Anche questa volta siamo di fronte ad un romanzo che si spinge ad immaginare il futuro. Ed un futuro, ancora una volta, distopico per giunta. Con l’innocente titolo The store, James Patterson uno degli scrittori di thriller più venduto nel mondo ci propone il suo ultimo lavoro.
Edito da Longanesi (settembre 2017) The store è un volume di 305 pagine, che si avvale della traduzione di Federica Garlaschelli. L’autore ha costruito questa nuova storia attraverso la collaborazione di Richard Di Lallo, che con Patterson firma il romanzo.
Prima di tutto la trama
“Jacob e Megan Brandeis stanno per perdere tutto. A New York non sembra esserci più un posto per chi, come loro, vive della propria scrittura.
È un mondo che li respinge, costringendoli a una scelta difficile: lasciare ogni cosa e trasferirsi con la famiglia in un villaggio del Nebraska, per intraprendere un nuovo lavoro.
Ma non è un posto qualsiasi, né un lavoro qualsiasi. Jacob e Megan diventano parte integrante dell’immenso organismo di The Store.
The Store non è solo «un» negozio online. È «il» negozio online, dominatore assoluto del mercato…
The Store ha tutto e può consegnare tutto, grazie all’utilizzo di droni. The Store riesce addirittura ad anticipare le esigenze dei consumatori. Li conosce bene, anzi troppo bene.
The Store è un forziere pieno di desiderabili oggetti, e di terribili segreti…
E per tenerli celati The Store è disposto a tutto.”
Quando, quasi per caso, leggo la trama sul sito di Amazon la mia curiosità si scatena. Non è un mistero per coloro che mi leggono, che io sono un utilizzatore dei negozi online. Vivendo fuori città, internet è diventata nel tempo una preziosa risorsa per i miei acquisti.
Scarico l’Ebook di ‘The Store’ e comincio la lettura.
Le prime pagine
L’atmosfera iniziale di The Store è indubbiamente quella di un thriller.
“Non posso smettere di correre, né adesso né mai.
Ho la polizia alle calcagna. O forse no. È questa la cosa assurda. Non ne sono sicuro. Qualcuno potrebbe avermi riconosciuto… La mia foto è dappertutto.
Scommetto che qualcuno ha chiamato la polizia di New York dicendo: «C’è un pazzo furioso che vaga per SoHo, su Prince Street. Sui quarantacinque anni, occhi spiritati. Sarà meglio che lo fermiate, prima che si faccia del male». Dicono sempre così: Prima che si faccia del male. Come se gliene fregasse qualcosa.
Il pazzo furioso sono io. E, se mi vedessi dall’esterno, beh, anch’io chiamerei gli sbirri. I miei capelli biondo scuro sono sporchi e unti. Anche il resto è conciato malissimo: jeans strappati (e non per seguire la moda), maglietta verde militare sudicia e un paio di Nike classiche rosse e bianche ridotte a uno schifo.
Lo sporco è il tema ricorrente. Non che importi, a ogni modo. Tutto ciò che importa in questo momento è la scatola che ho in mano.
Una scatola di cartone chiusa con lo spago. Cosa contiene? Un manoscritto di quattrocentodieci pagine.[…]”
È allora che sento la voce di una donna alle mie spalle: «Dev’essere lui. Quello che cercano. Jacob Brandeis. Chiamo la polizia!»
È una signora uscita dalla vecchia SoHo: collant neri, tatuaggi, gioielli d’argento in stile indiano. È così vecchia che anche i tatuaggi hanno le rughe. Probabilmente vive a SoHo da quando gli olandesi hanno fondato New York.
Non ha paura di me. «Lascia perdere, meglio starne fuori», ribatte il ragazzo dal look altrettanto audace che la accompagna. Mentre attraversano lentamente la strada, la signora commenta: «Però devo ammettere che è davvero un bell’uomo».”
Conosciamo in questo modo Jacob Brandeis, in fuga perché ricercato dalla polizia. E siamo solo al prologo. Finché alcune pagine dopo faremo conoscenza con l’intera famiglia.
La famiglia Brandeis
E la famiglia è quella tipica del ceto medio americano. Jacob e la moglie Megan entrambi scrittori:
“Ci occupavamo di tutto: slogan pubblicitari, cataloghi e, di tanto in tanto, un articolo per il New York o il New York Observer. Come ogni abitante di Manhattan che non aveva fondato un’azienda tecnologica o non gestiva fondi speculativi, ci accontentavamo. Ed eravamo fortunati, perché anche i nostri figli sembravano non avere alcun problema ad accontentarsi.”
E poi, appunto, i due figli: “Lindsay aveva sedici anni e frequentava la Spence. […]Alex, il fratello tredicenne di Lindsay, frequentava la Rodeph Sholom, una scuola ebraica riformista nell’Upper West Side.”
Ed infine ‘The Store’
“The Store. Il colosso delle vendite online stava assumendo un ruolo sempre più preponderante non solo nel mondo dell’editoria, ma in ogni altro settore del mondo dei consumi.
The Store vendeva qualsiasi cosa si potesse desiderare. E poi, stabilendo i prezzi di vendita, in sostanza era lui a dirci cosa comprare.”
Spero che questi pochi brani possano aver attirato la vostra attenzione.
James Patterson smentisce
Inevitabilmente l’accostamento fra The Store e Amazon diventa uno degli argomenti oggetto dei talk show d’oltreoceano.
Intervistato dall’emittente CNBC, a questo proposito, la risposta dello scrittore è categorica:
“Il mio nuovo libro non riguarda Amazon e Jeff Bezos, ma monopoli e megalomaniachi.”
Consiglio ad ogni lettore di astenersi da qualsiasi preconcetto ma di farsi un’opinione personale leggendo il libro. E valutandolo soprattutto come un thriller fuori dai soliti schemi.
Come tale The store non smentisce assolutamente la fama dell’autore acquisita dopo una cospicua produzione di romanzi in una carriera iniziata nel 1993 ed, ad oggi, ininterrotta.
Trecento milioni di copie dei suoi romanzi venduti nel mondo ha fatto di J. Patterson uno degli scrittori più ricchi del pianeta.
Molti dei suoi romanzi sono diventati film per il grande schermo o per la televisione. Fra i primi ‘Nella morsa del ragno’ (2001) e ‘Alex Cross – La memoria del killer’ (2012).
La mia opinione
La vicenda umana di Jacob Brandeis e della sua famiglia appassiona e coinvolge. Lo stile di scrittura essenziale e senza fronzoli rende il romanzo godibile e scorrevole. La tensione è continua e palpabile e soprattutto, non manca il colpo di scena finale. Quando si pensa che il quadro sia completamente delineato, ecco la sorpresa!
Ed è proprio in questo ultimo colpo di scena che un autore di qualità si distingue da quelli mediocri.
Potremmo definirlo un fantasy contemporaneo? Forse…
In ogni caso ritengo The Store è un buon thriller: insolito ed attuale.
Ma Patterson ha fatto anche di meglio! Di seguito qualche segnalazione e poi… buona lettura!
Per chi desidera approfondire od acquistare
1. The Store (il libro di oggi): [amazon_link asins=’8830448974′ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’8cd7cbb6-d528-11e7-a177-b5bfb8debf22′]
2. Private (2010) (il più apprezzato dai lettori italiani): [amazon_link asins=’8850245955′ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’9a580fdf-d528-11e7-a2fc-111e8c4d0ccc’]
3. Quando soffia il vento (1999) (horror o favola?): [amazon_link asins=’B00905CLRQ’ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’ab2e360a-d528-11e7-a912-ffa3f73ab057′]
4. Il giullare (2005) (Patterson alle prese con un thriller medievale): [amazon_link asins=’B0064BV12K’ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’b5ad9767-d528-11e7-ae38-c562490738a6′]
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