Con questa brevissima sinossi, inizio la recensione del fantascientifico Korolev, la luce di Eris dell’autore Paolo Aresi.
“Era stato l’ingegnere capo del progetto spaziale russo, la mente dietro imprese storiche come il volo di Yuri Gagarin. Poi era sparito: ufficialmente era morto, ma la realtà, come a volte accade, era molto più incredibile. Recuperato su Marte da una missione euroamericana oltre cento anni dopo, ora Korolev deve nuovamente mettere il suo genio a disposizione dell’umanità. Perché forse il mistero della scomparsa dei Marziani non è sepolto nel passato come molti credevano.”
Parlare di un romanzo contemporaneo di Fantascienza è un’occasione del tutto inaspettata ed imprevedibile.
Da molti anni, con l’avvento del Fantasy diffusosi a macchia d’olio in tutto il mondo, pensavo che trovare un nuovo romanzo con fantascienza di qualità fosse un’impresa quasi impossibile. Ma mi sbagliavo, e anche di grosso!
Paolo Aresi
“è nato a Bergamo nel 1958. Laureato in Lettere, giornalista a L’Eco di Bergamo, ha debuttato nella narrativa con il romanzo di fantascienza Oberon, l’avamposto fra i ghiacci.
Nel 1992 ha ottenuto il premio Courmayeur con il racconto Stige.
Tre anni dopo, nel 1995 ha pubblicato Toshi si sveglia nel cuore della notte, un romanzo realistico, dai toni noir.
Nel 2004 ha vinto il Premio Urania con Oltre il pianeta del vento. Con Ho pedalato fino alle stelle (Mursia, 2008, due edizioni) è tornato al romanzo realistico con un’opera di sentimenti e passione per la bicicletta.
Nel 2010 per l’editore Mursia nella collana di letteratura ha pubblicato il romanzo post-apocalittico L’amore al tempo dei treni perduti.
Nel 2011 è apparso in Urania Korolev, appassionato omaggio al “progettista capo” del progetto spaziale sovietico che diventa una sorprendente epopea fantascientifica.”
Questa breve biografia è ripresa dal sito Amazon dedicato a questo scrittore.
Ma per chi ne volesse sapere molto di più, e scoprire il doppio mestiere di Aresi (giornalista e scrittore di fantascienza) inserisco qui il link ad un’interessante intervista pubblicata sul sito di Fantascienza ‘www.lazonamorta.it’, a firma Filippo Radogna.
L’intervista risale ai giorni in cui lo scrittore stava lavorando appunto al secondo tomo della storia di Korolev, che all’epoca portava il titolo provvisorio ‘La terza vita di Korolev’.
Cioè il nostro romanzo di oggi: Korolev, la luce di Eris.
Korolev
“Sergej Pavlovič Korolëv, fu un ingegnere sovietico progettista di razzi, conosciuto semplicemente come il Capo progettista È considerato il principale artefice del programma spaziale sovietico, che ha diretto durante la corsa allo spazio tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica negli anni cinquanta e sessanta. Tra i suoi principali successi il razzo vettore R-7 da lui progettato, lo Sputnik 1 che fu il primo satellite artificiale lanciato in orbita attorno alla Terra, l’invio della cagnolina Laika a bordo dello Sputnik 2. Il più grande trionfo di Korolëv fu l’invio del primo essere umano nello spazio, Jurij Gagarin, a bordo della Vostok 1.”
La pagina di Wikipedia dalla quale ho raccolto queste brevi notizie biografiche è particolarmente ampia e dettagliata.
Io, pur essendo quasi contemporaneo di questo scienziato (12 gennaio 1907 – 14 gennaio 1966) devo confessare che non avevo mai, prima d’ora, saputo di Korolev e dei suo successi.
Negli anni 60 la cortina di ferro degli anni 60 rivelava al mondo occidentale solo nomi come Gagarin e Laika. Ma, ovviamente, questi nomi sono passati alla storia solo grazie a menti acute come quelle dell’eroe del romanzo di Aresi. Menti rimaste nell’ombra.
Al di là delle sue doti di scrittore il bergamasco Paolo Aresi, ha l’innegabile merito di aver aperto uno squarcio su un passato recente pieno di ombre.
Ma anche molto di più di questo. Ha fatto del Korolev protagonista del romanzo Korolev, la luce di Eris, un eroe del passato, del presente e di un immaginario futuro.
Infatti il capitolo 1 che traccia le prime righe del romanzo porta una data ancora molto lontana: Primavera 2086.
La storia prende il via
“Aveva provato un momento di felicità il Progettista Capo nel varcare la soglia di quel luogo nato quando lui sognava di raggiungere la Luna.
Aveva resistito ai decenni, ai cambiamenti, alla fine del comunismo.
Korolev guardò l’uditorio composto da fisici, cosmologi, lì, alla Città delle Stelle di Mosca; persone che come lui non si accontentavano della conoscenza acquisita.
Parlò lentamente nel suo russo arcaico: – Cari amici, compagni, è per me strano essere qui in mezzo a voi. È tutto strano per me… tutto strano.
Vi ho ascoltato con tanta attenzione e vi ringrazio per la calorosa accoglienza. Sono qui per parlarvi di argomenti che non fanno parte della mia preparazione specialistica, ma ho potuto conoscere delle nuove ipotesi, e voglio condividerle con voi.
Ora io vi posso dire che l’esplosione della singolarità che chiamiamo “big bang” immaginata dalla cosmologia è qualche cosa che non può spiegare la nascita di questo universo, di questa realtà in cui noi ci muoviamo, pensiamo, amiamo, viviamo.
L’esplosione della singolarità è una trovata, amici miei, un escamotage, dicevano una volta i francesi, non so se lo dicano ancora oggi.
Korolev si interruppe, osservò i fiori che adornavano il tavolo dei relatori, erano mimose, primule, viole, erano un piccolo giardino. Gli organizzatori non si erano risparmiati.
La platea saliva come una tribuna, come un’aula universitaria. Disse Sergej Pavlovich: – Una singolarità è un punto in cui spazio e tempo si ripiegano su se stessi, un luogo dove è impossibile distinguere passato e futuro e dove tutte le leggi della fisica che noi conosciamo vengono meno.
Un punto totalmente anarchico! Un universo senza regole, senza ordine che nasce dall’implosione di una stella massiccia, di almeno venti masse solari. Lo sappiamo bene. […]”
I personaggi che si muovono intorno a Korolev sono tanti. Umani e non solo.
Appartenenti al passato di Korolev ma anche al suo presente. Ma, forse non sarebbe meglio dire… al suo futuro?
L’eroe degli anni ’60, eccolo nel 2086
“Sergej Pavlovich Korolev raggiunse l’albergo a piedi, accompagnato da Vladimir Komarov, fra i responsabili del centro ricerche della Città delle Stelle.
Entrò nella hall, salutò Komarov e il portiere, prese l’ascensore, arrivò al ventisettesimo piano. La porta esaminò iridi e voce del Progettista Capo e poi si aprì. Entrò nella camera bianca, linda, con parquet di legno vero, una grande porta finestra che dava sul terrazzo.
Korolev si sentiva stanco. Tolse le scarpe, infilò le ciabatte offerte dall’hotel: erano morbide, ma niente in confronto alla morbidezza dei tessuti marziani. Li stavano studiando, ma ancora non erano riusciti a capire come riprodurre quelle particolari catene cellulari.
La porta finestra era semiaperta, Korolev uscì sulla grande terrazza. Lo trovò lì, sul lato destro, sotto quel cielo del pomeriggio della pianura russa. Era di un azzurro intenso il cielo, e percorso da una brezza fresca e veloce che spingeva nuvole candide.
Korolev disse: – Come va Tovarisc? Il robot bianco annuì; Korolev gli si pose accanto, guardò i palazzi della cittadina, le strade, la grande pianura.
Era difficile tornare a vivere. Sua figlia Natasha, Valentina Tereshkova, le sue due mogli, Xenia e Nina. Valentin Glushko. Yuri. Non c’era più nessuno. Nessuno.
Sergej Pavlovich Korolev scosse la testa. Era tutto passato come un soffio di brezza. Rimase fermo, silenzioso come il robot bianco che aveva accanto, a scrutare i palazzi della Città delle Stelle.”
Fantascienza?
Dal Capitolo 11.
“Elena lo guardò seriamente e sembrò che l’azzurro degli occhi si scurisse, si facesse turchese, poi disse: – Un essere umano.
– Sì.
– Che cosa pensa di essere?
– Una macchina biologica con i ricordi di Sergej Pavlovich Korolev.
– E con il cuore di Korolev.
– Forse. – E con l’anima di Korolev – disse Elena e proseguì:
– Lei è Sergej Pavlovich Korolev, nato a Zytomyr, in Ucraina, il 12 gennaio del 1907, arrestato il 27 giugno del 1938 con false accuse, marito prima di Xenia Vincentini e di poi Nina Ivanovna Kotenkova, padre di Natasha Koroleva. Amico di Valentina Tereshkova. Progettista capo del programma spaziale dell’Unione Sovietica. Lei è quel Sergej Pavlovich.
Korolev sgranò gli occhi, disse: – Sei preparata.
– So tante altre cose di lei.
– Mi sorprendi. Ti sto dando del tu.
– Non è un problema.
– Non so che cosa pensare.
– Gliel’ho accennato. Quando ho saputo che era vivo, su Marte, ho cominciato a leggere.
– A leggere.
– Sì, nella rete c’erano pagine e pagine che parlavano di lei. Ci sono anche due biografie cartacee. E un romanzo.
– Dammi del tu.
– D’accordo. E c’è un’altra cosa.
– Che cosa? Elena osservò Korolev, poi guardò un altro punto della hall. Annuì a se stessa, disse: – A casa abbiamo un diario di Valentina Tereshkova.
Korolev deglutì. Mormorò: – Un diario di Valentina? Elena fece una smorfia particolare, per dissimulare l’emozione.
Disse: – Ha avuto una lunga vita. Ha tenuto un diario sintetico, da quando venne scelta come astronauta.
– Non lo sapevo.
– L’ho letto. Parla anche di te. Korolev abbassò la testa, avvertì un’emozione profonda.
Mormorò: – Di me. […]”
Impressioni? Un bel romanzo!
Da queste poche righe penso vi sia possibile intuire che siamo di fronte ad un ottimo affabulatore, dotato di un grande talento nella scrittura, e molto preparato nei temi su cui il suo romanzo si poggia.
Ovviamente parlando di fantascienza i limiti tra il certo, il possibile e l’immaginario sono molto labili e sfumati. E Korolev, la luce di Eris non può sottrarsi a queste regole implicite ed inevitabili.
Non ho letto il suo primo romanzo Il caso Korolev, pubblicato sempre nel 2019. Ma come ogni buon scrittore, Paolo Aresi ha reso questo secondo tomo assolutamente autonomo.
La fantasia non manca. Ma sarà solo fantasia o conoscenza non ancora acquisita? Forse nessuno di noi potrà saperlo con certezza.
Ma intanto perdiamoci nei territori inesplorati di Marte e dintorni e dei suoi misteri. I romanzi servono anche a consentire a noi, persone prevalentemente sedentarie, viaggi inimmaginabili.
Il libro
Korolev, la luce di Eris è un volume di 256 pagine pubblicato da Delos Digital il 27 febbraio 2019 nella collana Odissea Digital Fantascienza.
Faccio notare che la collana citata è illustrata al termine del libro con un consistente catalogo di titoli di romanzi, quasi tutti di autori italiani, prevalentemente di fantascienza.
E’ anche corretto precisare che l’editrice pubblica soprattutto Ebook, anche se per molti titoli dispone anche di versione cartacea.
Vikiquote attribuisce al vero Korolev la seguente affermazione: “Verrà il momento in cui un’astronave con esseri umani a bordo partirà dalla Terra e intraprenderà un viaggio verso pianeti lontani, verso mondi remoti.”
Paolo Aresi, con i suoi due romanzi ha dato corpo e significato a questa previsione.
Per ora in modo fantascientifico. Assolutamente raccomandato agli amanti del genere!
Per chi desidera approfondire od acquistare
- Korolev, la luce di Eris (2019) – il libro di oggi
- Il caso Korolev (2019) – il primo romanzo della serie (per ora?)
3.Video Youtube: ‘Great Minds: Sergei Korolev... (in inglese). Molto schematico e comprensibile!
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