La congiura di Cortés è l’ultimo libro della trilogia ‘Romanzi con Martín Ojo de Plata’ nati dalla fantasia della scrittrice spagnola Matilde Asensi.
Pubblicato in Spagna nel 2012 viene immediatamente ripreso dalla Rizzoli nello stesso anno e poi inserito nella collana BUR nel 2013.
Nella traduzione di Caterina D’Amico La congiura di Cortés è un romanzo di 387 pagine classificabile nel genere Narrativa Storica.
L’argomento de La congiura di Cortés
“Mar dei Caraibi, XVII secolo. L’indomabile Catalina Solís, dopo aver indossato i panni del fratello e quelli del leggendario pirata Martín Ojo de Plata, raduna un equipaggio di fedelissimi e salpa a bordo della Gallarda sulle tracce dei sanguinari Arias Curvo e Lope de Coa, colpevoli di aver sterminato la sua famiglia. Ma durante la traversata il vascello si scontra con una nave inglese che trasporta in segreto un gruppo di nobili sivigliani a caccia del tesoro di Hernán Cortés.
Solo una persona è in grado di decifrare la mappa che conduce al bottino: l’ultimo discendente di Montezuma, il leggendario imperatore azteco. Sarà disposto ad allearsi con Catalina per salvare le sorti della Nuova Spagna e aiutarla a compiere la sua vendetta?” (Sinossi introduttiva del romanzo)
I due romanzi precedenti ‘Terra ferma’ e ‘La vendetta di Siviglia’ trattano episodi precedenti della vita dell’eroina della trilogia ma, come tutti i bravi scrittori sanno fare, ogni romanzo può essere letto ed apprezzato in modo autonomo.
Le prime righe
“Avevo sentito dire da alcuni che l’amore è gioia, entusiasmo, allegria, ma quella sera, seduta sulla spiaggia, avrei voluto avere davanti quegli imbroglioni per fargli provare con il filo della mia spada la gioia, l’entusiasmo e l’allegria del mal d’amore.
Era peggio di una malattia, mi ripetevo angosciata, peggio di una piaga infetta. Era come bere veleno, ingoiare aghi. E tutto per colpa di quella canaglia dai capelli più luminosi del sole! Mi rasserenai e rimasi immobile, ma avrei voluto lanciare un’occhiata ad Alonso che stava lì disteso, all’aitante e vigoroso Alonso che dormiva di gusto, accanto al falò, assieme a Rodrigo, a Tumonka e agli altri indios.
Quella pena d’amore era terribile, una tortura: non appena giravo un po’ la testa, soltanto un po’… Chiusi l’unico occhio ancora sano – quello vuoto, sotto la benda, era sempre chiuso – e smisi di contemplare l’oscurità della notte e il cielo. Era la stagione delle piogge e le nuvole nascondevano completamente la luna e le numerose e splendenti stelle dei Caraibi.”
L’autrice
Il mio primo incontro con i libri di Matilde Asensi è come sempre casuale. Curiosità ed interesse verso nuovi scrittori è la spinta che nel settembre del 2012, anche facilitato dal prezzo scontatissimo dell’offerta Lampo di Amazon (€ 1,99 per l’ebook), mi permette l’incontro con ‘L’ultimo Catone’ (BUR 2008) il primo volume di un’altro ciclo. Quello dei ‘Romanzi con Ottavia Salina’.
Particolare nel suo intreccio e decisamente piacevole nella lettura. Ma come mia abitudine, passo poi subito a uno degli altri autori in lista d’attesa.
Finché all’inizio di questo 2018 vengo a conoscenza del nuovo lavoro della scrittrice ‘Il ritorno di Catone’ (2015) e decido di non lasciarmelo sfuggire (anche se a prezzo pieno). Il risultato è più che convincente. Le capacità narrative dell’autrice nonché la sua profonda preparazione nelle tematiche che affronta, fanno dei romanzi che ho letto dei piccoli gioielli letterari.
Arriviamo al libro di oggi
Non potendo leggere altro sul personaggio di Ottavia Salina, e desideroso di leggere ancora, decido di verificare se la stessa capacità narrativa dell’autrice si estende anche ad altre tipologie dei suoi racconti.
Ammetto che il fascino del Ciclo de ‘I corsari delle Antille‘ di Emilio Salgari, fa sempre parte dei bei ricordi della mia adolescenza. Poi ormai adulto ho ritrovato simile piacere nella lettura del Wilbur Smith del primo Ciclo dei Courtney (mi riferisco ai titoli a partire da ‘Uccelli da preda‘). E questo magico mondo di un mare percorso dai galeoni e che appartiene ormai solo alla storia, continua ad esercitare su di me un’innegabile attrazione.
Sono quindi incuriosito a verificare il mix promesso dal titolo La congiura di Cortés che mi riporta anche al sontuoso romanzo di Gary Jennings ‘L’Azteco’ e mi immergo in questa sconosciuta avventura.
Lungi da me l’intenzione di paragonare Matilde Asensi con monumenti letterari come Salgari o Smith. Ma la fantasia creativa e la narrazione della scrittrice spagnola non mi hanno comunque deluso.
C’è in tutti i romanzi dell’Asensi un gusto per gli enigmi e per il mistero che dà ai suoi romanzi, e quindi anche a La congiura di Cortés un sapore assolutamente unico.
Nel bel mezzo dell’avventura
‘«E qual è l’altra cosa che vi rimane ancora da riferire?» domandò bruscamente Rodrigo.
«Avete detto che erano due, e una l’avete già raccontata.»
«È così» convenne il frate. «Ne manca una, ed eccola: nella missiva che portai si accennava all’esistenza di una mappa appartenente a don Hernán Cortés, che l’aveva fatta eseguire prima di ritornare in Spagna nel 1540, viaggio da cui non ritornò più perché morì lì, nelle vicinanze di Siviglia.
Quella carta indica l’ubicazione del più grande tesoro che abbia mai dato il Nuovo Mondo e che don Hernán Cortés, uomo diffidente e, a quanto pare, avido, nascose agli occhi di tutti, perfino dell’imperatore Carlo I.
E la lettera di frate Antonio de Úbeda diceva che sarebbe stata portata in Nuova Spagna da alcuni aristocratici poco prima di dare inizio alla congiura, perché con quel tesoro si sarebbe provveduto a pagare le enormi spese di creazione e difesa del nuovo regno di don Pedro.»
«Non capisco» obiettò Juanillo. «Se i marchesi del Valle si trovavano tanto in rovina, perché non hanno recuperato il tesoro in tutto questo tempo?»
«Per prima cosa perché non potevano ritornare in Nuova Spagna a causa del divieto imperiale» gli ricordò il francescano, «poi, perché nessuno sa decifrare questa mappa» e il frate alzò il fazzoletto. «Il conquistatore della Nuova Spagna morì senza spiegare il significato di questi segni e nemmeno a quale luogo si riferiscano.
Nessuno sa dove bisogna cercare il tesoro né come trovarlo, ma i congiurati sono certi che, essendo la mappa qui, con l’aiuto degli indios che padroneggiano l’arte delle antiche mappe, non sarà molto difficile scovarlo.»
Come l’urlo acuto di una scimmia a metà della notte, mi venne in mente quello che il viceré della Nuova Spagna voleva da me.’
E quindi?
Se vi piace tuffarvi nel passato e provare emozioni profonde ed eccitanti, anche se magari un po’ fuori moda, dedicate qualche ora a Catalina Solís ed al suo alter ego Martín Ojo de Plata leggendo La congiura di Cortés.
Attraverso scenari inconsueti potrete forse riscoprire l’attrazione per l’avventura che pensavate evaporata con gli anni, e che è invece sempre ben radicata in ciascuno di noi. Se così fosse… buon viaggio, potenziali corsari!
Per chi desidera approfondire od acquistare
- La congiura di Cortés (2012 – il libro di oggi): [amazon_link asins=’8817070904′ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’29d24c9f-295f-11e8-90f3-e94999848621′]
- L’ultimo Catone ( 2001 – di Matilde Asensi): [amazon_link asins=’8817020303′ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’45d292a7-295f-11e8-a1fc-2b19f19a9429′]
- Il ritorno di Catone (2015 – di Matilde Asensi): [amazon_link asins=’8817088153′ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’5f2322cd-295f-11e8-81a8-d5a37a005dd5′]
- La camera d’Ambra (1999 – il romanzo d’esordio di M. Asensi): [amazon_link asins=’8817044148′ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’74234338-295f-11e8-b123-510281040db7′]
Prossimamente
Ore 15:17 – Attacco al treno (2018). L’ultimo film ‘verità’ a firma Clint Eastwood.
Sul treno ‘Thalis’ Amsterdam-Parigi, il 21 agosto 2015 tre turisti americani sventano un attacco terroristico dalle imprevedibili conseguenze. A volte l’eroismo ha il volto della normalità. Da non perdere!
Rispondi