Sinossi di Missione impossibile: “Nel pieno della seconda guerra dacica, il re dei daci Decebalo rapisce uno dei più stretti collaboratori dell’imperatore Traiano, il generale Longino.
Un giovane tribuno di illustre famiglia chiede al sovrano di affidargli un pugno di uomini per andarlo a liberare. La missione si prospetta ai limiti dell’impossibile: si tratta di attraversare le linee nemiche in pieno inverno, tra fortezze e guarnigioni barbare, fino al cuore del regno dacico.
Lo stato maggiore imperiale individua cinque uomini che non hanno più niente da perdere: cinque soldati sacrificabili, ma anche disposti a tutto pur di recuperare l’onore e la dignità compromessi. Il drappello parte senza sapere che un uomo si è lanciato al suo inseguimento.
È Gaio Messio, il centurione più decorato dell’esercito, disposto a disertare per compiere la sua vendetta su uno dei componenti del commando. La missione si rivelerà presto un viaggio nell’inferno nel quale ogni soldato è costretto a confrontarsi con i propri demoni, oltre che con i nemici…”
La descrizione nella sinossi che vi ho appena proposta è avvincente. La storia romana mi affascina. Andrea Frediani è un autore di cui avevo già letto altri libri alcuni anni fa. Un click e, meno di un minuto dopo, l’ebook di Missione impossibile è in bella vista all’interno della mia biblioteca virtuale.
Acquisto compulsivo? Forse.
Apro il libro
Missione impossibile è il romanzo più recente di Andrea Frediani. Un volume di 336 pagine, nell’edizione con copertina flessibile, pubblicato da Newton Compton Editori appare nelle librerie nel mese di Novembre 2017.
Un incipit ad inizio libro tratto dall’opera ‘Storia Romana’ dello storico romano Cassio Dione Cocceiano, ci fa capire che l’evento oggetto del romanzo non è solo frutto di fantasia.
Il primo del capitolo di Missione impossibile inizia così:
“Rufo Sita fissò incredulo i quattro astragali depositati per terra, nel ristretto spazio tra le sue gambe incrociate e quelle del suo avversario. Avevano proprio tutte le facce diverse. Poi spostò lo sguardo ai sesterzi che si erano ammucchiati al loro fianco nel corso della partita. Non poteva credere che fosse accaduto. «Incredibile… Non mi era mai successo… Il colpo di Venere! Gli dèi mi amano!», esclamò entusiasta la giovane recluta che Rufo aveva individuato come pollo da spennare; e adesso, invece, era quell’imbecille a spennare lui.
Neppure ricordava il suo nomen, accidenti… Lo aveva scelto proprio per quell’espressione ebete, tipica della recluta cresciuta nella bambagia, di buona famiglia e con ampie disponibilità economiche, ancora fiduciosa nella lealtà dei camerati, disposta a credere che tutti i soldati si aiutassero e si rispettassero in ogni circostanza.
Ma soprattutto perché nessuno voleva più giocare con lui, sapendo che i suoi astragali erano truccati e che era uno spiantato incapace di onorare i propri debiti. O quel tizio la sapeva più lunga di quanto lasciasse credere, oppure il suo era stato davvero un imprevedibile colpo di fortuna.”
Andrea Frediani, l’autore
Classe 1963, nato e cresciuto a Roma non ha mai nascosto il suo interesse per la storia. Laureato in storia medievale ha collaborato con molte riviste storiche. Nel 1997 pubblica il suo primo libro di saggistica storica (ad oggi ne ha pubblicati 23) e nel 2007 il suo primo romanzo: ‘300 guerrieri, la battaglia delle Termopili’. Missione impossible è il suo 17° e più recente romanzo nell’arco degli ultimi 10 anni. Tradotti in sei lingue, nella sola Italia le vendite hanno raggiunto un milione di copie.
I suoi ‘segreti’
Impressionato dalla produttività decisamente insolita di Andrea Frediani (1,7 romanzi all’anno) ho cercato di capirne i segreti. Ed ecco cosa ho scoperto (sul sito ‘romanzistorici.it’):
“D: Quali sono state le maggiori soddisfazioni e le maggiori difficoltà incontrate nello scrivere i suoi romanzi?
R: La soddisfazione maggiore deriva dal fatto che, dopo anni trascorsi a raccontare le storie degli altri, le gesta dei personaggi della storia, ho finalmente avuto l’opportunità di inventarmele io, le vicende, insinuandomi nelle pieghe della storia, tra la gente comune di cui i documenti di rado parlano. E’ una cosa che trovo molto eccitante. La difficoltà, all’inizio, è stata la forma stilistica da adottare.
Non è facile liberarsi del retaggio saggistico e assumere tutt’a un tratto uno stile narrativo che sia anche avvincente. Così ho deciso di scrivere nel modo più semplice possibile, per mantenere quello che è sempre stato il mio obiettivo: far arrivare la storia anche a chi ne è a digiuno. Poi ci sono le difficoltà di contenuto. Avendo una formazione accademica, non posso permettermi di “stuprare” la storia; pertanto ci sono molti paletti da rispettare, i fatti noti e documentati che non si possono cambiare, e che spesso, se l’obiettivo è quello di avvincere il lettore, rappresentano dei nodi narrativi ardui da superare o aggirare.
D: Quanto tempo ha dedicato al lavoro di “ricostruzione storica” all’interno delle sue trame?
R: Di solito, trascorro un periodo a documentarmi sul contesto storico, a delineare una trama efficace e dei personaggi coerenti. Più tempo trascorro in questa fase, meno ne impiegherò a scrivere il romanzo. Comunque, dopo una quindicina di saggi storici pubblicati, qualcosa l’ho immagazzinata e di solito non è una fase troppo lunga.”
Qualche spunto per aspiranti scrittori?
Le mie impressioni
Missione impossibile è un romanzo storico che assomiglia ad un ottimo thriller. Ancora di più: perché Frediani utilizza i meccanismi dei thriller psicologici e trasforma un episodio di guerriglia dacica in qualcosa di particolarmente moderno. Sono le emozioni dei vari personaggi, prima ancora delle loro imprese, che vengono continuamente messe a nudo. Uomini diversissimi accomunati in una avventura che non avrebbero mai condiviso se solo fossero stati liberi di scegliere.
Soprattutto costretti ad accettare un comandante (Lucio Valerio) che è l’esatto opposto di colui che ogni soldato vorrebbe come guida. Tanto pieno di difetti da non meritare rispetto da parte di nessuno dei suoi subalterni. Un nobile arrivista inetto e codardo… da obbedire e (segretamente) disprezzare.
Un esempio
“Chi osava ordinargli di fermarsi proprio quando si era finalmente sbloccato? Poteva essere solo l’imperatore, o qualche legato di legione, i soli che avessero più autorità di lui nell’esercito imperiale. Strizzò gli occhi più volte e solo dopo qualche istante capì che di fronte a sé aveva il centurione Quinto Furio Clemente. Quell’idiota si metteva sempre in mezzo. Poi guardò gli altri: Curzio Musio, Cecilio Avito, Rufo Sita, Meda… e ricordò dov’era e cos’era successo.
Fissò la sua vittima, ridotta quasi a una poltiglia sanguinolenta appena affiorante dal fango. E si sentì addosso gli sguardi costernati dei suoi uomini, in un silenzio denso di imbarazzo. «Io… ho visto che stava per uccidere Cecilio Avito…», mormorò; ma nello stesso momento in cui lo diceva, gli venne in mente l’immagine del dace disarmato e con le braccia alzate. Il centurione emise un profondo sospiro. «Un prigioniero ci avrebbe fatto comodo», replicò scuotendo la testa. Che impudente! Lucio Valerio si chiese se, al suo primo combattimento, Quinto Furio si fosse dimostrato più coraggioso. E comunque, era chiaro che voleva metterlo in difficoltà davanti ai soldati. «Non credo proprio. Un’altra bocca da sfamare e un altro peso morto da portarsi dietro, oltre all’immunis…», ribatté stizzito. Tutti evitarono di rispondergli ma anche di guardarlo negli occhi, notò Lucio Valerio.”
Ho divorato questa storia ‘antica’, ma sempre attuale, fino all’ultimo capoverso. Quale esito avrà avuto la missione?
Impossibile saperlo, senza leggere il bel libro di Frediani. Ve lo raccomando!
Per chi desidera approfondire od acquistare
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