Ecco il prologo de L’accalappiatore di bambini (From the cradle) il terzo romanzo, tradotto in italiano, del giallista britannico Mark Edwards.
“Fu un’esplosione nucleare di emozioni. Pochi secondi di calma innocente, forse un sibilo che calava leggero, il silenzio quando Patrick aprì la porta d’ingresso e tutto gli sembrò troppo tranquillo… Fu come se avesse capito immediatamente che qualcosa non andava, anche se non immaginava che si potesse trattare di un male tanto totale e irrevocabile.
Era stata una giornata incredibilmente lunga. L’ispettore Patrick Lennon era rimasto bloccato in una stanza degli interrogatori senza finestre per sette ore con un delinquente di nome Dean Kervin, stordito dalla droga, che aveva la faccia di una patata messa a bollire parecchi giorni prima. Nonostante diversi testimoni e due telecamere a circuito chiuso lo avessero visto spaccare le vetrine del negozio di abbigliamento sportivo e colpire a morte la guardia giurata, negava testardamente tutto. Continuava soltanto a ripetere: «Non sono stato io. Non ero lì».
Era tutto il giorno che Patrick agognava una boccata d’aria e un po’ di caffè non riscaldato, ma a dargli davvero la forza di andare avanti c’era il pensiero che poi sarebbe tornato a casa, una casa che profumava di neonato, e che avrebbe ritrovato l’abbraccio appiccicoso della sua figlioletta di cinque mesi, Bonnie.
Un bicchiere di vino in una mano, Bonnie accoccolata nell’incavo dell’altro braccio, poi cibo dal takeaway cinese davanti a un film insieme a Gill, appena Bonnie fosse caduta in un sonno profondo. Quasi si era messo a ridere, al pensiero di una scena tanto accogliente. La versione adolescente di se stesso lo avrebbe sfottuto senza alcuna pietà… Vino e neonati? Takeaway davanti alla TV? Patetico.
No. Non era patetico. Era la felicità, la sicurezza, la purezza della famiglia. Era il vero senso della vita.”
Mark Edwards
Il mio incontro letterario con l’autore di L’accalappiatore di bambini risale all’aprile del 2016 attraverso ‘Lei che ama solo me’ (Because she loves me), la prima traduzione in italiano di un thriller con la firma dello scrittore inglese.
La lettura mi avvince e lo leggo in un fiato.
Quando chiudo l’ultima pagina vado alla ricerca di qualche altro libro dello stesso autore, ma inutilmente. Solo titoli in lingua originale ed accantono momentaneamente l’idea.
Finché, mesi dopo, un’ulteriore ricerca intercetto un secondo libro che mi affretto ad acquistare. E anche ‘L’ultima avventura’ (Follow you home) entra nella mia biblioteca.
Ed oggi è il turno del terzo libro, questa volta scritto a quattro mani con la collaborazione di Louise Voss, che con Edwards ha già scritto diversi libri.
L’accalappiatore di bambini
Il titolo italiano è forse un po’ troppo diretto. Il titolo originale ‘From the cradle’ (Dalla culla), è più misterioso. Probabilmente più in stile ‘British’. La sinossi è la seguente:
“Izzy è stata presa a casa sua. Liam dall’auto della madre. Frankie dalla sua cameretta…
L’ispettore Patrick Lennon sta indagando sulle misteriose sparizioni dei tre piccoli. Tutto è avvenuto in una tranquilla zona residenziale della periferia sudovest di Londra, e in pochissimi giorni. Il peggiore degli incubi per questi genitori, la paura più grande per ogni famiglia, una psicosi di massa ingigantita dalla spregiudicata voracità dei media.
La scoperta di un corpicino senza vita in un parco materializza l’orrore tanto temuto: Patrick sa che il tempo stringe, che in questa indagine nulla è come sembra, e che l’Accalappiatore di bambini non sarà una preda facile da catturare.”
Il thriller esce in Italia il 4 luglio 2017. L’accalappiatore di bambini è un bel tomo di 414 pagine, per la traduzione di Daniele Cianfriglia.
Per chi ha letto i due romanzi scritti dal solo Edwards la presenza di Louise Voss si percepisce da un diverso stile di scrittura: più frizzante, più diretto, talvolta più angosciante. Cosa che in questo genere di storie non fa che migliorare il coinvolgimento del lettore.
Gli autori si confessano
Sul sito ‘thrillernord.it’ ho trovato un’interessante intervista di Francesca Giovannetti ai due coautori. Vi propongo un trio di estratti che ritengo molto interessanti.
“Domanda: Come e quando è iniziato il vostro sodalizio letterario?
Louise: Molto tempo fa – circa 18 anni. Ho visto Mark in un documentario alla tv in cui si cercava di spiegare agli scrittori come riuscire ad essere pubblicati e mi sono sentita subito in sintonia con lui perché ci trovavamo esattamente nella stessa fase della nostra carriera, avevamo entrambi scritto due libri che avevano ottenuto molti consensi tra il pubblico.
Attraverso il suo agente gli ho inviato una breve email per augurargli buona fortuna, e siamo diventati amici di penna. Dopo di ciò non ci siamo mai visti per circa un paio di anni. Quando abbiamo scritto il primo romanzo insieme “Cupido deve morire”, Mark viveva in Giappone da un anno – abbiamo fatto tutto attraverso email.
Domanda: A chi o cosa vi siete ispirati per creare il personaggio di Patrick Lennon, un detective capace ma tormentato da una devastante storia personale?
Mark: Veramente è abbastanza difficile ricordare da dove sia venuta la prima idea, ma so che volevamo creare un detective uomo che fosse duro ma sensibile, un uomo moderno che è costretto ad affrontare tutto ciò che la vita mette sulla sua strada, oltre ad avere l’enorme responsabilità di catturare killer e rapitori di bambini.
Abbiamo deciso di creare un personaggio che avrebbe fatto innamorare i lettori, quindi abbiamo deliberatamente scelto di renderlo sexy!
Nei thriller, molti detective combattono con dei demoni – che sia l’alcol, un divorzio o un caso del passato finito terribilmente male – ma credo che con Lennon abbiamo creato un personaggio abbastanza originale. Mi piacerebbe essere come lui nella vita reale!
Scrivere a quattro mani
Domanda: In passato, entrambi avete scritto una serie di libri individualmente. Quali sono le principali differenze tra lo scrivere da soli e lo scrivere in coppia?
Louise: Scriviamo ancora individualmente, in questo periodo più di quanto non lo facciamo insieme a causa dei nostri impegni. Io trovo che scrivere insieme sia più facile. Impiego molto più tempo a trovare una trama quando lo faccio da sola. Ma credo che la differenza più grande sia non dover dividere a metà i guadagni.”
Il mio parere
Molto soddisfatto dalle due precedenti letture, ho resistito qualche tempo prima di leggere L’accalappiatore di bambini. Poi, per fortuna, la curiosità ha prevalso. Ed eccomi qui a consigliarvi di leggere questo thriller molto intrigante.
Niente è come sembra recita la sinossi: ed è assolutamente vero. Credo che anche i più perspicaci fra i lettori, dovranno sudare non poco per intuire chi sta dietro ai rapimenti.
Leggete il libro e forse tornerete a scoprire il duetto Voss & Edwards altre volte. Ciao!
Per chi desidera approfondire od acquistare
- L’accalappiatore di bambini (2017 – il libro di oggi):[amazon_link asins=’B06VWP1Y8T’ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’8c2d5989-140e-11e8-8cbf-a58681afa19f’]
- Lei che ama solo me ( 2015 – di Mark Edwards):[amazon_link asins=’B011AES4HK’ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’b8d6e983-140e-11e8-a648-cddbb688dce3′]
- L’ultima avventura (2016 – di Mark Edwards):[amazon_link asins=’1503937968′ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’d695cfcb-140e-11e8-a252-b7dd5acce5ab’]
Prossimamente
La forma dell’acqua del visionario Guillermo del Toro. Una favola per adulti che, grazie a qualche magica alchimia funziona magnificamente. Un grande omaggio al cinema. Bellissimo e poetico.
Rispondi