Grazie a Tutti in piedi vi propongo la mia prima recensione di una commedia francese. La visione di questo film in sala nasce da una svista. Per la recensione di questa settimana avevo deciso per un altro titolo. Ma, già pronto a godermi ciò che avevo accuratamente scelto fra i film in programma, scopro con disappunto di aver sbagliato orario.
Fra i pochissimi titoli disponibili in quel primo pomeriggio di lunedì ipotizzo di orientarmi su Tutti in piedi. Non conosco né il regista né gli attori. Ricordo vagamente di aver letto una brevissima sinossi sul sito di ‘Film TV’ che riportava le seguenti notizie.
“Jocelyn, un uomo d’affari misogino ed egoista all’apice del successo, si ritrova suo malgrado a dover sedurre una giovane e bella donna facendosi passare per disabile. La situazione gli sfuggirà di mano quando costei gli presenterà sua sorella, realmente disabile.”
Ho osservato con più attenzione le immagini sulla locandina, per convincermi a restare. Ed ho comprato il biglietto.
Che è poi risultato un ottimo acquisto.
Il regista
Invasi, come siamo, dalla produzione cinematografica di lingua inglese le notizie sul mondo di cinema francese non abbondano sulle pagine del web nella nostra lingua. Ma, per fortuna, i francesi fanno del loro meglio per farsi pubblicità.
Ed ecco cosa ho appreso.
Franck Dubosc, regista (o meglio ancora ‘réalisateur’) e principale interprete maschile del film è un personaggio molto noto nel mondo di spettacolo d’oltralpe.
Inizia la sua carriera cinematografica come attore di commedie nel 1985 ed ha al suo attivo ad oggi oltre 30 film per il grande schermo. Ma già dal 1979 la sua carriera di attore aveva preso il via attraverso film per la televisione.
Con Tutti in piedi (Tout le monde debout) (2018) l’attore e sceneggiatore francese si mette alla prova come regista.
Curiosa la motivazione dichiarata dallo stesso Dubosc durante un’intervista sul sito francese ‘www.allocine.fr’.
“Ho sempre ma anche mai desiderato dirigere. Dico sempre perché i miei primi passi nel mondo del cinema, li ho fatti a 14 anni dietro una cinepresa in Super 8. Allora giravo dei brevi soggetti tipici di quell’età.
Ma ripeto, anche mai, perché ho subito capito che per essere un regista, dovevo impegnarmi a diventare molto bravo. Cosa che non desideravo affatto.
Nel mio ruolo di attore ho incontrato spesso persone che mi dicevano, ‘tu scrivi i tuoi spettacoli, li metti in scena, scrivi sceneggiature di alcuni film, allora dedicati anche alla regia!’
Ho sempre risposto che quella del regista era una professione completa e a parte. E che mi sarei avvicinato alla regia solo se avessi avuto un soggetto che mi convincesse a farlo.
Oggi, dopo aver fatto il primo passo, non mi considero ancora un regista ma semplicemente ‘quello di Tutti in piedi’. Bisogna essere umili.
Detto questo, niente di ciò che avevo fatto prima mi aveva così eccitato, entusiasmato, appagato.”
L’ispirazione.
Dubosc, 55 anni, la racconta così.
“Un giorno, mia madre, avendo problemi di mobilità anche causa dell’età si è ritrovata su una sedia a rotelle. La sedia, simbolo di handicap, era diventata per me una soluzione perché lei, finalmente, avrebbe potuto nuovamente muoversi, uscire.
Invece lei ha obiettato: ‘In questo modo non potrò andare al Mercatino di Natale perché là ci sono dei gradini.’ Tutto è saltato!
Ciò che mi era sembrata un’opportunità si era trasformata in un ostacolo.
E da quel momento ho cominciato a pensare a coloro che, con analoghi handicap, si confrontano ogni giorno con queste limitazioni.
Peraltro, ho sempre desiderato raccontare una storia d’amore basata su differenze, non culturali o sociali, ma fisiche. C’è una domanda che mi sono fatto spesso, e chi mi tormenta:
“E se mi innamorassi di una persona con handicap?”
Certamente mi si aprirebbe una visione di futuro piuttosto complicata. Potrebbe l’amore prevalere sul buonsenso? Io penso di sì ed è questa la ragione per la quale ho deciso di farne un film.”
Il film
Prodotto e distribuito dalla Gaumont Production, Tutti in piedi è un film di 107 minuti classificato come commedia romantica. Sceneggiato e diretto da Franck Dubosc che ne interpreta anche il personaggio principale, l’egoista e misogino Jocelyn, uomo d’affari di grande successo.
Coprotagonista femminile Alexandra Lamy nel ruolo di Florence. E ancora al centro della storia altre donne: Caroline Anglade l’avvenente Julie, sorella di Florence e Elsa Zylberstein nel ruolo di Marie, la segretaria del manager rubacuori.
E da non dimenticare la partecipazione, anche se breve e verso la fine del film, del grande attore Claude Brasseur che interpreta l’anziano padre del protagonista.
Girato a Parigi, in Île-de-France e a Praga, in pochi mesi (15 maggio – 1 luglio 2017). Uscito in Francia il 14 marzo 2018 secondo il sito web già citato ‘allocine’ ha riscosso un grande successo fra il pubblico francese (4471 valutazioni positive su un totale di 5313 con una media pari a 4,2 punti su un massimo di 5).
In Francia nel periodo 14 marzo e fino al 17 aprile è stato visto da circa 2, 2 milioni di spettatori.
In Italia è uscito in sala il 27 settembre 2018.
I due innamorati sulla sedia a rotelle
Franck Dubosc è un autentico mattatore della commedia francese contemporanea a giudicare dal suo curriculum. Alexandra Lamy ha una storia un po’ diversa. Anche lei francese e nata nel 1971 inizia la sua carriera di attrice nel 1999 attraverso la serie televisiva di grande successo Un gars, une fille (Un ragazzo e una ragazza). Cinque stagioni con 485 episodi da 5 a 8 minuti ciascuno per la durata di 4 anni (1999 – 2003).
In seguito attrice di teatro e poi il grande cinema in ruoli da commedia romantica.
Ed infine con la regia di François Ozon come protagonista femminile nel film Ricky (2009) (Ricky – Una storia d’amore e libertà) in nomination per l’Orso d’oro nel 59° Festival del Cinema di Berlino. E si alternano così ruoli da commedia drammatica e sentimentale fino ad oggi con circa 30 film al proprio attivo.
Ma nessuno dei due protagonisti aveva mai dovuto interpretare la disabilità su sedia a rotelle.
Tutti in piedi ha imposto ad entrambi di affrontare una nuova sfida per interpretare in modo credibile un ruolo così inconsueto.
Ecco la loro testimonianza al riguardo.
Raccontano Franck e Alexandra
Cominciamo con Alexandra – Florence (da www. Allocine.fr) che nel suo ruolo gioca anche a tennis.
“In uno primo tempo mi sono allenata a restare sulla sedia a casa mia, dove niente è adatto a tutto ciò. Ho tentato di spostarmi, e a rendere queste manovre quasi istintive. Successivamente ho preso lezioni nella Francia meridionale con un insegnante di tennis per disabili. Due ore al giorno per un intero mese.
Un’ex campionessa che abita da quelle parti mi ha gentilmente prestato la sua sedia a rotelle e fornito alcuni consigli. Poi ho continuato l’allenamento con Emmanuelle Morch, tennista disabile francese, che ha preso parte ai giochi olimpici di Rio.
Oltre a ciò che mi ha insegnato , è stato un incontro meraviglioso, e sono stata ispirata da lei, dalla sua vitalità, dal suo sorriso solare.”
E Florence appare inoltre come violinista, disabile, ad un concerto internazionale di musica classica. E pure questa è un’interpretazione piena di difficoltà.
“Sono riuscita ad assimilare all’incirca ciò che riguardava la posizione della mano destra. Per esempio a posizionare l’arco nel punto giusto, centrarlo bene. Per la mano sinistra, mi sono resa conto ben presto che era impossibile, irrealizzabile. Ci sarebbe voluto troppo tempo. Quindi, devo confessarlo, abbiamo deciso per una controfigura.”
Franck nel doppio ruolo di regista ed attore
Per la prima volta mi sono reso conto delle difficoltà del doppio ruolo. Regista- attore devi fidarti solo di te stesso, essere in grado di auto-giudicarti.
Ciò comporta la visione di ogni singola scena registrata. Non lo faccio mai quando interpreto, lo rifiuto.
All’inizio delle riprese, ho trascurato questa verifica su me stesso rispetto agli altri interpreti. Nessun nuovo ciak su di me per non perdere tempo.
Per uno come me, eternamente insoddisfatto è stato molto difficile e quasi schizofrenico. E poi mi sono rilassato. Contavo su collaboratori eccezionali.”
Concludendo
Scelto quasi per caso, il film Tutti in piedi si è rivelata una commedia veramente superiore alla media.
Arguta, moderna, intrigante e magnificamente interpretata. Un linguaggio moderno ma senza cadute di stile o battute grossolane. Centrati i personaggi e le ambientazioni.
Storia complessa e difficile per la presenza della ingombrante disabilità reale di Florence e le menzogne seriali di Jocelyn, aspirante sciupafemmine. E poi vittima di un innamoramento tanto autentico quanto imprevedibile e non voluto.
Al termine del film uno sconosciuto spettatore mi ha confessato: “Non pensavo di divertirmi così tanto. Per me merita un bel voto: almeno un otto e mezzo!”
Gli ho detto che ero completamente d’accordo!
Per chi desidera approfondire od acquistare
- Il trailer di Tutti in piedi il film di oggi:
- Il DVD di Tout le mode debout (per ora solo in francese):[amazon_link asins=’B07BF68162′ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’f7179bf0-cade-11e8-8c7c-fded4e71d2de’]
- Il DVD di Ricky – Una storia d’amore e libertà con Alexandra Lamy protagonista (2009): [amazon_link asins=’B0041KX9BW’ template=’ProductGrid’ store=’tomme88-21′ marketplace=’IT’ link_id=’65e03894-cafd-11e8-a7bc-7d3e31f5be7a’]
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