durante la lettura. Il regista Neil Burger ci ha proposto attraverso il film il risultato della sua interpretazione e del modo in cui lui e la sua equipe di collaboratori sono riusciti a rappresentarla visivamente. Un risultato veramente eccellente, e sicuramente anche migliore della mia fantasia.
All’interno della edizione in Blu-Ray del film sono raccolti ben 125 minuti di contenuti extra fra i quali il commento audio del regista e dei produttori. Non posso dirvi tutte le cose che ho scoperto. Lo spazio non me lo permette. Vi riferirò solo qualche frase che ci aiuta ad interpretare lo spirito con il quale il regista ha svolto il suo lavoro.
Neil Burger racconta
“Una delle cose più entusiasmanti per un regista, quando gli capita di fare un film come questo, é potersi cimentare con un mondo del futuro, come quello creato da Veronica Roth nei suoi libri. La società che lei ha immaginato è molto interessante, ma nel film doveva essere resa visivamente. E’ quella é stata la sfida, la parte più emozionante del lavoro per questo film.
Una delle prime immagini che mi é venuta in mente é stata la scelta di apertura dell’erba che si muove nel vento, il sole che sorge, gli uccelli che volano in circolo in lontananza. Nel film gli uccelli sono un tema legato a Tris, compaiono nelle sue paure e nel suo tatuaggio. Ma poi vediamo questa petroliera immobile, in lontananza. Immobile nel campo e magari pensiamo che forse non é sempre stato un campo, l’acqua deve essersi prosciugata. […]”
E poi continua spiegandoci la scelta per il muro di protezione, la volontà di creare la scenografia di un futuro realistico dove la tecnologia è quasi meno diffusa di oggi, con grandi strade senza auto, i costumi di diversi colori per distinguere le fazioni. In Divergent il colore é stato un elemento funzionale in molte scene così come lo é stata la colonna sonora.
Kate Winslet
Spiega ancora Burger: “Il personaggio di Jeanine richiedeva una interprete di grande livello. Nella società descritta dal film Jeanine Matthews è Bill Gates, Steve Jobs, Warren Buffett e Barack Obama, tutti riuniti in una sola persona. Era necessario rendere evidente che eravamo di fronte alla persona più intelligente e potente di quella società del futuro. E quindi la lista delle possibili attrici era molto corta. Poi lei ha accettato. Ed é stata una vera fortuna per il film”.
E poi, a proposito della brava attrice, il regista ci regala un’ultima chicca, raccontando come, quando era quasi tutto deciso, Kate gli ha confessato candidamente di essere incinta. Ma precisando che, anche nel suo stato, voleva assolutamente recitare questo ruolo nel film. E tanto Burger che i produttori sono stati ben felici di accontentarla.
Altri punti di vista
Più tardi ho letto critiche che toccano anche altri aspetti. Mi ha particolarmente incuriosito l’ipotesi di una eccessiva similitudine con la saga di Hunger Games. Le assonanze addotte da chi sostiene questa tesi sono cinque ed, almeno in parte, condivisibili da parte mia. Ve le elenco per una vostra valutazione personale in quanto benché siano oggettivamente vere, non credo portino inevitabilmente ad avvalorare la tesi della similitudine.
Nell’ordine: Prima: ‘Né col governo né con i ribelli’. Seconda: ‘Il potere che divide’. Terza: ‘Una donna che fa l’uomo’. Quarta: ‘Un futuro di frasi fatte’. Quinta: ‘Un falso film di fantascienza distopica’.
Tutte queste affermazioni, ampiamente motivate su un sito web le trovo ragionevoli salvo la quinta, e probabilmente molti di voi possono anche giustamente condividerle. Personalmente preferisco soffermarmi piuttosto sull’originalità del ‘modo’ con il quale Veronica Roth ci propone il suo messaggio. Che è effettivamente simile a quello di Suzanne Collins. Ma a mio parere l’abilità creativa di ciascuna delle due scrittrici é riuscita a ricavarne due storie profondamente diverse. E sono proprio queste differenti invenzioni narrative utilizzate per diffondere uno stesso messaggio che mi sento di ascrivere positivamente a ciascuna delle due autrici. Forse l’eterno dilemma della bottiglia mezza piena o mezza vuota? Probabilmente solo questo.
Ho quindi apprezzato Hunger Games, immaginifico ed estremo. Ma ho veramente gustato Divergent più verosimile ed umano!
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