La trama
Il diciottesimo romanzo della fortunata serie di Jack Reacher si può riassumere così:
“Jack Reacher torna a casa. O per lo meno al luogo più simile a una casa che un uomo senza legami e senza radici come lui abbia mai avuto. Dalle nevi e dal gelo del South Dakota arriva fino in Virginia, per raggiungere il quartier generale della 110ª Unità della polizia militare. È lì che ha prestato servizio come maggiore, prima di scegliere una vita libera lungo le strade d’America, al servizio della giustizia.
Un viaggio nel passato, ma anche nel futuro: Reacher è spinto dal desiderio e dalla curiosità di conoscere di persona la donna che ha preso il suo posto, quel maggiore Susan Turner che finora è stata per lui solo una voce gentile e intrigante al telefono. Ma nulla va mai come deve andare.
Susan Turner pare scomparsa nel nulla e nessuno sembra gradire la presenza di Reacher, al quale vengono annunciate due notizie sconvolgenti. Una che lo riporta a un violento episodio di sedici anni prima e lo potrebbe costringere ad anni di galera. L’altra molto, troppo personale e devastante per la sua coscienza.
Di fronte a una minaccia ci sono solo due strade da percorrere: la fuga o il combattimento, e per un uomo come Reacher la scelta non si pone…”
Pubblicato in Italia dalla Longanesi nel 2015, Lee Child ritorna con il suo eroe in un thriller di 415 pagine per la gioia degli appassionati dello scrittore britannico. La trama che ho appena trascritto proviene dalla presentazione del volume a cura della casa editrice italiana.
Negli Stati Uniti il libro esce nel 2013 col titolo: “Never go back”, e nel 2016 Tom Cruise, in veste di interprete e coproduttore ne fa un film.
La scrittura di Lee Child
Gli apprezzamenti su Lee Child sono sempre di grande livello. Dice di lui Stephen King “I suoi romanzi sono davvero straordinari.” Il mio modesto parere, non certo autorevole, non può che trovarsi in pieno accordo con questa valutazione.
Lo stile di scrittura è in perfetta sintonia con il personaggio. E la traduzione di Adria Tissoni, non ne altera assolutamente l’efficacia. Un piccolo assaggio dal capitolo 2.
“[…] Al banco c’era una donna con la stessa divisa-pigiama del soldato al cancello, ma con i galloni da sergente sul petto. Come un punto di mira, pensò Reacher. Su, su, su, fuoco. Preferiva di gran lunga le vecchie uniformi verdi. La donna era nera e non pareva contento di vederlo. Era agitata.
‘Jack Reacher per il maggiore Turner’, disse.
La donna fece per parlare un paio di volte, come se volesse dirgli molte cose, ma alla fine rispose solo: ‘E’ meglio che vada nel suo ufficio. Sa dov’é?’
Reacher annuì. Lo sapeva. Una volta era stato il suo ufficio. ‘Grazie, sergente.’
Salì le scale. La stessa pietra consumata, la stessa ringhiera metallica. Le aveva salite migliaia di volte. […]
Il suo ufficio era il terzo a sinistra.
No, l’ufficio di Susan Turner.
Controllò di avere la camicia infilata nei pantaloni e si sistemò i capelli con le dita. Non sapeva cosa dirle. Gli era piaciuta la sua voce al telefono, tutto lì. Aveva captato che all’altro capo c’erta una persona interessante e voleva conoscerla. Semplice. Fece due passi e si fermò. […]
Solo due elementi nell’ufficio erano attesi ed imprevedibili.
Primo, la persona dietro la scrivania non era un maggiore ma un tenente colonnello.
Secondo, non era una donna ma un uomo.”
Inevitabile la tentazione di sapere il resto. Ma per riuscirci dovrete leggere altri 67 capitoli!
Il mio parere di lettore
L’abilità di uno scrittore di thriller sta nella capacità di non allentare mai la tensione nel lettore e Child ci riesce a meraviglia.
Ho già avuto modo di accennarvi che l’impostazione che lo scrittore ha dato alla serie dei romanzi dedicati a Reacher, non impone alcuna lettura nella sequenza di pubblicazione. Ogni storia è autonoma e il solo ‘fil rouge’ che ne fa una serie é la costante presenza di questo uomo ‘quasi’ normale che con grande sagacia ma, anche grande leggerezza, ritroviamo a vagabondare negli States, alle prese con i nodi più intricati.
In questo caso i nodo o, i nodi, prendono consistenza alla fine del capitolo 3 quando il tenente colonnello Morgan, l’ufficiale che ha sostituito l’ancora sconosciuta Susan Turner, gli annuncia la novità che lo riguarda:
“[…] ‘Jack Reacher, da ora è ufficialmente richiamato a prestare servizio militare.’
Reacher non disse nulla.
‘E’ tornato nell’esercito, maggiore’, aggiunse Morgan. ‘E io la tengo per le palle.’ ”
Lo stile anglo-americano di Child è anche più scarno – ‘You’re back in the army, Mayor. And your ass is mine.’ –
Ho letto il romanzo due volte, a distanza di circa un anno una dall’altra. Avvincente, intrigante, pieno di colpi di scena. Con pizzichi di umorismo e di ironia qua e là. E un po’ di sentimento, anche se effimero, fra Jack il duro e la tostissima ed affascinante Susan Turner.
Avventure sempre inedite
Come dicevo ogni romanzo su Reacher è una storia sé. Ma la mia impressione che, ad ogni nuova avventura, l’autore raffini la sua capacità di fabulatore regalando continue sorprese. Anche i lettori più fedeli non rischiano di annoiarsi di fronte alle moltitudini di situazioni nelle quali Lee Child immerge a piene mani il suo fortunato personaggio.
Sapendo che ben presto sarebbe uscito in sala un film tratto dal romanzo ho aspettato con grande interesse di poterlo visionare. Anche perché avevo saputo che il coproduttore Tom Cruise si era servito di un nuovo regista per questo secondo episodio da lui interpretato, come era già avvenuto in ‘La prova decisiva’. Molta curiosità e grandi aspettative. Ma di questo parleremo nella prossima recensione.
Del romanzo posso dire che mi è piaciuto molto.
Provo ad immaginarmi regista tentando di visualizzare sullo schermo ciò che ho letto. Ma cosa avrà realizzato la coppia Cruise e Edward Zwick? Saranno riusciti a comprimere le 415 pagine, in circa due ore senza perdere troppo lungo la strada? A voi la recensione del film e poi il confronto.
Vedi anche:
“JACK REACHER – PUNTO DI NON RITORNO” regia di Edward Zwick – il film
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