Dopo aver letto con grande piacere nel 2012 ‘Il signore della guerra’, il mio primo romanzo di Bernard Cornwell, devono trascorrere altri 5 anni per ritrovare nuovamente Uhtred di Bebbanburg, il protagonista di quel romanzo. E ciò grazie al libro di oggi, cioè Il trono senza re.
Nel frattempo ho avuto modo di apprezzare lo splendido ‘Waterloo’ ed accantonare, per un lettura successiva, ‘Il re d’inverno’ appartenente al ciclo ‘Il romanzo di Excalibur’ tutti scritti dallo stesso autore.
Bernard Cornwell
Nato a Londra nel 1944, Bernard Cornwell con un lungo passato nella BBC, per seguire Judy di origine americana sua seconda moglie, decide di trasferirsi negli Stati Uniti nel 1979. Con un sogno nel cassetto. Quello di guadagnarsi da vivere scrivendo. Professione che non richiede nessuna autorizzazione da parte del governo americano.
Il suo sogno, inizia a tradursi in realtà scrivendo le avventure di un soldato britannico di nome Sharpe che partecipa alle guerre napoleoniche. Pubblica un primo e poi un secondo volume entrambi nel 1981. I titoli sono ‘Sharpe’s Eagle’ e ‘Sharpe’s Gold’.
Da allora le avventure di Sharpe proseguono a ritmo serrato ed ad oggi ne sta scrivendo tuttora delle nuove dopo aver raggiunto il volume n° 24 della serie.
Considerando tutta la sua produzione letteraria, Cornwell ha già pubblicato ben 56 romanzi (purtroppo non tutti tradotti in italiano).
Il trono senza re appartiene ad uno dei cicli storici più interessanti immaginati dall’autore. Quello identificato come ‘The Saxon Stories’.
The Saxon Stories
All’interno del ‘Ciclo sui re sassoni’ – iniziato nel 2004 con il romanzo “L’ultimo re” – il libro Il trono senza re rappresenta il volume n° 8 (l’ultimo tradotto). Ed è stato pubblicato in Italia da Longanesi nel 2016 (due anni dopo la sua prima edizione in lingua inglese).
Come tutti i libri della serie questo filone storico fa riferimento al IX secolo, al tempo dell’invasione dei regni anglosassoni da parte dei danesi. In tutti i romanzi il protagonista ricorrente è il nobile Uhtred di Bebbanburg.
La serie in lingua inglese comprende oggi anche altri due libri: ‘Warriors Of The Storm’ (2015) e ‘The Flame Bearer’ (2016). Per il momento pubblicati solo in lingua originale dall’editore Harper Collins.
Il trono senza re (The Empty Throne)
“Io sono Uhtred. Mio padre si chiamava Uhtred, e suo padre e suo nonno si chiamavano Uhtred a loro volta. Mio padre scriveva così il suo nome, che però poteva variare, diventando Utred, Ughtred o perfino Ootred. Alcuni di questi nomi sono riportati su antiche pergamene in cui si dichiara che Uhtred, figlio di Uhtred e nipote di Uhtred, è e sarà sempre l’unico padrone legittimo delle terre i cui confini sono chiaramente contrassegnati da muretti di pietra, fossati, filari di querce e frassini, paludi e coste lambite dal mare.
In queste terre nell’estremo Nord del grande Paese che da poco abbiamo imparato a chiamare Inghilterra, sorge una fortezza che noi chiamiamo Bebbanburg, sferzata dalle onde sotto un cielo ventoso. Io la vidi per la prima volta quando ero già un adulto. In quell’occasione tentammo di conquistarla, ma non riuscimmo a superarne le mura possenti. A quei tempi era il cugino di mio padre a governare su Bebbanburg.
Suo padre si era impadronito della fortezza e delle terre circostanti, strappandole al mio e dando inizio a una faida. I religiosi avevano cercato di porre fine allo scontro, dicendo che i sassoni cristiani non avrebbero dovuto farsi la guerra, bensì lottare insieme contro i normanni, sia danesi che norvegesi. Che, in quanto pagani, erano gli unici nostri nemici. Mio padre, però, mi aveva costretto a giurare che avrei fatto di tutto per rientrare in possesso della fortezza.”
Con queste prime righe del prologo de Il trono senza re, il romanziere Bernard Cornwell introduce il libro. Tradotto in italiano da Donatella Cerutti Pini.
L’impatto iniziale
Cornwell nella stesura di questo romanzo, opera la scelta di utilizzare i nomi dei luoghi usando i toponimi antichi corrispondenti al periodo storico in cui la vicenda si sviluppa.
Ed analoga scelta vale anche per i nomi di molti protagonisti. La conseguenza è che il lettore può smarrirsi fra nomi molto simili fra di loro e talvolta quasi impronunciabili. Nelle prime pagine ho fatto un po’ di fatica a districarmi per dare un ruolo ed un volto a nomi di grafia quali Æthelflaed, Æthelred, Æthelhelm, Æthelstan ed altri poco diversi.
Ma poco per volta anche questa incertezza viene superata ed il romanzo cattura e coinvolge, come un thriller di oggi.
Forza, violenza ma anche sentimento
Ci sono nemici da sconfiggere, un regno da difendere, normanni da respingere oltre il mare. Complotti da smantellare, una donna amata che forse diventerà regina.
Uhtred è l’eroe, ma non dimentica di essere anche un uomo ed un padre. E Cornwell ci accompagna nella mente e nel cuore di questo guerriero rivelandoci anche qualcosa della sua umanità. Ecco l’Uhtred ‘padre’ attraverso un brano delle 386 pagine del romanzo:
“Lei mi stava fissando. Ero stato un cattivo padre, nonostante l’amore che provavo per i miei figli. Ma loro da piccoli mi annoiavano e, una volta cresciuti, mi avevano visto pochissimo perché ero sempre da qualche parte a combattere. Avevo insegnato a mio figlio il mestiere del guerriero ed ero fiero di lui, ma con Stiorra non sapevo come comportarmi. Era la mia figlia minore e somigliava così tanto a sua madre Gisela che il solo guardarla riaccendeva in me il dolore per la morte della mia adorata sposa. Era alta e snella, come sua madre, con lo stesso viso lungo, gli stessi capelli neri e occhi scuri, la stessa espressione grave che un sorriso poteva illuminare, rendendola bellissima.
La conoscevo poco perché quando era bambina io ero sempre stato in guerra, perciò lei era stata cresciuta da Æthelflaed, che l’aveva mandata in un convento a Cracgelad, dove le suore le avevano insegnato la religione e le arti femminili. Aveva modi gentili e garbati, sotto cui si nascondeva un carattere d’acciaio, ed era affettuosa, ma senza lasciar trasparire i suoi veri pensieri. Sapevo che era tempo di darle un marito, però non avevo trovato nessun pretendente che mi andasse a genio, né lei aveva mai detto di volersi sposare. In realtà, Stiorra parlava meno che poteva e celava le sue verità dietro un velo di silenzio e quiete.”
Troverà Stiorra il pretendente che accontenterà un padre così esigente?
Io ho trovato la risposta leggendomi l’intero romanzo. Denso di mille episodi ed avvincenti avventure. Bello, epico e ben scritto.
Ne sono talmente convinto che ho collocato Bernard Cornwell fra i miei scrittori preferiti.
Forse qualcuno di voi, dopo aver letto Il trono senza re, la penserà allo stesso modo. Chissà?
Dello stesso autore
Il signore della guerra recensito il 14/03/2019
Per chi desidera approfondire od acquistare
1. Il trono senza re (il libro di oggi):[amazon_link asins=’8830446971′ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’062bdc1f-9e1c-11e7-b336-910eb3d74ea6′]
2. Il signore della guerra (il mio primo Cornwell):[amazon_link asins=’B0064BUYQE’ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’1500dc0c-9e1c-11e7-9a90-efa50a701563′]
3. Waterloo (Cornwell entra nella saggistica; ma sembra un romanzo):[amazon_link asins=’8850242875′ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’243f9910-9e1c-11e7-bee7-c55fd850b72f’]
4. Il re d’inverno (pronto da leggere):[amazon_link asins=’B0064BUY5A’ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’3192da4a-9e1c-11e7-9ad9-93f0ee108a50′]
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