Nina Mastrantonio, donna, bella e nera è la protagonista della recensione di oggi. Sto parlando di Notte al Casablanca un noir uscito dalla scrittura di Daniela Grandi.
– “Come in tutti i campi, le donne si sono prese uno spazio che avevano desiderio di occupare. Non senza difficoltà.” E’ questo il parere di Daniela Grandi, scrittrice e autrice del programma televisivo pomeridiano di La7 “Tagadà”.
Il romanzo Notte al Casablanca rappresenta la prima opera noir dell’autrice, che affrontando un genere prevalentemente maschile, accomuna se stessa con la protagonista del libro Nina Mastrantonio, anche lei una “mosca bianca” in un mondo da sempre prerogativa degli uomini. –
Queste che ho appena trascritto sono le prime parole che aprono un’interessante intervista alla scrittrice e pubblicata sul sito web ‘libreriamo.it’.
Ma entriamo subito nel vivo del romanzo.
Il prologo
“Se fosse andato tutto bene, quello sarebbe stato il suo ultimo volo. L’ultimo volo in cabina di pilotaggio, per meglio dire.
Sorrise pensando al futuro. Cercava di non fare caso alla brutta faccia dell’uomo che si stava accomodando sul suo divano con una bottiglia di vodka in mano, non doveva innervosirsi: era venuto a prenderlo per accompagnarlo all’appuntamento che poteva cambiargli la vita. Che doveva cambiarla.
«Non dovremmo andare?» chiese. L’uomo tacque. E lui avvertì una goccia di sudore scendere ghiacciata lungo la nuca.
Poi l’uomo sorrise. Più che un sorriso, un’intimidazione. Lo colse come un fulmine il desiderio di tornare indietro nel tempo, prima che tutto avesse inizio. Mentre sentiva stringersi lo stomaco, pregò con tutte le forze che il volo di quel giorno non fosse stato l’ultimo.
Poi vide l’uomo agitare lentamente la bottiglia di vodka con un ghigno beffardo. E più che capire, intuì.”
Il libro
Pubblicato da Sonzogno a fine maggio del 2018, Notte al Casablanca – nella sua versione con copertina flessibile – conta 270 pagine. Un prologo e ventuno capitoli individuabili con un giorno della settimana ed una, più che sintetica, descrizione climatica.
Comincia con ‘Domenica, cielo nero’ e segue con ‘Lunedì, pioggia’ e poi su questa stessa sequenza temporale e climatica, chiude con ‘Domenica, nuvole e gelo’. Ed in questa sequenza di giorni il delitto si compie e faticosamente il mistero si dipana. Grazie appunto all’intenso lavoro della bella Nina.
Fra molta pioggia ed un’unica, quasi incredibile in quel tristissimo clima invernale, giornata di sole.
Nina Mastrantonio, la protagonista
Vediamo insieme di chi stiamo parlando attraverso le notizie fornite dalla sinossi.
“Nina Mastrantonio, maresciallo dei carabinieri a Parma, deve faticare il doppio per farsi rispettare: è donna, è bella, e ha la pelle nera. Per di più ha un carattere indipendente, è ostinatamente single e, con scandalo dei colleghi, preferisce il sesso senza legami a una relazione stabile.
D’altra parte, sono proprio gli affetti il punto sensibile di questa giovane donna in cerca d’identità: italiana di origini somale, è fiera delle proprie tradizioni, ma al tempo stesso decisa ad affermarsi nel paese in cui è nata, l’Italia, dove il nonno – reclutato dai carabinieri al tempo del colonialismo – emigrò al termine della Seconda guerra mondiale.
Un lunedì di pioggia, nell’appartamento di un anonimo condominio viene ritrovato il cadavere di Marco Cagli, piacente pilota d’aviazione. La vittima giace nuda sul letto, con un sacchetto di plastica intorno alla testa.
C’è chi vorrebbe archiviare il caso come un gioco autoerotico finito male, ma Nina è di un altro avviso: conosceva bene quell’uomo, comprese le sue abitudini sessuali.
Appoggiata dal fido Paolini e dall’avvenente brigadiere Navarra, sfidando le convinzioni dei superiori, Nina si decide così ad avviare un’indagine per sospetto omicidio.
Tanto più che qualcuno ha iniziato a inviarle bigliettini anonimi con strane citazioni letterarie: stanno tentando di dirle qualcosa, ma cosa? E perché una giovane prostituta cerca di mettersi in contatto con lei? E come si spiegano tanta omertà e imbarazzo tra i notabili della città?
Molte piste conducono al Casablanca, un club per scambisti frequentato dalla buona società di provincia. Tra giochi di potere, sesso e ricatti, Nina dovrà grattare via lo smalto delle apparenze e immergersi, sola contro tutti, in un’inchiesta ricca di colpi di scena, per venire a capo di un caso inquietante e delicato.”
L’autrice
Nasce a Parma nel 1969 ma vive a Roma da molto tempo. Scrive libri da alcuni anni. I titoli: Il club dei pettegolezzi (2009), Cose da salvare prima di innamorarsi (2012), E’ una specie di magia (2016) e Il bacio sulla bocca (2016).
Dopo queste opere, prevalentemente rivolte al pubblico femminile Daniela si apre ad un diverso genere letterario con questo nuovo romanzo, che lei stessa dichiara essere molto più impegnativo.
Dall’idea alla pubblicazione sono trascorsi circa tre anni. Molto tempo è stato dedicato alla ricerca ed agli approfondimenti che un thriller credibile comporta inevitabilmente.
Ed anche la scelta di Parma quale ambientazione è stata la naturale conseguenza della ricerca della massima verosimiglianza di una cornice fisica e sociale in linea con i fatti narrati ed i personaggi che si muovono al loro interno.
Di tutto ciò e di molto altro ancora parla Daniela Grandi in una lunga video intervista (33 minuti circa) rilasciata al giornalista Roberto Corradi sul sito di Radio Radicale. Il video del 6 luglio 2018 è appunto dedicato all’autrice ed alla sua opera più recente. S’intitola “Presentazione del libro di Daniela Grandi Notte al Casablanca.”
Qualche difetto di audio ma sicuramente interessante per coloro che vorrebbero cimentarsi con la scrittura di romanzi.
Alla fine della recensione, fra gli ‘approfondimenti’, ho inserito il link del video.
La storia comincia
“Domenica, cielo nero
Ugo arretrò di un passo per osservare la scena. Aveva quasi finito, e comunque doveva fare presto. L’uomo giaceva supino sul letto, completamente nudo, la pelle liscia e ambrata sotto la tenue luce dell’abat-jour sul comodino. La testa, ripiegata su un lato, era nascosta dal sacchetto di plastica bianca stretto intorno al collo da una cordicella in cuoio.
Restava solo da sistemare accanto al letto la bottiglia di vodka vuota. Ci pensò su un momento: rovesciata a terra o poggiata sul comò? Decise di abbandonarla sul mobile. Aveva dovuto lasciare sul comodino l’orologio, un bel modello, e il portafoglio, che conteneva trecento euro. Avrebbe voluto prenderli, ma la messinscena ne avrebbe risentito. Anche il cellulare doveva rimanere lì. Del resto, a un’analisi rapida ma minuziosa si era rivelato inutile.
Passò i mobili al setaccio: nulla. L’occhio gli corse al quadro, proprio accanto alla finestra. Il posto più banale. Si avvicinò e lo staccò dalla parete. Dietro c’era una piccola cassaforte grigia a combinazione. Sorrise. Prese dal portafoglio sul comodino la carta d’identità e compose rapido sulla tastiera i numeri che corrispondevano alla data di nascita. In un secondo lo sportello si aprì. Scosse la testa: a cosa serviva comprarsi una cassaforte se poi si usava una combinazione così ovvia? La ripulì.
Gli avevano detto di stare attento, e lui era stato attento. Non gli avevano chiesto di dimenticare il suo istinto di ladro. Rimise a posto il dipinto e uscì. Si sfilò i guanti e filò via veloce tra le strade deserte a quell’ora della notte.
E poi…
“Lunedì, pioggia
Non importava quanto si fosse data ai bagordi la notte prima, Nina si alzava sempre presto e girava scalza per casa aspettando che salisse il caffè. Con gli anni aveva imparato a dormire poco.
Da bambina era un’autentica dormigliona, ma il lavoro aveva cambiato molte delle sue abitudini. Ora poteva andare a letto tardissimo e alzarsi al primo suono della sveglia perennemente puntata alle sei e mezza del mattino. Si era addormentata alle due e aveva dormito come un sasso. Spense la sveglia al primo trillo e si diresse in cucina, dove la caffettiera preparata la sera prima aspettava solo che lei accendesse il fornello. Nell’acqua della moka metteva sempre qualche pezzetto di zenzero per profumare il caffè. Mentre prendeva il latte dal frigo le sfuggì un sorriso ripensando al ballo, al ragazzo, al sesso. Niente faceva riposare meglio del buon sesso.
Si spicciò a fare colazione, si vestì e si sistemò i capelli davanti allo specchio. Li portava appena sotto l’orecchio, ma erano ricci e folti. Riusciva a domarli solo grazie a una buona dose di olio di cocco. Il ragazzo li aveva accarezzati piano mentre ancora flirtavano nel locale, li aveva stretti e tirati mentre si rotolavano nel letto. Nina passò una mano tra i boccoli nerissimi prima di tenderli fino a renderli renderli quasi lisci e legarli in un codino.
Si spruzzò un po’ di acqua gelata sul viso per tornare in sé e cancellare la notte appena passata. Le sfuggì un mezzo sorriso: il suo ruolo, primo maresciallo donna di Parma, avrebbe richiesto un po’ più di freddezza. Il telefonino di servizio cominciò a squillare mentre si stava infilando la giacca della divisa. «Dottoressa! Deve venire subito!»”
Entrando nell’ispirazione
“D: – A chi ti sei ispirata per il personaggio di Nina Mastrantonio?
R: – A differenza dei miei libri precedenti, di tutt’altro genere, dove i personaggi erano ispirati a persone reali, Nina è solo Nina. Una donna giovane, forte, ma con le sue fragilità, una vita sessuale libera, un desiderio profondo di non farsi etichettare per il colore della sua pelle e per le sue scelte personali. Ho immaginato una donna che mi piace e che ama tantissimo le parole e i libri. In quest’ultimo aspetto sì che somiglia a persone che conosco bene.
D: – Perché hai deciso di ambientare la storia a Parma?
R: -Parma è la mia città di origine, la conosco bene, anche nelle sue dinamiche sociali. Per la trama, poi, avevo bisogno di una città piccola ma con un aeroporto. Parma era perfetta.
E poi Nina abita nell’Oltretorrente, un quartiere che amo molto, dove è nato mio padre, un quartiere storicamente ribelle (come racconta anche Pino Cacucci in “Oltretorrente”). Ribelle, quindi perfetto per Nina.”
Due risposte molto nette di Daniela Grandi alle domande di Libreriamo (link).
Ancora qualche riga
“[…] Il cadavere di Marco Cagli giaceva sul letto, ma Nina si concentrò per prima cosa sull’insieme. Avvertì distintamente la puzza acre dell’urina e fece uno sforzo per ignorarla. Si guardò intorno.
La stanza appariva in ordine e pulita. Unico particolare: la bottiglia di vodka vuota posata sul comò. Nessun bicchiere. La divisa da pilota era buttata su una sedia accanto alla finestra, i pantaloni riversi sulla seduta, la giacca sullo schienale con una manica malamente rivoltata, come quando la si sfila senza cura e rimane a rovescio.
Non era il suo modo di spogliarsi.
Camicia e cravatta, entrambe spiegazzate, spuntavano da sotto i pantaloni. Le scarpe, invece, erano vicino all’armadio bianco che dominava un’intera parete, una accanto all’altra, in ordine.
Nina sapeva che ora toccava al cadavere, e si disse che prima lo avesse ispezionato, prima sarebbe finita.
Il corpo giaceva nudo nel letto, per metà coperto dal lenzuolo di cotone bianco da cui sporgeva il petto muscoloso e depilato. Un piccolo tatuaggio sulla spalla raffigurava un delfino nell’atto di tuffarsi tra le onde. Le braccia giacevano abbandonate lungo il corpo, una mano infilata sotto il lenzuolo.
Nina decise di aspettare l’arrivo del medico e dei tecnici della scientifica per togliere il sacchetto di plastica che gli avvolgeva il viso. Uscì dalla camera da letto e si aggirò nel salotto.
Ho continuato a leggere…
…e non ho più smesso. Solo qualche inevitabile pausa ogni tanto, imposta dalle attività quotidiane.
Notte al Casablanca è un gran bel libro! Scrittura fluida e coinvolgente. Mai noioso o sotto ritmo. Tanta attenzione ai particolari ed un’accurata caratterizzazione dei personaggi.
Nina è insuperabile e attira immediatamente la simpatia del lettore.
Poi ci sono i comprimari: Navarra ad esempio.
“Rientrata in caserma leggermente rinfrancata dal colloquio con il magistrato, Nina si sistemò alla scrivania impettita, seria, e chiese al brigadiere Navarra di presentarsi, visto che la giornata piuttosto concitata non gli aveva permesso di farlo prima.
Navarra obbedì: aveva trentadue anni, era siciliano, prima di arrivare a Parma era stato in altre due città. «Dove?» «Roma per un breve periodo, e poi Latina.» Parlò un po’ degli studi, dell’impatto con la nuova città, del suo desiderio di imparare il più possibile e poi tornare, un giorno, a casa sua.
«Sei appena arrivato e già vuoi andare via? Non ti siamo piaciuti molto», e gli scoccò un’occhiata provocatrice. Navarra si sfregò una mano contro l’altra. Non sapeva dove guardare.
Arrossì, sbiancò. Nina sorrise.
Aveva notato gli occhi nocciola, le mani lunghe e forti, i capelli ricci e corti tenuti a bada dal gel. I muscoli, in un brigadiere appena oltre la trentina, li dava per scontati. Peccato che la sua regola numero uno fosse: mai con un collega. «Bene, Carlo, spero ti piacerà lavorare con noi. Ora puoi andare. Ci vediamo domani.» Navarra uscì, e Nina ne approfittò per aggiornare Paolini sulla sua visita al magistrato.”
Un ‘noir’ coi fiocchi
Notte al Casablanca non sembra affatto un romanzo d’esordio. E la Grandi sta considerando seriamente la possibilità di pubblicare una seconda inchiesta del suo ‘particolare’ maresciallo dei carabinieri.
E forse lo sta già scrivendo. Spero sinceramente che avvenga presto. Perché verso la Nina Mastrantonio di Daniela Grandi, donna, bella e nera (e un po’ spregiudicata) si prova una innegabile naturale simpatia.
Notte al Casablanca. Un maresciallo dei carabinieri sicuramente da ricordare.
Per chi desidera approfondire od acquistare
- Notte al Casablanca (2018) – Il libro di oggi
- E’ una specie di magia (2016) – Cosa fareste se un fulmine a ciel sereno vi riportasse indietro nel tempo…?
- Il bacio sulla bocca (2016) – Dopo l’ennesima storia finita male, Amanda, giornalista in una tv locale, decide di iscriversi alla “Forever Love”, agenzia matrimoniale che promette di trovarle l’uomo della sua vita.
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