Ho deciso di proporvi questa settimana la recensione del romanzo Lei che ama solo me dello scrittore inglese Mark Edwards.
Devo confessarvi che, come sono solito fare, cerco di dedicare il mio articolo ad uno dei romanzi scelti fra le letture più recenti di un determinato autore. Avevo perciò deciso di recensire Le gazze che è, in effetti il romanzo di Mark Edwards pubblicato da Amazon Crossing nella nostra lingua solo da pochissimo (19 marzo 2019).
Ma al termine della lettura di questo thriller, il primo dello scrittore, ho ricordato di quanto mi fosse piaciuto il suo Lei che ama solo me, il primo tradotto.
In effetti questo è il secondo poliziesco dell’autore, ma l’avevo trovato talmente avvincente che non ho avuto dubbi sull’oggetto della mia nuova recensione.
La sinossi di Lei che ama solo me
“Quando Andrew Sumner incontra la bella e indomita Charlie, pensa che finalmente le cose stiano cominciando a girare per il verso giusto per lui.
La loro è una relazione intensa e passionale, ma presto Andrew inizia a chiedersi se per caso non stia perdendo la lucidità.
Alcune cose spariscono dal suo appartamento. Ha la sensazione che qualcuno lo stia seguendo.
E quando la sfortuna e la tragedia colpiscono i suoi amici e i suoi cari, Andrew è costretto ad affrontare un’inquietante verità…
Charlie è la ragazza dei suoi sogni o il suo peggiore incubo?
Con Lei che ama solo me Mark Edwards ci regala un’avvincente storia di gelosia, ossessione e morte.”
Lei che ama solo me (Because She Loves Me) viene pubblicato per la prima volta in lingua inglese nel 2014. La traduzione italiana curata da Roberta Maresca arriva circa un anno dopo (novembre 2015) ed è un volume di 382 pagine.
La lettura del thriller è decisamente coinvolgente ed al termine della stessa, cerco altri titoli dell’autore per continuare la positiva esperienza di lettore.
Ma per molti mesi, solo altri titoli in lingua originale. E decido di aspettare pazientemente. Finché dopo un altro anno ecco L’ultima avventura (Follow You Home) che acquisto e leggo con altrettanto piacere.
E poi altri due titoli in italiano: L’accappiatore di bambini (From the Cradle) e poi il recentissimo Le gazze (The Magpies). Entrambi acquistati e letti con attenzione.
L’autore
“Mark Edwards scrive thriller psicologici ispirandosi a grandi autori come Stephen King, Ira Levin, Ruth Rendell, Ian McEwan, Val McDermid e Donna Tartt.
Dopo aver raccolto fave, risposto a telefonate di reclamo per una società ferroviaria, insegnato l’inglese in Giappone e lavorato come direttore marketing, è ora uno scrittore a tempo pieno.
Ha pubblicato una serie di romanzi gialli scritti a quattro mani con Louise Voss.
The Magpies ha rappresentato la sua prima impresa “in solitaria”, con la quale è stato in vetta alle classifiche Kindle del Regno Unito per tre mesi. Dato il grande successo, il romanzo è stato rieditato e pubblicato da Thomas & Mercer nel novembre 2013. Lei che ama solo me è il suo secondo thriller.
Attualmente Mark vive in Inghilterra con la moglie, i loro tre figli e un gatto fulvo.”
Riprendo questa nota introduttiva dall’interno del libro di oggi.
Ma vorrei sottolineare una peculiarità dell’autore e cioè quella di aver scelto di costruire i suoi romanzi trattando eventi, spesso terrificanti, ma vissuti da persone comuni.
Ed è proprio questa apparente normalità dei personaggi a dare un sapore particolarmente realistico ai suoi thriller.
Il messaggio di Lei che ama solo me
Senza voler anticipare niente che possa limitare la piacevolezza della scoperta, aggiungo qui alcune note di Edwards inserite in una lettera al lettore posta dopo la conclusione del romanzo.
Scrive: “Vorrei parlarti un po’ dei fatti che hanno ispirato la stesura di questo libro. […]
…anch’io ho sperimentato sulla mia pelle gli effetti della gelosia. Quando ero all’università stavo con una ragazza che mi rendeva la vita un inferno, perché un mostro dagli occhi verdi albergava dentro di lei.
Mi accusava di essere attratto da tutte le donne che conoscevo; si arrabbiava se in televisione compariva una bella donna; pretendeva che troncassi i rapporti con le mie amiche.
Quando andavo a lezione, mi agitavo e sudavo freddo se una ragazza carina si sedeva accanto a me, per paura di quello che lei avrebbe fatto nel caso lo avesse scoperto.
Dato che ero un diciannovenne idiota, la lasciai fare per un bel po’ prima che il nostro rapporto si logorasse. Anni dopo andai a vivere con una donna che non era gelosa ma che, quando mi ruppi una gamba e rimasi bloccato in casa per settimane (eh già, proprio come Andrew), mi disse che quella situazione la rendeva felice. «Così posso sapere sempre dove ti trovi e cosa stai facendo» furono le sue parole. […]”
Gelosia dunque ed i suoi effetti più devastanti, patologici, distruttivi…
“[…] Ma ho sperimentato la gelosia anche in prima persona. So cosa si prova quando quel male oscuro s’impadronisce di te e divora il tuo buon senso, riempiendoti di paranoia, rabbia e paura.
È il sentimento più irrazionale e brutto che ci sia e sono contento di non provarlo più da moltissimo tempo.
La combinazione di tutte queste cose mi ha spinto a scrivere un libro sulla gelosia …”
Sfogliando le prime pagine
Il protagonista ha, da poco, subito un complicato intervento agli occhi. E sta aspettando il proprio turno per essere ricevuto dall’oculista, davanti al distributore delle bevande calde. (Capitolo 1)
“[…[ feci cadere la moneta.
Imprecai a fior di labbra e la rincorsi per tutto il corridoio, finché non andai a sbattere contro una ragazza che stava passando davanti alla sala d’attesa. «Scusa. Io…»
Mi fermai di colpo, qualsiasi stupidaggine stessi per dire, le parole mi si bloccarono in gola. Anche se avevo le pupille dilatate la vedevo benissimo; era un pezzo che non vedevo così bene qualcuno.
Era bella. Capelli rossi con la frangia che arrivavano appena sotto le spalle. Enormi occhi verdi. Labbra carnose, a cuore. Una spolverata di lentiggini delicate. Indossava una camicetta bianca e una gonna dritta e aveva il tesserino del servizio sanitario nazionale appeso al collo. Purtroppo vedevo le parole sfocate e non riuscii a leggere come si chiamasse o che lavoro facesse.
La ragazza si accovacciò per togliersi la sterlina da sotto la scarpa e io scorsi il profilo di un tatuaggio sulla sua caviglia, un’accesa nota di colore nascosta sotto le sobrie calze nere.
Doveva avere qualche anno meno di me, ventisei forse, ma in confronto a me, che indossavo un paio di jeans sbracati e un cardigan, sembrava più matura. Mi rivolse uno sguardo divertito quando mi restituì la moneta. «Ti consiglio la cioccolata calda.» Aveva una leggera cadenza del nord.
L’apparizione
La fissai. In tutta onestà devo dire che se qualcuno prima di quell’incontro mi avesse chiesto di descrivere la mia donna ideale avrei descritto lei.
Era un mix di tutte le ragazze e le donne che avevano contribuito a plasmare i miei gusti: la bambina seduta davanti a me alle elementari; la divorziata che abitava due porte più in là e usciva sempre a prendere la posta con una vestaglia di seta nera; la protagonista del mio telefilm preferito; la prima ragazza che avevo baciato.
Eccola, la donna perfetta, proprio di fronte a me. «Il caffè è piscio di vacca» continuò, un luccichio malizioso negli occhi.
Mi lambiccai il cervello per trovare qualcosa di intelligente da dire, mentre lei continuava a sorridermi. Prima che potessi riuscirci (a dire il vero avrei potuto impiegare dei mesi a partorire una battuta decente), sentii un uomo pronunciare il mio nome.
«Andrew Sumner.»
Il dottor Yassir Makkawi, lo specialista oftalmologo con la faccia da bambino che mi seguiva lì al Moorfields sin da quando mi ero operato, era in piedi davanti alla porta del suo studio.
La ragazza dai capelli rossi mi sorrise un’ultima volta e si incamminò di nuovo lungo il corridoio.
«Vedo che non ha più problemi all’occhio.»
«Eh?»
Il dottor Makkawi inarcò un sopracciglio e mi resi conto che stavo fissando la sagoma che si allontanava. La ragazza svoltò l’angolo e sparì. Avrei voluto correrle dietro. Invece entrai nello studio del dottore e feci tutto quello che mi chiese.”
Innamorato pazzo
Charlie entra nella vita di Andrew come un meraviglioso uragano. Una valanga di passione che tutto travolge e tutto conquista.
Al Capitolo 12 di Lei che ama solo me Mark Edwards la descrive così.
“Nelle due settimane che seguirono, Charlie e io piombammo nella routine, anche se routine non è proprio il termine esatto, perché fa pensare a una vita che scorre in modo banale e noioso, senza avvenimenti particolarmente rilevanti, in cui ogni giorno passato è un giorno in meno che separa dalla tomba. Per noi non era affatto così.
Con Charlie ogni giorno era una piccola avventura, anche se non facevamo granché. Restava a dormire da me quasi tutte le sere e il giorno dopo ci alzavamo, facevamo colazione insieme e ci salutavamo, quindi lei andava a lavorare al Moorfields e io mi sedevo al computer, poi c’incontravamo alla sera e uscivamo a bere qualcosa, guardavamo un film o esploravamo Londra, seguendo una guida di itinerari che Charlie aveva scovato in un negozio di cose usate e che ci aveva fatto scoprire sentieri fluviali, paludi nascoste, bellissime piazze e vicoletti bui.
In alternativa passavamo la serata a casa mia, accoccolati sul divano o a letto, oppure bevendo vino nella vasca da bagno. Bevevamo un sacco di vino, guardavamo stupidi programmi in televisione e continuavamo a fare molto sesso. Eravamo entrambi insaziabili, riuscivamo a malapena ad andare da una stanza all’altra senza toglierci i vestiti di dosso.
La notte mi addormentavo quasi sempre con Charlie che mi stringeva forte, così stanco e stremato che pensavo di non farcela l’indomani, convinto che le mie energie si fossero prosciugate. Ma il giorno dopo ricominciavamo da capo. Guardando indietro, è come se fossimo stati presi da una smania che andava al di là della lascivia tipica degli inizi di una nuova relazione. […]”
Gelosia
Amore: tanto, continuo. Una donna bellissima e perfetta. Un futuro da sogno. Una prospettiva di vita insieme. Finché la gelosia si insinua come un aspide mortale.
Arriviamo a pagina 195, quasi a metà di Lei che ama solo me.
“Lei si ritrasse come un vampiro dall’aglio.
«Stammi lontano. Puzzi di lei.»
Non mi era mai capitato di dover affrontare una situazione simile. Che cosa dovevo fare? Una parte di me, quella stanchissima, voleva ignorarla e rannicchiarsi con la trapunta fin sopra la testa.
Ma quello non era un semplice attacco di gelosia. Stava tremando e tutto quello che volevo fare era abbracciarla, rassicurarla, farla sentire meglio. Risolvere la questione.
L’altra opzione, mettersi sulla difensiva, cominciare una lite e dirle di non fare la stupida, quasi non mi sfiorò la mente.
«Charlie, tesoro, ma di che parli? Ho dormito sul divano. Anzi, non ho dormito affatto. Sasha…»
«Lo credo bene. Eri troppo occupato a… […]
È questo che vuoi, Andrew? In realtà non vuoi una donna libera, vera e passionale come me. Vuoi quella puttanella presuntuosa, cafona, imbrogliona… […]
L’ultima parola le uscì come un grido strozzato. Ero senza parole. «Allora?» continuò. «Hai intenzione di startene lì con la bocca aperta come uno stupido pesce rosso? Non vuoi prendere le difese della tua ragazza?»
«Sei tu la mia ragazza» replicai.
Sbottò a ridere e si mise in ginocchio. Fu allora che notai il coltello sul cuscino: il coltello da cucina più affilato della casa, quello con il manico nero che Charlie usava spesso per sminuzzare le verdure. Dalla lama colava una sostanza scura.
«Sono io la tua ragazza. Sì, sì, sono io. Allora perché, perché?, passi la notte con un’altra? Rispondimi.» […]”
Lei che ama solo me
Dopo situazioni che ormai virano verso il drammatico sempre più buio, il romanzo si trasforma in un vero proprio thriller che sembra preludere ad un epilogo torbido e scontato.
Il rapporto fra Andrew e Charlie incatena il lettore proponendogli situazioni sempre più angoscianti e quasi insopportabili.
Ma l’autore, quando ormai tutto sembra ben chiaro, con rara abilità, vira bruscamente il timone della storia presentandoci una realtà assolutamente imprevista e, per certi aspetti, ancora più angosciante.
Chi è veramente la bellissima, passionale, innamoratissima Charlie?
Cosa sta succedendo nella vita di Andrew? E’ lui che sta impazzendo od è lo scenario che lo circonda a precipitare vorticosamente verso la follia?
Non è mia intenzione rivelarvi niente più di questo.
Con abile intuito commerciale Alessandra Tavella responsabile del progetto e content editor di Amazon Publishing ha giocato bene le sue carte pubblicando questo thriller in italiano.
Penso che tanti altri lettori come il sottoscritto, dopo la lettura di Lei che ama solo me, ormai considerino Edwards come uno dei migliori autori contemporanei di questo genere.
A cui va dato merito, a mio avviso, di proporci nuovamente anche altri suoi lavori scritti a quattro mani con l’altrettanto brava Louise Voss.
Io ho sentito il bisogno di non tralasciare neppure uno solo dei romanzi dell’autore appena sono stati tradotti.
Ed ora è prevista, per il prossimo 8 di ottobre, l’uscita del romanzo dal titolo italiano Gioia mortale, che segue a ruota le prime avventure del detective Lennon.
E posso confermare, che L’accalappiatore di bambini, primo volume di questa nuova serie della coppia Voss – Edwards, risulta una delle recensioni più cliccate fra i romanzi proposti dal blog.
Grazie per l’attenzione e buone letture a tutti voi!
Dello stesso autore
L’accalappiatore di bambini recensito il 21 febbraio 2018
Per chi desidera approfondire od acquistare
- Lei che ama solo me (Because She Loves Me – 2014) – il libro di oggi
- Le gazze (The Magpies – 2013) – il primo romanzo in solitario
- L’ultima avventura (Follow You Home – 2015) – il terzo romanzo, sempre in solitario
- Gioia mortale (The Blissfully Dead – 2015) ( in italiano da ottobre 2019) – Il prossimo della coppia Voss – Edwards
(prenotabile)
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