Red Sparrow di Jason Matthews si presenta così.
“Bella, intelligente, intuitiva, votata alla disciplina più ferrea e imbevuta di ideali patriottici. Nella Mosca di oggi, dove nessuno fa più finta di credere che la Guerra fredda sia finita davvero, Dominika Egorova sembra nata per fare la spia. Se non fosse per il carattere impetuoso, che non sempre le riesce di dominare.
Quando il padre muore senza preavviso e un brutto incidente la costringe a lasciare l’accademia di danza, Dominika si ritrova invischiata in un gioco la cui portata non sospetta neppure. Lo zio, potente vicedirettore dell’SVR, vede in lei la candidata ideale a diventare una “sparrow”, un’agente segreta specializzata in sofisticate tecniche di seduzione e manipolazione dell’avversario.
Ciò che Dominika non può immaginare è la vertiginosa spirale di inganni, violenza, doppio gioco e passione nella quale si ritroverà suo malgrado a sprofondare. E il travolgente passo a due che la vedrà schierata ora contro, ora al fianco di Nate Nash, agente CIA dal carattere schivo ma determinato.
Eccitante, adrenalinico, splendidamente congegnato, Red Sparrow alza il velo sul pericoloso mondo delle spie del nuovo millennio.”
Ho acquistato il romanzo, nella edizione kindle, il 1° agosto e l’ho letteralmente divorato!
Da tempo una spy-story non era entrata nelle mie letture e soprattutto, da molto di più, non ne leggevo una così bella ed intrigante.
Il libro
Red Sparrow è un romanzo scritto da Jason Matthews, un ex agente della CIA, pubblicato negli States nel giugno del 2013. Il libro illustra le principali tecniche nel settore dello spionaggio, e le metodologie in uso. Ma l’agente Dominika Egorova ha una capacità in più: quella di riconoscere il carattere delle persone che incontra visualizzando i colori delle loro emozioni.
Tale facoltà, chiamata sinestesia, viene descritta in psicologia come fenomeno sensoriale/percettivo che si ritrova presente in un numero limitato di soggetti.
Vedi Emozioni colorate | Le Scienze per saperne di più.
Una particolarità del romanzo è quella di introdurre in ogni capitolo il riferimento ad uno specifico piatto della gastronomia del paese in cui si svolge la scena raccontata. Di tale cibo, al termine del capitolo, viene riportata la ricetta per la preparazione del piatto stesso.
In Italia il libro viene pubblicato in due edizioni successive. La prima dal titolo Nome in codice: Diva risale al giugno del 2014 e viene pubblicato da Bookme (De Agostini). Il libro attualmente in vendita nel nostro paese, ed in particolare l’ebook in mio possesso è la nuova edizione del 2018 sempre della DeA Planeta Libri, con la traduzione di Andrea Fusari (508 pagine nell’edizione cartacea) e porta adesso il titolo inglese Red Sparrow.
La copertina è stata rinnovata dopo la produzione del film dallo stesso titolo e ricorda la locandina cinematografica col volto di Jennifer Lawrence, la Dominika Egorova del grande schermo.
Jason Matthews
“Jason Matthews è un funzionario in pensione della Direzione Operazioni della CIA. Nel corso di una carriera di trentatré anni ha prestato servizio in più sedi all’estero e si è dedicato alla raccolta clandestina di informazioni sulla sicurezza nazionale, specializzandosi in operazioni nelle aree estremamente ostili e pericolose.
Matthews ha condotto operazioni di reclutamento contro obiettivi sovietici dell’Europa orientale, Asia orientale, Medio Oriente e Caraibi. Come capo in varie stazioni della CIA, ha collaborato con partner stranieri nelle operazioni di contro-proliferazione e antiterrorismo.
È l’autore di Red Sparrow, Palace of Treason e The Kremlin’s Candidate. Vive nel sud della California.”
Mi sono limitato a tradurre le brevi notizie biografiche riportate sul sito di Simon & Schuster, l’Editore di J.Matthews per i paesi di lingua inglese: “http://www.simonandschuster.com/authors/Jason-Matthews/406807038”
Da quanto si apprende sullo stesso sito, la storia di Dominika, è stata sviluppata attraverso una trilogia. In lingua italiana è già disponibile anche il secondo libro dal titolo Il palazzo degli inganni.
Red Sparrow comincia così
“A dodici ore dall’inizio della ricognizione, Nathaniel Nash si sentiva intorpidito dalla vita in giù. Allungava passi legnosi sui ciottoli di una via secondaria di Mosca. Era buio da un pezzo e Nate era ancora alle prese con il percorso studiato per solleticare i suoi controllori, stuzzicarli, provocarli quel po’ che bastava per farli uscire allo scoperto. E invece niente, non c’erano unità che lo seguivano sciamando, zigzagando, setacciando la pista; nessuna reazione alle sue mosse.
Possibile che l’avessero già perso? Oppure si stava facendo fregare da una squadra allargata? Per uno abituato a stare nel Gioco, credersi pulito era peggio che scoprirsi pieno di zecche. Era l’inizio di settembre, eppure tra la prima e la terza ora della ricognizione era caduta una spruzzata di neve che aveva aiutato a coprire la sua fuga. Nella tarda mattinata Nate si era lanciato da una Lada Combi in corsa. Al volante c’era Leavitt della Stazione che, mentre Nate calcolava lo scarto, senza proferire parola aveva alzato tre dita in prossimità di una curva, in una zona industriale. E gli aveva dato un colpetto sul braccio. Per i tre secondi successivi i sorveglianti dell’FSB, il Servizio di sicurezza federale, li avevano persi di vista.
Erano sfrecciati davanti a Nate, nascosto dietro un mucchio di neve, mentre Leavitt se li portava altrove. Il cellulare di copertura, quello del Dipartimento commerciale dell’ambasciata, era rimasto sulla macchina: i signori dell’FSB erano liberissimi di seguirne le tracce per almeno tre ore ancora. Fra un ripetitore moscovita e l’altro. Nate aveva sbattuto il ginocchio sull’asfalto; all’inizio gli si era irrigidito, adesso non lo sentiva più. Al calare del buio si era incamminato a passo svelto, sgusciando per le strade di mezza Mosca senza rilevare alcun tipo di sorveglianza: era fuori pericolo. ”
Dominika (cap. 3)
“Dominika Egorova sedeva a un tavolo riservato fra i marmi del Baccara, il più lussuoso tra i nuovi ristoranti di Mosca, a pochi passi da piazza Lubjanka. La foresta di cristalli e argenti su tovaglia bianco accecante era qualcosa di inedito e assurdo per lei. Ma si stava divertendo e, nonostante in quel momento fosse operativa, era decisa a godersi quella cena dal prezzo immorale. Davanti a lei Dimitrij Ustinov fremeva di eccitazione. Alto, robusto, con una zazzera di capelli neri e il mento squadrato. Ustinov era un membro di primo piano della confraternita di oligarchi petroliferi e minerari che aveva messo insieme imperi da miliardi di dollari… […]
Ma quella sera Ustinov non pensava ad altro che a Dominika. L’aveva notata un mese dopo l’intervista, negli studi della televisione. Una bellezza e una sensualità da togliere il fiato. Ustinov avrebbe comprato la TV sui due piedi, pur di rivederla, ma non era stato necessario. Lei aveva accettato subito l’invito a cena. E ora l’oligarca non riusciva a smettere di fissarla, consumato dal desiderio di lasciarle addosso le proprie impronte digitali. Dominika aveva venticinque anni e portava i capelli castano scuro raccolti in una crocchia alta, ornata da un fiocco nero.”
Ustinov
[…] Ustinov la prese per mano e la accompagnò in fondo a un ampio corridoio pieno di quadri illuminati. E poi su per i tre scalini che portavano alla camera da letto ancora buia. Non si accorse che zoppicava ancora un po’ sul piede infortunato, un lieve squilibrio dell’andatura o poco più. Era troppo occupato a guardarle i capelli, il collo, il seno.
Al loro ingresso le luci incassate nel soffitto si accesero automaticamente e Dominika rimase sulla soglia a bocca aperta. La stanza era immensa: sembrava una sala del trono, e dominavano i contrasti di bianco e nero. L’enorme letto rotondo, al centro, traboccava di coperte di pelliccia. Alle pareti, schiere di specchi a figura intera.
Ustinov prese un telecomando e premette un tasto. Le tende sul soffitto di vetro si aprirono a rivelare il cielo stellato. «Posso seguire il movimento della luna e delle stelle» disse.
«Ti va di vedere l’alba con me, domani?». Dominika si sforzò di sorridere. Ecco lo svin’ja, il maiale, nel suo porcile.”
Siamo solo al cap. 4. Arriveremo, pagina dopo pagina, con il fiato in gola al cap. 42. Ed avremo letto solo un terzo dell’intera storia: il primo libro della trilogia.
Avvincente!
Red Sparrow lo è, e molto. Come non lo erano stati, da tempo, altri romanzi dello stesso genere che ho letto.
Tanto affascinante ed adrenalinico da indurre il regista Francis Lawrence a tradurre la spy-story in un film dallo stesso titolo, in sala nel 2018 nel nostro paese.
Dominika Egorova assume il volto, il corpo e la seduzione di un’affermata Jennifer Lawrence, che lo stesso regista aveva diretto nei tre ultimi Hunger Games.
Ma nonostante il fascino della bella attrice, inutile dirlo, il libro supera di gran lunga il film.
Per questo ho deciso di recensirlo. Per questo ve lo consiglio.
Anche se, e sarebbe disonesto non farlo, il film vale la pena di essere visto. E Jennifer Lawrence/Dominika Egorova merita di essere apprezzata in questo ruolo.
Ah! Dimenticavo! Il regista e lo sceneggiatore nel film ci regalano un finale inedito e diverso da quello del romanzo. E, devo riconoscerlo, anche questo comunque… niente male!
Vi consiglio il libro. Ma se potete, non perdete neppure il film.
Io l’ho fatto. Alla prossima!
Per chi desidera approfondire od acquistare
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- Il trailer del film Red Sparrow:
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Prossimamente
La ragazza dei tulipani (Tulip Fever) per la regia del britannico Justin Chadwick (L’altra donna del re). Alicia Vikander e Christoph Waltz interpreti di un potente dramma sentimentale nell’Olanda del 17° secolo. Dal 6 settembre 2018 nelle sale italiane.
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