“In piedi sulla banchina del treno, Chiyoko se ne sta immobile, incapace di muovere il passo decisivo che la separa dai binari. Non ha nemmeno vent’anni, indosso la divisa da liceale e sul viso l’aria apatica di chi non ha ormai alcun rimpianto. A Izumi, trentacinquenne separata che ogni sera alla stessa ora rientra dal suo lavoro part-time, basta uno sguardo per comprendere quali siano le intenzioni di quella ragazza dagli occhi limpidi come quelli di un cerbiatto. La afferra per un braccio e, con un gesto disinvolto, la tira verso di sé, salvandole la vita.
Per Izumi, Chiyoko è solo un’estranea, eppure le viene spontaneo invitarla a cena nella propria casa e rivelarle gli aspetti più intimi della propria vita, come il fatto che il marito l’abbia lasciata sei mesi prima e lei ora viva sola con il figlio Sōsuke di sei anni. Un’oscura, inspiegabile attrazione la spinge, infatti, a desiderare la compagnia della ragazza. Quando perciò Chiyoko le confessa di essere stata ripudiata dai genitori a causa della propria omosessualità e di voler fuggire, andarsene per sempre e raggiungere il posto che ha la fama di possedere il cielo e le stelle più belli di tutto il Giappone, Izumi, dapprima terrorizzata dalla prospettiva della fuga con una giovane donna, inizia a considerare affascinante l’idea di un posto nuovo dove poter ritrovare se stessa, le sue idee, la sua libertà.”
La locanda degli amori diversi, il secondo romanzo della scrittrice giapponese Ito Ogawa si auto introduce così.
Della insolita trama parleremo ancora più avanti ma adesso vorrei darvi qualche idea dell’autrice e del suo modo di scrivere.
Ito Ogawa, e la leggerezza dell’oriente
Ito Ogawa, giapponese di nascita (1973) e residente a Tokyo vince in Italia il Premio Bancarella della Cucina 2011 con il suo romanzo d’esordio Shokudo Katatsumuri (il cui significato letterale è “Il ristorante lumaca’.)
Il libro tradotto da Gianluca Coci viene pubblicato nel 2010 dalla editrice Neri Pozza. Ed il titolo viene mutato in Il ristorante dell’amore ritrovato. Io lo scopro solo nel febbraio del 2016 e ne rimango positivamente sorpreso.
Sto facendo una certa esperienza con gli scrittori giapponesi ma questa giovane autrice esce da qualsiasi schema. Una storia inconsueta raccontata con grande delicatezza. La cucina giapponese viene richiamata spesso ma il contenuto è di una straordinaria visione poetica molto rara in occidente.
Mi piace molto ed in questi ultimi mesi non mi faccio sfuggire il suo terzo libro che richiama la mia prima lettura. E’ il bel romanzo di cui vi sto parlando: La locanda degli amori diversi . Il libro sfiora sempre la gastronomia giapponese ma al suo interno si parla soprattutto di amore e di diversità.
Approfondendo
La presentazione prosegue con le seguenti righe:
“Con i soldi del divorzio acquista un vecchio pulmino Volkswagen, ci infila dentro il minimo indispensabile e lascia la città insieme a Chiyoko e Sōsuke, dirigendosi in un piccolo villaggio sperduto tra le montagne. Qui le due donne si occupano di rimettere in sesto una casa in rovina trasformandola in una locanda, sulla cui facciata appendono una bandiera arcobaleno che garrisce al vento. In breve la «Locanda Arcobaleno» diventa un accogliente punto di ritrovo per viaggiatori, dove le proprietarie non si limitano a offrire ristoro alle fatiche del viaggio, ma anche, e soprattutto, alle ferite dell’anima. Il destino, però, ha approntato per Chiyoko e Izumi una prova ancora più ardua della loro fuga, la più grande sfida che la vita riserva alla forza stessa dell’amore.
Dall’autrice del bestseller Il ristorante dell’amore ritrovato, Ito Ogawa torna con una storia d’amore sincera e appassionata che sfida ogni tabù, scandagliando le difficoltà di una coppia nel vivere la propria diversità e dando voce a coloro che quotidianamente devono confrontarsi con l’intolleranza e i pregiudizi della società.”
Ci sono in queste parole sufficienti elementi per attirare l’attenzione di molti lettori e per conservare vive le emozioni che speravo la lettura mi avrebbe suscitato ho aspettato a leggerlo fino ad oggi, in relazione alla data in cui sapevo che l’avrei recensito. Ed ho fatto bene.
Non ricordo una lettura in cui abbia inserito un numero così elevato di segnalibri a conferma dei punti in cui mi sono sentito veramente coinvolto dalle parole dei protagonisti.
Lo stile di scrittura
Anche in questo un libro particolare. Quattro voci narranti che compongono l’intera storia raccontata sempre in prima persona. Le voci sono di Izumi, poi di Chiyoko, poi ancora di Sōsuke ed infine di Takara. Quattro esseri umani, quattro modi diversi di amare, un’unica famiglia… inconsueta, meravigliosa, felice.
Anche se la vita a nessuno di loro riserverà un trattamento preferenziale.
Lo stile che noi leggiamo si avvale anche dell’opera del traduttore, e per una lingua per noi culturalmente piuttosto lontana come il giapponese si tratta di un impegno di grande importanza. Sul sito ‘bibliotecaestremooriente.blogspot.it’ in una interessante intervista la domanda viene posta a Gianluca Coci, il traduttore di Ito Ogawa in Italia. Alla domanda sulle maggiori difficoltà del suo lavoro, Coci non ha dubbi:
“L’interpretazione del testo. È un po’ come tradurre dal greco o dal latino, bisogna prima di tutto cercare di comprendere il testo, attraverso quella muraglia di caratteri così diversi dai nostri. Credo valga più o meno la stessa cosa per chi traduce dal cinese, dal russo e da altre lingue molto diverse dalla nostra. Comprensione e interpretazione del testo, riscrittura (pressoché totale), tentativo (disperato) di restare il più vicino possibile al testo di partenza.”
Amore che rifiorisce
Vorrei riportare a voi almeno alcune delle tante belle pagine de La locanda degli amori diversi che mi hanno colpito, ma lo spazio mi consente solo una pillola e anche piuttosto minuta. Ed allora pesco a caso o quasi. E’ Takara, la più giovane della famiglia, che parla:
“Mia madre era bella e pura fin dentro alle ossa. Il suo scheletro era stato invaso dal cancro, eppure i frammenti e la polvere delle sue ossa erano candidi come fine sabbia bianca.
‘Il cancro ha invaso il mio corpo, ma non il cuore… Il mio cuore resterà per sempre libero, stanne certa…’ Di colpo la sua voce mi riecheggiò nella mente. Come faceva a essere così forte e serena in un momento come quello? E dove era andato il suo cuore, il suo cuore libero risparmiato dal cancro?
Mentre raccoglievamo i resti delle sue ossa, Sō-chan prese di nascosto un ossicino e se lo infilò in tasca. A me toccò l’anello nuziale che portava all’anulare sinistro. Volevo che lo tenesse mamma Izumi, ma fu lei a insistere che lo custodissi io come ricordo. Da allora lo tengo sempre con me, è il mio speciale portafortuna.
Ormai mamma Choko era partita per il suo eterno viaggio in un altro mondo, non sarebbe mai più tornata da questa parte.”
Un momento triste ma che l’amore più autentico riesce a trasformare in emozioni che diventano veicolo di nuovi e più profondi sentimenti.
Amore che il dolore, sublimato dai ricordi, fa rinascere ancora più intenso e fortificato.
Così ho scoperto, pagina dopo pagina, che La locanda degli amori diversi rappresenta un vero e proprio inno all’amore!
Bello, toccante, poetico, edificante! Leggetelo e ve ne accorgerete!
Per chi desidera approfondire od acquistare
1. La locanda degli amori diversi (il libro di oggi):[amazon_link asins=’8854511692′ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’e482411c-9314-11e7-aeb7-55ddd073d477′]
2. Il ristorante dell’amore ritrovato (il romanzo di esordio):[amazon_link asins=’B016I6SRXG’ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’22b71722-9315-11e7-b95f-e966f8f4e68f’]
3. La cena degli addii (il suo secondo romanzo):[amazon_link asins=’8854506281′ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’2a63822a-9315-11e7-8a73-bf5806596b2e’]
4. Intervista a Ito Ogawa e Gianluca Coci
Prossimamente
‘Not a war movie, a survival movie.’ Con questa definizione schematica Christopher Nolan, il regista di Inception ed Interstellar, riassume Dunkirk il suo ultimo lavoro.
Dichiara lo storico Josh Levine: “Senza l’operazione Dynamo (l’evacuazione di Dunkerque) il mondo non sarebbe lo stesso. Probabilmente non vivremmo liberi, ma in un’estesa dittatura…”
Dunkirk, il film in sala dal 31 agosto, ci permette di rivivere questa pagina della nostra storia. L’ho visto e voglio parlarvene.
Sugar Free (Penny) dice
Bellissima recensione, da dieci e lode! Io non ho ancora letto il libro, però mi hai brutalmente incuriosita…
Un abbraccio!
Paolo dice
Penny, sono contento che la recensione ti sia piaciuta. Il merito è del libro che vale veramente tanto! A volte invidio chi è così bravo ad esprimere ciò che sente. Ito Ogawa, che conosco solo dai suoi scritti ha, secondo me, questa dote. Un abbraccio a te e grazie del tuo sostegno.