La recensione di oggi, dedicata al film Il Padrino, rappresenta una sorta di omaggio per i lavori cinematografici che hanno segnato la storia del cinema moderno.
E’ di poche settimane fa la notizia della morte di John Gambino, storico esponente della mafia americana avvenuta all’età di 77 anni. La notizia, quasi sottaciuta negli States, rende nuovamente di attualità un’analoga vicenda che, nel 1972, la regia di Francis Ford Coppola ha portato all’attenzione di tutto il mondo.
Attraverso appunto ‘The Godfather’ (Il Padrino) il regista statunitense ha aperto, agli occhi del mondo intero, uno squarcio su un mondo di cui molti vorrebbero ignorare l’esistenza.
E che invece, purtroppo, risulta ancora drammaticamente attuale e non solamente aldilà dell’Atlantico.
Una breve premessa
A monte della decisione di recensire un film come Il Padrino, c’è un’analisi degli interessi dei visitatori di questo sito, che copre l’arco di circa due anni.
Da tale analisi emerge chiaramente la predominanza di curiosità nei confronti dei libri piuttosto che dei film. Ed in aggiunta la constatazione che i film più cliccati appartengono prevalentemente alla cinematografia che potremmo definire ‘vintage’.
Con Tommaso abbiamo quindi deciso di modificare l’alternanza libri/film dall’attuale 50/50 per dare una maggior prevalenza alle recensioni di libri.
E’ inoltre un dato di fatto che le recensioni disponibili sul web relative ai film in uscita o molto recenti, sono oggi eccessivamente numerose.
Come conseguenza abbiamo preferito, intervenire anche sulla tipologia dei film da recensire. Proporremo quindi ai navigatori amanti del buon cinema, una graduale rassegna di titoli scelti fra i capolavori nati negli anni ’60, ’70 ed ’80.
E ciò con il proposito di fare qualcosa di utile per coloro che sono nati dopo, ed offrire, nel contempo, l’occasione di piacevoli riscoperte per i navigatori più maturi.
La trama
“Anni Quaranta. Come è consuetudine, durante il rinfresco per festeggiare le nozze della figlia Conny con Carlo, il “padrino” don Vito Corleone promette assistenza e protezione a familiari e amici.
Invia il figliastro Tom Hagen in California per convincere in ogni modo il produttore Jack Woltz a scritturare il cantante Johnny nel suo prossimo film. Woltz non acconsente. Tom allora lo costringe ad accettare con un “avvertimento”: l’uccisione del suo cavallo di razza preferito.
Sollozzo, a nome della potente “famiglia” Tartaglia, chiede a Corleone finanziamenti e appoggi per il traffico di droga. Il rifiuto scatena una lotta cruenta tra le due cosche: lo stesso don Vito viene ferito gravemente; il figlio minore Michael lo salva da un secondo attentato. Michael, poi, scavalcando l’irruento fratello Sonny e Tom, temporeggiatore, organizza un incontro con Sollozzo e con il corrotto capitano di polizia McCluskey uccidendoli entrambi.
Michael, per evitare rappresaglie, si nasconde in Sicilia. Qui il giovane s’innamora di Apollonia: la sposa. Quando la moglie muore in un attentato e Sonny viene massacrato dai rivali, torna negli Stati Uniti. Partecipa ad un tentativo (vano) di riappacificazione generale fra le varie “famiglie”.
Don Vito nomina “padrino” Michael il quale, dopo la morte del padre, assume le redini con inaudita fermezza: tra le vittime della sua spietata repressione ci saranno Johnny, ormai famoso, e il cognato.”
Dal sito “www.coomingsoon.it”
Francis Ford Coppola
Nato a Detroit il 7 aprile del 1939, Coppola aveva appena 32 anni quando si vide affidare dalla Paramount il difficile compito di dirigere Il Padrino.
Tradurre per il grande schermo un grande successo editoriale come il romanzo di Mario Puzo Il Padrino era un’autentica sfida.
Il romanzo (9 milioni di copie vendute nel solo 1969, anno della sua pubblicazione negli USA) aveva rapidamente ricevuto un’entusiastica accoglienza da parte dei lettori di tutto il mondo.
Come lettore di vecchia data, ho il piacere di annoverare nella mia biblioteca una delle prime edizioni in italiano de Il Padrino (Dall’Oglio Editore [1970], 451 pagine). Un bestseller anche nel nostro paese. Copertina cartonata – prezzo 3.000 lire.
In quegli anni, fare del romanzo di Puzo un film che potesse ripetere un successo mondiale come quello suscitato dal libro, era considerata dai dirigenti della Paramount, una vera impresa… quasi titanica.
Il giovane Francis F. Coppola era a quel tempo, praticamente un neofita del mestiere. Aveva diretto solo qualche film di scarso successo, anche perche il suo esordio come direttore era cominciato molto presto. Il suo primo lavoro ‘Tonight for Sure’ (1962), una Commedia Western di 69 minuti lo aveva condotto dietro la macchina da presa a soli 23 anni.
Il primo vero successo di Coppola regista arriverà solo 7 anni dopo con la pellicola ‘Non torno a casa stasera’ (The Rain People 1969). Un vero lungometraggio con la partecipazione di grandi interpreti quali James Caan, Robert Duvall, e Shirley Knight.
La proposta della Paramount di dirigere Il Padrino gli giunge, probabilmente a sorpresa, proprio in questo periodo.
La storia
Sui contenuti de Il Padrino si sono scritti fiumi di parole. C’è chi sostiene che si tratta di un film su ‘Cosa Nostra’ nella New York del periodo fra gli anni ’40 e i primi anni ’50. Il lavoro di Coppola è, prima di tutto, sicuramente questo!
Ma al regista preme sottolineare che Il Padrino ed i due film che ne seguiranno: Il Padrino – Parte II (1974) ed Il Padrino – Parte III (1990), sono molto più di ciò.
Sono soprattutto la storia di una grande Famiglia italo-americana (con la F maiuscola appunto!): quella di don Vito Corleone e dei suoi discendenti.
E il contenuto finale del film sembra dar ragione ad entrambe le correnti interpretative. Perché riesce a rivelare, in modo superlativo ed inscindibile, sia l’una che l’altra faccia della medaglia.
Don Vito Corleone
Ho scelto di introdurre questo singolare personaggio servendomi di alcuni paragrafi che aprono il primo capitolo del romanzo scritto da Mario Puzo. Eccoli!
“Amerigo Bonasera sedeva nella III Sezione Penale della Corte di New York in attesa di giustizia; voleva vendicarsi di chi aveva tanto crudelmente ferito sua figlia e, per di più, tentato di disonorarla.
Il giudice, un uomo severo dai lineamenti pesanti, si arrotolò le maniche della toga nera, come se intendesse punire fisicamente i due giovanotti in piedi davanti al banco. Il suo viso esprimeva freddamente un maestoso disprezzo. In tutto questo, tuttavia, c’era qualcosa di falso che Amerigo Bonasera intuiva, ma non comprendeva ancora. «Avete agito come la peggior specie di degenerati», disse aspramente il giudice.
Sì, sì, pensò Amerigo Bonasera. Animali. Animali. I due giovanotti, capelli lucidi tagliati a spazzola, viso tutto acqua e sapone in atteggiamento di umile contrizione, chinarono il capo in segno di sottomissione. Il giudice continuò: «Avete agito come bestie selvagge in una giungla e siete fortunati di non aver abusato di quella povera ragazza, altrimenti vi avrei mandato in prigione per vent’anni».
Fece una pausa e gli occhi sotto le sopracciglia straordinariamente folte ebbero un lampo furtivo verso il volto olivastro di Amerigo Bonasera; poi li abbassò su un cumulo di rapporti mensili di libertà sulla parola che aveva davanti. Aggrottò le sopracciglia e si strinse nelle spalle, come per mostrarsi convinto suo malgrado.
Parlò di nuovo. «Tuttavia, grazie alla giovane età, al fatto che siete incensurati e appartenete a famiglie rispettabili, dato che la legge nella sua magnanimità non cerca vendetta, io con questa sentenza vi condanno a tre anni di reclusione. Condanna con la libertà condizionale».
Una ignobile farsa
Solamente quarant’anni di lutto professionale permisero al viso di Amerigo Bonasera di non mostrare l’opprimente frustrazione e l’odio che sentiva. Sua figlia, giovane e bella, era ancora all’ospedale con una mascella fratturata, bloccata da filo metallico; ed ora questi due animali erano liberi? Una farsa! Osservò i genitori raccogliersi attorno ai cari figlioli. Oh, erano tutti contenti, ora, tutti sorridenti.[…]
Durante tutti gli anni trascorsi in America, Amerigo Bonasera aveva confidato nella legge e nell’ordine. E perciò vi aveva prosperato. Ora, sebbene il suo cervello fosse sconvolto dall’odio, sebbene la prospettiva di comperare un fucile e uccidere i due giovanotti gli martellasse nel profondo del cranio, Bonasera si girò verso la consorte ancora ignara e le spiegò: «Ci hanno preso in giro».
Fece una pausa e poi prese la sua decisione, senza più temere quale ne sarebbe stato il prezzo. «Per avere giustizia dobbiamo andare in ginocchio da Don Corleone».”
Ecco cosa la gente, ed in particolare molti italo-americani residenti nella New York di quegli anni del dopoguerra, vedeva in Vito Corleone. L’unica possibilità di ottenere giustizia! Quella giustizia che la magistratura americana sembrava non saper garantire.
Troverete, al termine della recensione, la scena del successivo colloquio di Bonasera con don Vito Corleone. Coppola sceglierà di utilizzare questo incontro come la sequenza di apertura del film.
Ed è già da questi primi minuti che Marlon Brando comincia a dimostrarci la sua capacità interpretativa immedesimandosi superbamente nel ruolo di Don Corleone, il Padrino!
Qualche cifra
Ad oggi il romanzo di Mario Puzo è stato tradotto in 20 lingue ed ha venduto oltre 21 milioni di copie.
La riduzione cinematografica firmata da Francis Ford Coppola, che sarà in seguito meglio conosciuta come Il Padrino – Parte prima è costata complessivamente circa 6 milioni di dollari. Ma la Paramount scoprirà ben presto di aver fatto veramente un ottimo affare.
Secondo la contabilità del Box Office Mojo, gli incassi hanno raggiunto (2018) la cifra stratosferica di oltre 700 milioni di dollari. Ma il film continua ad incassare anche attraverso i diritti televisivi e la vendita delle copie digitali che la Paramount distribuisce in tutto il mondo.
Oggi, Il Padrino, viene normalmente venduto in cofanetti che comprendono l’intera trilogia. Poco più di un anno fa, ho aggiornato la mia collezione, sostituendo le versioni registrate dalla TV con il cofanetto di 5 DVD. I tre film più 2 DVD con oltre 4 ore di contenuti speciali: una vera chicca!
Posso confermare che, al momento, l’intera trilogia è anche disponibile per i clienti Amazon che fruiscono dell’abbonamento al servizio Prime.
Il cast e la sua genesi
Quasi tutti gli appassionati di cinema sanno che i due protagonisti chiave hanno i volti di Marlon Brando e di Al Pacino.
Marlon Brando, (Vito Corleone) all’epoca delle riprese ha circa 47 anni e, dopo aver raggiunto l’apice della sua carriera, sta attraversando un periodo di declino durato quasi un decennio.
Al Pacino (Michael Corleone, figlio minore di don Vito) è invece un trentenne giovane attore, all’epoca quasi sconosciuto al grande pubblico.
Prima di allora solo due interpretazioni per il grande schermo: ‘Me, Nathalie’ (1969) il suo film d’esordio dove interpreta Tony, un personaggio di secondo piano.
E due anni dopo (1971) il suo primo ruolo da protagonista nel film ‘The Panic in Needle Park’. Un film sul mondo della droga, apprezzato dalla critica, e premiato a Cannes per la protagonista femminile, che gli conferisce la prima vera visibilità.
Quindi i due attori, che diventeranno i pilastri portanti del film di Coppola, non apparivano sicuramente a quel tempo come carte vincenti. La Paramount Pictures rappresentata dal produttore Robert Evans si dimostra assolutamente contraria a questi due nomi in cui Francis Coppola ripone invece la massima fiducia. Solo la determinazione del regista riuscirà a portare sullo schermo de Il Padrino questi due grandi interpreti.
Sarà poi l’entusiastica accoglienza mondiale del film a dar ragione alla testarda scelta del regista.
Sempre per scelta di Coppola faranno parte del cast anche altri volti di giovani attori che diventeranno grandi protagonisti del cinema statunitense. Mi limito a citare fra i tanti James Caan, Robert Duvall, Thalia Shire e una giovanissima Diane Keaton (25 anni, nel suo primo ruolo di rilievo).
Riconoscimenti
Dieci nomination da cui tre Premi Oscar nel 1973 (Miglior film, Miglior attore protagonista a Marlon Brando, e Miglior sceneggiatura non originale al duo Francis Ford Coppola e Mario Puzo).
Cinque Golden Globe, fra cui la Miglior colonna sonora originale a Nino Rota.
Nino Rota conquisterà anche il Premio BAFTA sempre per la Miglior colonna sonora.
Ed poi una lista di altri premi in gran parte del mondo.
Nel 2008 la rivista britannica di cinema Empire colloca Il Padrino al primo posto nella lista dei 500 migliori film mai realizzati.
Il sito USA di Cinema Rotten Tomatoes certifica che il film ha raccolto il 98% di recensioni critiche positive da parte della Critica internazionale e la stessa percentuale da parte del pubblico (732.022 intervistati).
Insomma, un film che non può restare solo un titolo per coloro che amano il cinema.
Ed infine ai tanti, che vivono l’amore per i film come un’inguaribile patologia, consiglio vivamente Il Padrino per la propria cineteca di famiglia.
Concludendo
Tutto quello che nel film viene rappresentato, è solo in parte fiction. Purtroppo c’è anche molta realtà. Troppa!
Penso che sia utile riflettere su questo messaggio di Giovanni Falcone, un nome ben noto a tutti gli italiani.
“Ci si dimentica che il successo delle mafie è dovuto al loro essere dei modelli vincenti per la gente. E che lo Stato non ce la farà fin quando non sarà diventato esso stesso un «modello vincente»
Per chi desidera approfondire od acquistare
- Il trailer de Il Padrino, il film di oggi:
- Il cofanetto de Il Padrino – Edizione da collezione restaurata da Coppola (5 DVD)
- Il video con la scena iniziale del film (pubblicato da ‘Focusstoria’):
- Il video della resa dei conti con Carlo Rizzi (DarkMirror89):
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