Innanzitutto un film sull’amore
La sintesi che mi è apparsa più appropriata, dopo la visione del film, sta nelle parole di Nicole Kidman che ho ascoltato negli Extra inseriti nel DVD della Koch Media:
“Ho sempre creduto – dice l’attrice che nel film impersona Patti, la seconda moglie di Eric Lomax – che le persone si leghino indissolubilmente attraverso il dolore. Non credo che le persone si innamorino profondamente e trovino il vero amore quando va tutto bene. L’amore si trova quando insieme si è conosciuto il dolore. E se poi si sceglie di stare insieme, è perché a quel punto si è trovato un sentimento profondo”.
La stessa chiave di lettura l’ho ritrovata sul sito di Repubblica “d.repubblica.it” dove nel settembre del 2014 la giornalista Eva Grippa riporta una intervista con Patricia Wallace, la vera Patti. Alla domanda: ‘Qual’è stato il suo vero ruolo nella tragica storia del marito?’ l’anziana signora risponde così: “L’ho aiutato a capire che aveva bisogno di aiuto. C’è voluto molto tempo. È stato come avere a che fare con un alcolista: doveva capire di aver bisogno di aiuto, per poter essere aiutato.”
Poco prima aveva risposto ad una domanda ancora più impegnativa riguardo a quanto il personaggio della Kidman rispecchiasse o meno la sua vera natura:
“All’inizio la mia famiglia non vedeva bene la Kidman nel ruolo: è australiana, con questi bellissimi capelli biondi e questi grandi occhi blu, mentre io sono inglese, castana con occhi marroni. Ma si sono ricreduti, dicendo che ‘mi hanno riconosciuta’ nella sua interpretazione.”
Il film
Realizzato nel 2013 e diretto da Jonathan Teplitzky, ha come protagonisti principali l’inglese Colin Firth (nei panni di Eric Lomax adulto) e l’australiana Nicole Kidman (nel ruolo di Patti la moglie di Lomax).
Presentato in anteprima mondiale il 6 Settembre del 2013 al Toronto International Film Festival è costato circa 18 milioni di dollari e 17 mesi di lavoro, a partire dall’Aprile del 2012, tra riprese e postproduzione.
La trama è così condensata nel retro del DVD della Koch Media:
“Nel 1942 la città di Singapore si arrende ai giapponesi. Tra le decine di migliaia di soldati catturati e fatti prigionieri c’è anche il giovane tenente Eric Lomax appassionato della costruzione di piccoli apparecchi radio. Mandato a lavorare forzatamente sulla linea ferroviaria giapponese che collegherà la Thailandia con la Birmania, Lomax si lascia coinvolgere nella costruzione di alcune radio clandestine ma viene scoperto dai soldati giapponesi, che gli infliggono umiliazioni e torture. Dopo il periodo di prigionia, Lomax ritrova la libertà con la fine della guerra ma il ricordo di quanto subito è sempre vivido. Anni dopo, Eric vive con la moglie Patti quando scopre che uno dei suoi torturatori è ancora in vita…”
Significative le differenze fra film e libro, ma di questo parleremo nel confronto.
Il regista
Jonathan Teplitzky è un regista e sceneggiatore australiano poco noto al pubblico italiano. I suoi film, apparsi in sala tra il 2000 ed il 2013, sono rimasti confinati nelle distribuzioni di lingua inglese. Better Than Sex (2000), Gettin’ Square (2003), Burning Man (2011) sono praticamente sconosciuti ed i DVD non disponibili nel nostro paese.
Quindi è proprio attraverso The Railway Man (il nostro film) che riusciamo a sapere qualcosa in più di questo regista. Intervistato sugli Extra del DVD dichiara:
“Le storie di perdono sono molto vaghe. Questa invece è molto specifica. Una storia vera che racconta fatti veri. Mi ha sempre affascinato il modo in cui poteva essere descritta e raccontata. Quando ho letto la sceneggiatura, diversi anni dopo che era stata finita, mi è sembrata una storia eccezionale.
I personaggi di Eric e Nagase così diversi, nemici sotto tanti punti di vista, all’inizio si trovano agli antipodi e, alla fine, instaurano una relazione molto intima. Il film non parla solo di perdono, ma della condizione umana, del meglio e del peggio del comportamento umano.”
Le location
Le riprese hanno come location Edimburgo, North Berwick e St. Monans in Five in Scozia per una parte del film, e saranno successivamente concluse in Thailandia e infine ad Ipswich nel Queensland australiano
Gli attori ed i veri protagonisti
Secondo le parole del regista la scelta di Colin Firth per il ruolo di Eric Lomax maturo è stata quasi naturale. Le capacità interpretative dell’attore inglese e le sue caratteristiche fisiche si sono dimostrate subito adeguate a rappresentare al meglio il personaggio. Quasi incredibile invece l’individuazione dell’attore destinato a dare un volto al giovane Eric durante la prigionia. Prendo in prestito ciò che riferisce Jonathan Teplitzky. Dopo aver convenuto che è stato lo stesso C. Firth a fare il nome di Jeremy Irvine, noto al grande pubblico per la sua partecipazione a War Horse, ci mette al corrente di quanto segue:
“Stranamente, quando abbiamo cercato la foto di Eric su Internet, abbiamo notato una somiglianza incredibile tra lui a 20 anni e Jeremy. Jeremy, inoltre, somiglia molto a Colin quando aveva 20 anni. La scelta è stata molto, molto facile.”
Mentre stavano lavorando sulla sceneggiatura, Colin Firth e lo sceneggiatore Frank Cottrel Boyce si recarono a Berwick-upon-Tweed per incontrare il 91enne Lomax e ricevere la sua testimonianza diretta e consigli per dare al film la massima verosimiglianza con la realtà vissuta dal protagonista. Al ritorno Colin, profondamente colpito dall’incontro, rilascia questa dichiarazione:
“Penso che un passato che porta con sé i ricordi di brutalità e torture diaboliche come quelle della storia di Lomax sia perennemente rilevante. Invece ciò che non viene spesso affrontato è l’effetto nel tempo. A volte vediamo storie di come sia tornare a casa dalla guerra, ma raramente vediamo storie che ci spiegano cosa succede decenni più tardi. Qui non si parla solo di sofferenza ma si parla di relazioni interpersonali… degli effetti con rapporti più intimi, con l’amore”.
Conclusione
Un film da vedere. Con coraggio, con consapevolezza. Pronti a scoprire come talvolta la realtà superi qualsiasi fantasia.
Molti premi: AACTA Awards e FCCA Awards agli sceneggiatori Andy Paterson e Frank Cottrell Boyce per il loro lavoro nel film. AACTA Awards a David Hirschfelder per la colonna sonora, e ACS Awards a Gary Phillips per la fotografia.
Altre interessanti notizie e curiosità nel confronto fra film e libro.
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