Dopo ponderata riflessione ho scelto di proporvi oggi la recensione del film The Blues Brothers. Sono stato a lungo incerto di fronte al altri due titoli ‘cult’ che da tempo avevo in mente. E cioè Alien (1979), il capolavoro di Ridley Scott, capostipite di una serie che produrrà poi film sullo stesso tema fino al 2017.
Od in alternativa il mitico Psyco (1960), frutto del genio del maestro del brivido Alfred Hitchcock.
Ma il difficile momento storico che stiamo attraversando (Covid) mi ha suggerito di offrire invece ai nostri lettori l’intramontabile e insuperato affresco musicale del regista John Landis (1980).
Ho pensato che il divertimento e la musica avrebbe forse contribuito a darci una mano.
The Blues Brothers
“Jake Blues (John Belushi), appena uscito di prigione, fa visita insieme al fratello Elwood (Dan Aykroyd) all’orfanatrofio in cui sono cresciuti.
Scoprono che la chiesa non eroga più i fondi per sostenerlo e l’unico modo per impedire che l’istituto venga venduto è pagare la tassa sulla proprietà entro 11 giorni.
Per aiutare le suore, i due fratelli decidono di rimettere in piedi la vecchia band e organizzare un grande concerto blues per raccogliere il denaro.
Un cult movie assolutamente geniale con una lista infinita di partecipazioni straordinarie, tra cui James Brown, Cal Calloway, Ray Charles, Aretha Franklin, Steven Spielberg, Frank Oz e lo stesso John Landis, nei panni di un ufficiale della polizia.”
Eccovi appunto la storia dalla sinossi riportata sul retro della copertina del DVD della Universal.
The Blues Brothers non si può raccontare. La bellezza racchiusa in questa commedia musicale può essere capita solo attraverso la visione dell’intero film.
Nei 132 minuti della versione originale ai 148 minuti della versione estesa la comicità degli interpreti, la colonna sonora e il surrealismo della storia fanno del film una sequenza ininterrotta di momenti pieni di fascino e di sorprese.
Per tutti coloro che non abbiamo avuto l’occasione di vedere Jake ed Elwood in azione – ‘In missione per conto di Dio!’ – secondo la versione dei due fratelli, ho inserito alla fine della recensione alcuni spezzoni video in italiano. Solo alcuni brevissimi esempi di una splendida opera cinematografica che non ci si stanca mai di apprezzare.
Io che l’ho vista ormai molte volte, poco prima di scrivere queste righe me la sono nuovamente goduta con grande piacere.
John Belushi
Quando si parla di The Blues Brothers non si può fare a meno di pensare al suo faccione da simpatico furfante.
Cliccando John Belushi su Google mi sono stati restituiti 5 milioni e 600 mila risultati. Troppi! Mi limito a citare alcune notizie essenziali per un brevissimo incontro col personaggio.
Classe 1949, statunitense di origine albanese nasce a Chicago. Famosissimo negli Stati Uniti per il suo talento comico televisivo e teatrale, supera ogni frontiera attraverso la notorietà derivata da due film.
Il primo Animal House (1978) e poi nel 1980 The Blues Brothers che gli darà la fama mondiale. Entrambi i film diretti da un giovane John Landis (Chicago 1950).
Belushi, dipendente dalla droga come tanti personaggi di successo del mondo di Hollywood (cominciò a drogarsi nel 1973), interrompe prematuramente la sua carriera nel 1982 per overdose di un mix di cocaina ed eroina. La miscela (speedball) gli fu preparata con dosaggi sbagliati dalla sua compagna del momento. Il risultato fu una crisi cardiaca che lo portò alla morte in poche ore. Aveva poco più di 33 anni.
Per saperne molto di più sull’uomo ed il personaggio inserisco due link. Il primo è una corposa pagina di Wikipedia in italiano che racconta ‘scientificamente’ la figura dell’attore e le sue vicende umane.
Il secondo link, per molti aspetti molto più interessante, è costituito da un articolo del 3 marzo 2002 di Federico Chiacchiari, pubblicato sul sito “www. sentieriselvaggi.it” . Titolo dell’articolo: John Belushi, una dolcissima ‘ape da una tonnellata’. Contiene molte notizie meno note e un giudizio critico che può valer la pena di leggere.
La genesi di The Blues Brothers
L’origine del film è piuttosto insolita e comincia da lontano. E per raccontare quanto avvenne bisogna parlare dell’altro ‘fratello’: il canadese naturalizzato statunitense Daniel Aykroyd.
Siamo a Toronto (Canada) verso l’inizio degli anni ’70 ed Aykroyd e Belushi si incontrano per la prima volta. Un felice rapporto lavorativo che sfocia in una grande amicizia.
Da qui (1975) la collaborazione professionale fra i due si consolida attraverso il programma televisivo Saturday Night Live del canale NBC che li vede acclamati protagonisti per la durata di alcuni anni.
Il cinema arriva nel 1979. I due comici nuovamente insieme nella commedia di Steve Spielberg 1941-Allarme a Hollywood.
E qui riprendiamo il filo della genesi di The Blues Brothers.
I fratelli Jack e Elwood Blues appartengono alle creazioni dei due comici durante d gli spettacoli dello show Saturday Night Live (SNL).
Dal grande successo televisivo dei personaggi all’idea di farne un film il passo è breve. L’idea di Belushi ed Aykroyd si diffonde e le Produzioni di Hollywood fanno a gara per accaparrarsi il progetto.
La Universal prevale rispetto alla Paramount e la regia viene affidato a quel John Landis che aveva già diretto Belushi.
Aykroyd si impegna a scrivere la sceneggiatura del film che verrà poi messo a punto, dopo un lungo lavoro con la partecipazione del regista.
Il cast
Landis aveva puntato su tre punti chiave. La notorietà ed il gradimento del pubblico nei confronti della coppia Belushi – Aykroyd.
La demenzialità della storia. E, non certo meno importante, per l’universale ammirazione degli americani nei confronti della musica ‘soul’ e dei suoi principali interpreti del momento.
E così oltre ad attori di mestiere vengono inseriti nel cast artisti come James Brown, Cab Calloway, Ray Charles e Aretha Franklin.
E poi ancora gli appena meno famosi Big Walter Horton, Pinetop Perkins e John Lee Hooker. Ed infine come ulteriore richiamo per il pubblico più giovane, artisti quali i Rose Royce, le star della ‘disco music’ di quegli anni.
Un esempio dei dialoghi surreali nel film
Jake e Elwood in fuga sono finiti in un tunnel, di fronte all’ex fidanzata di Jake che, gelida e determinata, li sta affrontando e puntando un fucile contro di loro.
“Jake: Che piacere vederti fiorellino!
Ex – fidanzata di Jake: Sei un luridissimo porco. Io sono rimasta casta e pura per te. Sono rimasta davanti all’altare in trepida e virginale attesa di te. Con 350 invitati tra parenti e amici… […]
E quindi per l’onore mio e della mia famiglia ora devo uccidere te e tuo fratello.
Jake: Ah! Ti prego, non ucciderci! Ti prego, ti prego, non ucciderci! Lo sai che ti amo, baby! Non ti volevo lasciare! Non è stata colpa mia!
Ex – fidanzata di Jake: Che bugiardo schifoso! Credi di riuscire a cavartela così? Dopo avermi tradito?
Jake: Non ti ho tradito. Dico sul serio. Ero… rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C’era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C’è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia!…[…]”
Il mondo intero celebra: 32 anni dopo
Nexo Digital, l’innovativa società di distribuzione cinematografica italiana promuove nel 2012, 32 anni dopo la prima proiezione di The Blues Brothers, un grande evento.
Si tratta del ritorno nelle sale (oltre duecento solo in Italia) del film di John Landis che racconta la particolare missione di cui si fanno carico i due fratelli Blues nero vestiti. Celebrazione mondiale che ne ripropone per due giorni la nuova versione restaurata.
Ho trovato sul sito “www.repubblica.it” un pregevole articolo a firma Claudia Morgoglione datato 13 giugno 2012.
Il titolo: “Belushi, Aykroyd e i nazisti dell’Illinois. Nelle sale il cult che non invecchia mai.”
Nelle parole di Claudia ho trovato una bellissima sintesi del film che considero perfetta e che vi trascrivo letteralmente.
“Tutti conoscono la storia dei fratelli che, dopo una vita di sregolatezze, decidono di andare in “missione per conto di Dio”, per aiutare le suore del loro orfanatrofio. Osteggiati da un’improbabile banda di nazisti dell’Illinois.
Un exploit che si deve a un mix cinematografico abbastanza unico: musica trascinante, balli, comicità demenziale ma intelligente. Battute destinate a restare scolpite nella mente dello spettatore. Travolgenti scene d’azione, girate a oltre 160 all’ora in pieno centro urbano.”
Non voglio aggiungere altro, ma per chi desidera leggere l’articolo intero, e penso ne valga la pena, ecco il link alla relativa pagina di Repubblica.
Un grande esempio di arte cinematografica
Come nel caso di James Dean anche la scomparsa prematura di John Belushi ci ha impedito di apprezzare in molte altre occasioni le capacità interpretative di questi bravissimi attori.
E forse anche per questo ne ricordiamo le splendide interpretazioni che li ha resi famosi senza assistere in seguito allo spegnimento della stella che aveva brillato temporaneamente su di loro.
La storia ci dice l’accoglienza iniziale di The Blues Brothers non fu certamente esaltante. E neppure gli incassi.
Costato 30 milioni di dollari, il film incassa 57 milioni negli States (1980). A cui si aggiungeranno altri 58 milioni all’estero ed ulteriori 32 milioni attraverso l’home video.
Ma soprattutto il tempo ed il crescente successo di pubblico di tutto il mondo ha reso il film il cult movie che ormai tutti riconoscono. Ed il flop iniziale si trasforma in pieno successo planetario.
E, quasi un quarto di secolo dopo (2004) la colonna sonora del film viene dichiarata dalla BBC, dopo un lungo sondaggio, la più bella della storia del cinema.
Merito anche dei meravigliosi interpreti della ‘soul music’ che hanno dato voce e volto a questo piccolo – immenso capolavoro.
Come ultima chicca divertitevi guardando questo video Youtube che ci fa vedere che se anche il film può essere definito ‘intramontabile’ i volti dei suoi interpreti purtroppo ‘tramontano’ col passare degli anni… Sì, tramontano! Eccome!
Per chi desidera approfondire od acquistare
1 – Il DVD di The Blues Brothers – Il film di oggi
2 – The Blues Brothers – Nuovo trailer italiano
3 – Video Youtube – The Blues Brothers – Everybody Needs Somebody
4 – Video Youtube – The Blues Brothers – Le migliori scene – John Lee Hooker e Aretha Franklin
5 – Video Youtube – The Blues Brothers – Ristorante
Rispondi