Yukio Mishima, l’autore di Neve di Primavera è uno scrittore che ancora non conosco quando sono attratto dalla coloratissima copertina del romanzo pubblicato dalla Feltrinelli.
In questi ultimi anni gli scrittori giapponesi, che la mia curiosità mi ha portato a scoprire, mi hanno quasi sempre premiato con una scrittura o contenuto che ho poi apprezzato molto. Ma questa volta sono il titolo e la copertina, ancora più della sinossi a spingermi all’acquisto.
Ma ecco la sinossi del romanzo
“La storia è ambientata in Giappone dopo la guerra russo-giapponese, negli anni che precedono la prima guerra mondiale, e il contesto è quello dell’alta società, convenzionale e tradizionalista ma attratta anche dalla moderna civiltà anglo-occidentale.
Tutti sono ossessionati dal decoro, dal rispetto delle apparenze e dalla conformità a regole antiche, nonostante l’ipocrisia di fondo, in una realtà che sta rapidamente mutando. Protagonista principale è il giovane Kiyoaki Matsugae, appartenente a una famiglia di Samurai, figlio di marchesi, ma cresciuto nella più aristocratica casa dei conti Ayakura, vicina alla corte imperiale, dove ha ricevuto un’educazione estremamente elitaria.
Trascorre così pubertà e adolescenza al fianco della figlia dei conti, Satoko, di due anni maggiore di lui. Kiyoaki ha ora diciott’anni, frequenta la Scuola dei Pari, e ha per amico Honda Shigekuni, un ragazzo concreto e positivo, più maturo e consapevole di lui.
Satoko ha vent’anni ma ancora non ha accettato un pretendente, essendo segretamente innamorata di Kiyoaki, che è un bellissimo giovane, di gusti raffinati e tratti aggraziati. Per indole ed educazione è malinconico e sensibile, orgoglioso e capriccioso, emotivo e instabile, tutto sentimento e privo di volontà, ignaro ancora del proprio desiderio sessuale e quindi infantile nel giocare con l’affetto di Satoko.
L’amore tra i due in ogni caso sboccia, in circostanze a loro sfavorevoli, e li trascina in una passione senza vie d’uscita, che li travolgerà entrambi. Honda intanto assiste come muto testimone ai mille moti contraddittori del cuore e alle sfumature dei sentimenti dell’amico che per la prima volta si trova a gestire emozioni di cui non ha esperienza, affrontando pure l’incomprensione di una società adulta ostile.”
Il libro
Come succede ormai da qualche anno, scarico l’ebook sul mio kindle e qualche tempo dopo inizio la lettura.
Pubblicato da Feltrinelli nella sua ‘Universale Economica’, Neve di primavera è un volume di 320 pagine nell’edizione cartacea, e si avvale della traduzione di Andrea Maurizi.
So da tempo che la traduzione dal giapponese è un compito tutt’altro che facile. Ma fin dalle prime pagine del romanzo percepisco che lo stile di scrittura è particolarmente fluido ed accattivante. E questo è certamente il risultato combinato di una buona scrittura ma anche di un’ottima traduzione. Al professor Maurizi i miei complimenti per la sua traduzione del romanzo di Mishima.
Il libro che vi sto proponendo appartiene ad una tetralogia intitolata Il mare della fertilità, scritta fra il 1968 ed il 1970, ed è il primo romanzo dei quattro che la compongono.
Solo adesso, a lettura ultimata, trovo la conferma che Neve di primavera è un romanzo che non potevo ignorare.
Ed ecco il perché.
Alcuni frammenti
Dal cap. 31
“I raggi penetranti del sole si infiltravano nelle pieghe più profonde delle nuvole simili a latte cagliato in ebollizione, immobili al largo. I raggi del sole scolpivano in rilievo le parti in ombra, mostrandosi ancora più forti di quanto in realtà non fossero.
Sembrava che nei recessi delle nuvole, nelle parti in cui la luce stagnava languida, sonnecchiasse un tempo molto più lento di quello esterno. Viceversa, nelle parti in cui le guance delle nuvole erano esposte alla sfrontatezza dei raggi solari, pareva trascorrere un tempo molto più veloce e drammatico. Erano comunque territori preclusi agli esseri umani e di conseguenza sia il torpore sia la tragedia erano della stessa natura.
Quando Kiyoaki le fissava, le nuvole sembravano statiche, ma bastava che distogliesse anche per pochi istanti lo sguardo che il loro aspetto mutava in maniera radicale. In un attimo le eroiche criniere si scompigliavano come i capelli di una persona che dorme. Se le fissava con aria trasognata, si immobilizzavano nel loro disordine. Che cosa si scioglieva?
In una frazione di secondo le loro forme tese, compatte, bianche e cariche di luce si rilassavano come una persona travolta dal più ridicolo e molle dei sentimenti. Si trattava comunque di una liberazione.”
Poesia pura, espressa attraverso una prosa alla quale non siamo più abituati. Forse stucchevole per qualcuno. Ma certamente, per me, piena di fascino letterario.
Il titolo: dove si annida
“Quel giorno, nella pianura di Yamato, fiocchi di neve danzavano sui campi di susuki ingialliti. La neve di primavera è così sottile che può essere scambiata per uno sciame di piccoli insetti alati. Se ci sono le nuvole si confonde col colore del cielo, ma se esce anche solo qualche debole raggio di sole, si capisce subito che si tratta di neve farinosa fluttuante nell’aria.
La temperatura era molto più rigida rispetto ai giorni in cui nevica pesantemente. Kiyoaki, la testa poggiata sul guanciale, pensava a come dimostrare a Satoko la suprema sincerità dei propri sentimenti.
La sera precedente aveva chiesto aiuto a Honda, ed era certo che l’amico si sarebbe precipitato da lui quello stesso giorno. Forse l’amicizia di Honda sarebbe perfino riuscita a commuovere la badessa. Prima però doveva fare una cosa, doveva provare qualcosa: senza l’aiuto di nessuno doveva dimostrare una volta per tutte la sincerità del suo cuore.”
Siamo qui al capitolo 52. La storia di intrecci affettivi fra Kiyoaki, Honda e Satoko si sta avvicinando al suo epilogo. E la scrittura di Mishima intrisa di una poetica inconsueta ed onnipresente ci racconta gli ultimi passi di questi giovani protagonisti nel mondo di convenzioni che li circonda e dal quale sono inesorabilmente travolti ed incatenati.
Yukio Mishima
Difficile riassumere in poche parole la parabola umana e letteraria di questo straordinario autore giapponese scomparso. Il link del sottotitolo del paragrafo riporta alla pagina di wikipedia che riassume gli aspetti più salienti di una vita che molti critici hanno paragonato a quella di Gabriele d’Annunzio.
Scrittore prolifico ed artista eclettico, Mishima racconta il Giappone delle tradizioni più autentiche, ed ogni pagina di Neve di primavera sembra svilupparsi ai ritmi di una tipica rappresentazione Kabuki.
Ventiquattro romanzi pubblicati fra il 1944 ed il 1968. E poi il presente ‘Haru no yuki’ (Neve di primavera).
Di questo romanzo è stato scritto: “In Neve di primavera, Mishima raggiunge forse l’apice dell’accuratezza nella descrizione dei sentimenti e degli stati d’animo dei personaggi.”
La mia opinione sul romanzo
Ogni pagina di questa storia porta il lettore ad immergersi da coprotagonista in un mondo incantato che spesso intravediamo nei coloratissimi dipinti che popolano la migliore pittura nipponica dei secoli scorsi.
Stati d’animo, descrizioni, dialoghi, comportamenti e relazioni interpersonali sono come sospesi dal soffio incessante delle parole che l’autore propone con particolare sensibilità ai lettori catturati dalle sue narrazioni.
Tutto sembra talvolta muoversi in rigidi schemi codificati. Eppure i personaggi riservano continue sorprese in questo piccolo mondo dove amore, amicizia e tragedia sembrano talvolta schegge impazzite che neppure i protagonisti riescono a controllare.
Una storia inserita in un mondo incredibilmente diverso dal nostro, per tradizioni, cultura e nel tempo. Eppure capace di catturare la nostra simpatia e condivisione per le profonde vicende umane che alimentano i personaggi.
Con Neve di primavera ho trovato un inatteso capolavoro da inserire nella parte più bella della mia biblioteca.
Per chi desidera approfondire od acquistare
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