Con la recensione di Polvere di Giudea, il thriller storico firmato Claudio Rossi, vi propongo un nuovo piccolo spaccato di quella Storia antica, con la ‘S’ maiuscola, che tanto appassiona i lettori di tutte le età.
Il recente lavoro di Claudio Rossi è un’insieme di ricerca storica approfondita, di lunga competenza professionale e di ottima fiction che dà al romanzo un particolare sapore di autenticità unito ad una sapiente capacità di narrazione.
Ancora una volta, un titolo intrigante, una efficace copertina e una sinossi che incuriosisce mi dà la spinta per scoprire Polvere di Giudea ed il suo autore.
Apprendo nel contempo che il volume che sto acquistando appartiene ad una serie che, iniziata nel 2016 ha, al momento, già pubblicato ben 8 titoli.
La serie ha preso il nome dal protagonista che, grazie alla sua professione presiede le avventure narrate nei diversi romanzi. E ci trasporta in un avvincente lungo viaggio attraverso la Roma Antica nell’inquieto periodo storico che va dagli ultimi anni di Giulio Cesare fino ai primi anni di Augusto.
Il suo nome è Quintilio. Un insolito personaggio che conosceremo ben presto.
Polvere di Giudea è il 7° titolo della serie.
Quintilio – Vita tra Repubblica e Impero
«Tu vuoi sapere perché dobbiamo essere eliminati? Siamo sempre stati considerati spie, nessuno crede che tu ti occupi di misurare delle strade o delle fortificazioni. In qualche modo siamo finiti nella rete della congiura, e l’eredità di Cesare è immensa!»
La missione che nel 44 a.C. porta uno sconosciuto agrimensore fin nella polverosa ma ricca Giudea non è altro che una copertura: gli interessi di Roma vanno ben oltre i progetti di rifacimento di vecchi forti e caserme.
Ma anche l’agrimensore Fausto Quintilio, il suo servo e l’aiutante greco hanno ben altri interessi che eseguire gli ordini ricevuti dal Comando.
Ricchezze di secoli si sono accumulate a Jerusalem e la lotta tra coloro che vorrebbero impadronirsene, in una fitta trama di intrighi e menzogne, non ha confini.
È tra traditori e traditi che Quintilio dovrà cercare la verità per arrivare alla resa dei conti.”
Avete appena letto la sinossi che presenta il libro sul sito di Amazon.
Pubblicato nel 2019, 356 pagine nell’edizione cartacea, il libro facilita il lettore attraverso vari supporti integrativi, inseriti ad integrazione del testo principale.
All’inizio un paio di cartine dei territori citati nel romanzo, riportati al momento storico della narrazione (Mare Nostrum e Giudea negli anni di Cesare.)
E poi al termine del romanzo molto altro ancora: Nota dell’autore che cita le fonti storiche da cui ha attinto, elenco dei personaggi, glossario dei termini geografici (nomi antichi e nomi moderni), unità di misura (di tempo, lunghezza e valute), ed infine un glossario dei termini più generali.
Purtroppo nell’edizione ebook troviamo un piccolo refuso nell’elenco dei personaggi (Crispina fidanzata di Quintilio, diventa ‘Cripina’)!?
Claudio Rossi, l’autore
Attraverso il sito ‘Thriller Storici e dintorni’ l’autore si propone con queste parole.
“Provengo da un settore professionale legato alla topografia e alla geologia in cui ho operato per decenni. Lavorando sul territorio ho avuto la possibilità di conoscere aspetti poco noti di opere costruite in epoca romana, tra cui strade, acquedotti e opere idrauliche, realizzazioni che non possono non accendere la curiosità in chi le incontra e le vede.
L’attività mi ha portato ad operare in spedizioni in aree desertiche usando spesso attrezzature ben poco superiori a quelle dell’epoca romana.
Scrivere di avventure di un agrimensore romano è stata alla fine una cosa quasi naturale.
Il ciclo degli otto romanzi pubblicati che ha per protagonisti Quintilio, un agrimensore dei tempi di Cesare, e il suo fidato assistente greco, ha avuto un esito pienamente soddisfacente ed intendo continuare con una nuova serie, interamente già scritta, che sarà pubblicata tra qualche mese.”
Incontriamo il protagonista, dal cap. I
E’ Quintilio che narra.
“I monti di Abarim – Anno 711, gennaio (l’anno 43 a.C.)
Puzzavo come un cadavere e anche i miei tre compagni puzzavano almeno quanto me. Quelli che ci inseguivano avrebbero potuto sentire il nostro fetore da lontano. Certo avrebbero dovuto capitarci a qualche centinaio di passi ed essere in favore di vento. Ma forse anche loro puzzavano come noi e non si sarebbero accorti di nulla.
Ero stanco. Il conto rimasto in sospeso, dovevo sistemarlo.
La missione che ci aveva condotto in queste polverose montagne della Giudea era tempo perso perché il conto che io e Crispo dovevamo saldare era a Roma. Doveva durare un paio di mesi e invece i giorni stavano passando, e i mesi erano diventati sei. Eravamo in Giudea da agosto. E con questi soldati che ci inseguivano chissà quanto altro tempo avremmo perso.
Il sole stava spuntando ed era ora di osservare quanto avveniva nella valle sotto di noi. Mi sporsi appena dallo sperone di roccia, dove avevamo passato la notte.
Udii un fruscio dietro di me: era il giovane legionario Atilio. Restammo in silenzio ad attendere e da lì a poco il sole rosso di gennaio incendiò la fredda mattina. I raggi di luce radenti ci avrebbero indicato facilmente, fin dove giungeva lo sguardo, la polvere sollevata dai nostri inseguitori.
Ma non c’era né polvere né nessun altro segno di vita.
«Non si muove nulla!» dissi al giovane. «Oggi staremo fermi qui. È ora che mi fai dare un’occhiata alla ferita.»
Stando bassi, andammo a nasconderci nel riparo sotto roccia. La freccia gli aveva trapassato la spalla, ma eravamo riusciti a tagliare l’asticella di legno, dove era fuoriuscita, e a eliminare la punta in ferro. Poi avevamo estratto la freccia tirando dal davanti, da dov’era entrata […]”
Crispo
” […] Crispo era fuori in quel momento, nascosto tra i massi che spuntavano da una cresta che divideva due canaloni; una postazione dominante che permetteva di spaziare per almeno un paio di miglia e controllare se qualcuno si muoveva sulle nostre tracce. Era il padre della mia Crispina e il più anziano tra noi. Aveva completato venticinque anni di servizio nella legione ma era ancora in gamba, forte e tenace a dispetto dei quasi sessant’anni. I guai nei quali ci eravamo venuti a trovare gli avevano risvegliato lo spirito battagliero.
Quando il sole fosse stato alto, sarei andato io a dargli il cambio alla postazione che fungeva da osservatorio.
La tana nella quale eravamo capitati era meglio di altri rifugi occasionali che avevamo trovato durante la fuga; eravamo parecchio in alto rispetto al Mare del Sale che si vedeva in lontananza. A farci da tetto avevamo uno spesso strato di roccia arenaria che era stato scalzato dalle acque nel corso dei secoli. Sotto di esso si era creata una fessura profonda un paio di passi, adatta a fungere da riparo; lo sterco di capra e le tracce di vecchi fuochi davano segno che il luogo era conosciuto e usato a volte da qualche pastore.
Un po’ di fogliame e sterpaglia ammucchiata in un punto riparato era già servita ad altri come giaciglio e anche noi ne avevamo approfittato. Da uno strato della roccia gocciolava un po’ d’acqua che mai sarebbe stata sufficiente a dissetarci. Ma vi avevamo sistemato lo stesso una cordicella di canapa che travasava le poche gocce nella ghirba, perché non si poteva mai sapere.
«Voi due, tu e il greco, eravate già amici da prima che si avviasse questa missione?» chiese Atilio tanto per fare due parole.[…]”
E poi c’e Hicesius
” […] Hicesius non diede segno di aver udito d’esser stato nominato. Si era trovato una posizione comoda e si era rimesso a dormire.
«Il greco mi fa venire in mente quei sapienti che passano la vita tra le scartoffie» continuò. «Lo immagino a trascorrere le notti al lume di candela a studiare degli ammuffiti e polverosi papiri.»
In effetti il greco Hicesius era quanto di più dissimile potesse esistere da un legionario ed io lo facevo passare per mio aiutante. Era liberto, magro e asciutto come un pesce secco, con la veste sporca a brandelli e la carnagione olivastra; avrebbe potuto benissimo sembrare originario di questi luoghi.
Non potei che sorridere delle ingenue parole del giovane Atilio e gli risposi sottovoce per non disturbare il diretto interessato: «Be’, lui dà questa impressione. Effettivamente è un erudito, ma sotto la scorza di letterato non gli fa difetto una certa iniziativa e, a volte, pensa anche ad altre cose che nulla hanno a che vedere coi papiri. Alcuni mesi fa, prima che si avviasse questa missione, il greco si era portato nella lussuosa villa dell’Urbe, dove ho abitato anch’io per un po’, una bellissima donna che era stata ripudiata dal marito. Avrà avuto poco più di trent’anni, ed era piena di fascino e ben fornita. Aveva un petto… ti assicuro che non si poteva non notarlo!»”
Poco per volta, i personaggi ci appaiono in tutta la loro umanità, ma appena il romanzo ce li introduce e ne facciamo la conoscenza, inevitabilmente si fa spazio con tutta la sua prepotenza ‘la Storia’”
“Hanno assassinato Cesare!”
Siamo al cap. IV. (Solo poco tempo prima – Le Idi di Marzo del 44 a.C.)
“[…] Sbucando da una via vidi un gruppetto di persone che correvano e un paio di cavalieri al galoppo che andavano in un’altra direzione. Altri si muovevano spaventati per rifugiarsi in un portone guardandosi alle spalle.
Mentre il rumoreggiare della folla aumentava, un gruppo di ragazzini urlanti correva lungo la via. Quando mi furono vicini potei comprendere qualcosa del loro vociare.
«Hanno ucciso il dittatore!»
Cercai di fermarne uno ma il giovinetto si divincolò e proseguì nella sua corsa, continuando a urlare: «L’hanno ammazzato! Il dittatore è morto!»
Finalmente incrociai dei passanti frettolosi che si stavano allontanando dalla zona dei Fori e fermai uno di loro.
«Cos’è successo?» gli chiesi. «Ma non sai nulla, giovane? Hanno assassinato Cesare!»
Rimasi inebetito e indugiai sull’angolo della strada a osservare la folla che rumoreggiava nei Fori.
Infine decisi di tornarmene a casa, l’ufficiale del Reclutamento avrebbe aspettato. Accelerai il passo e giunsi al portone della villa lungo la Via delle Ginestre ove abitavo con gli amici; il silenzio si era fatto di piombo e una cappa avvolgeva il colle, quasi che la città fosse in attesa che scoccassero i primi fulmini.
Sul portone Hicesius con scarsa convinzione stava spiegando qualcosa a Costantia, che coi capelli scarmigliati e le poppe ballonzolanti sembrava spaventata.”
Poi la tragedia personale e ciò che ne segue.
“[…] Quando rientrai verso l’ora sesta, perso nei miei progetti, appena oltrepassato il portone della villa […] ebbi una scossa al vedere Crispo accovacciato contro lo stipite di una porta con una mano sul volto. Piangeva come un bambino. I due servi erano muti in un angolo. Poi notai Crispina, la mia Crispina: era a terra in un lago di sangue. […]”
Il thriller
Polvere di Giudea, parte da qui. Dalla morte di Cesare che muta la storia di Roma e dalla morte di Crispina che travolge la vita di Quintilio.
Perché la Giudea?
Ce lo accenna Claudio Rossi in una intervista del luglio 2019 pubblicata sul sito ‘Septem Literary’.
“Quintilio è un giovane agrimensore che negli anni di Cesare lavora per il Genio militare su strade, centuriazioni e opere idrauliche. Discretamente abile nel suo lavoro, lo è meno nella vita privata e gli capita di commettere di tanto in tanto degli errori.
Il caso gli ha affiancato un liberto greco avanti con gli anni, esperto di calcoli e filosofo di vita. L’esperienza di quest’ultimo bilancia, nelle situazioni difficili, le manchevolezze di Quintilio; ma anche il greco è tutt’altro che esente da difetti. I due, civili di basso rango, non sono significativamente schierati con nessun partito o con figure di potere.
In ‘Polvere di Giudea’, l’agrimensore Quintilio e il liberto greco Hicesius, suo fidato aiutante, partecipano a una missione che si prefigge di perfezionare le difese romane ai confini meridionali della Giudea.
Cesare è appena stato assassinato e la regione è scenario di scontro tra Dolabella e Cassio Longino.
Quando la missione rischia di naufragare per le difficoltà incontrate a Gerusalemme, Quintilio viene trasferito a mappare le fortezze di Antipatro intorno al Mar Morto, ai confini con le terre dei nabatei.
Nulla è tranquillo in Giudea: la corruzione e i troppo interessi in gioco, e la resistenza di chi mal sopporta la presenza romana, costringono alla fuga i protagonisti in regioni quasi deserte e sconosciute.
Il romanzo si snoda attraverso una vicenda complessa, lunga e drammatica.”
Su questi semplici personaggi l’abilità letteraria dell’autore si muove con disinvoltura per creare un romanzo veramente avvincente ma anche denso di umanità.
E poi il fascino della grande Storia romana
La serietà e l’attenzione per la fedeltà storica che Claudio Rossi dedica anche a questo romanzo, ce la dichiara lo scrittore stesso in queste ‘Note dell’autore’ inserite al termine della bella lettura di ‘Polvere di Giudea’.
“Il periodo storico nel quale è stato immaginato il romanzo, i mesi successivi alla morte di Cesare, è estremamente denso di eventi e storicamente rappresenta una delle fasi cruciali a crescente tensione dello scontro tra il mondo di Roma e la Giudea.
I luoghi nei quali la storia è ambientata sono piacevoli oltre misura, e ne consiglio la visita a chiunque.
Per immaginare quali fossero i problemi in grado di far perdere il sonno a un tecnico dell’epoca coinvolto in progetti ambiziosi ho attinto spunti da Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio, un giudeo romanizzato che come è noto passò dalle file della resistenza ebraica all’affrancamento per volere dello stesso Vespasiano, ricoprendo poi, nel tempo, incarichi pubblici molto delicati.
Altre notizie utili per l’ambientazione e per i rapporti tra romani e giudei sono state attinte da Svetonio, Macrobio, Dione Cassio, Velleio Patercolo, e dalle analisi di Adrian Goldsworty ‘Pax Romana, war, peace and conquest in the roman world’ nonché dall’interessantissimo saggio di Paolo Sacchi ‘Storia del Secondo Tempio. Israele tra VI secolo a.C. e I sec. d.C.’.”
E molto altro ancora!
Ottima lettura! Ve lo raccomando vivamente!
Per chi desidera approfondire od acquistare
- Polvere di Giudea – il libro di oggi
- IADER: Oltre il mare Adriatico, una lunga fuga dai sicari. – il primo romanzo della serie dedicata a Quintilio
- L’oro di Palmira – L’ottavo e (per ora) ultimo titolo della serie dedicata all’avventuroso agrimensore
E ora due video che ci danno una visione delle due fortezze giudaiche meta del lavoro di Quintilio ed i suoi collaboratori
- Video Youtube – Tra le rovine di Masada -Superquark 05-07-2017 – raccontato da Alberto Angela
- Video Youtube – Mukawir – Machaerus
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