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Recensione libri

Terra Alta – di Javier Cercas

2 Dicembre 2020 di Paolo Canuto Lascia un commento

Terra Alta

 

Terra Alta dello spagnolo Javier Cercas. Un ottimo thriller come oggetto della mia nuova recensione.

Che cos’è Terra Alta? Quale il tema del romanzo?

“Un crimine spaventoso sconvolge una quieta cittadina nel Sud della Catalogna: i proprietari dell’azienda più impor­tante della zona, le Gráficas Adell, vengo­no trovati morti, con segni evidenti di feroci torture. Il caso è asse­gnato a Melchor Marín, giovane poliziotto e appassionato lettore, alle spalle un passato oscuro e un atto di eroismo quasi involontario, che lo ha fatto diventare la leggenda del corpo e lo ha costretto a lasciare Barcellona.

Stabilitosi in questa piccola regione dal nome evocativo di Terra Alta, crede di aver seppellito l’odio e la voglia di riscatto sotto una vita felice, grazie all’amore di Olga, la bibliotecaria del paese, dalla quale ha avuto una figlia, Cosette. Lo stesso nome della figlia di Jean Valjean, il protagonista dei Miserabili, il suo romanzo prefe­rito. L’indagine si dipana a ritmo serrato, coinvolgendo temi come il conflitto tra giusti­zia formale e giustizia sostanziale, tra rispetto della legge e legittimi­tà della vendetta.”

Terra Alta

Javier, l’autore, scrive romanzi dal 1987. Terra Alta è il suo decimo titolo. L’argomento ce lo ha appena tratteggiato la sinossi. E per questo lavoro lo scrittore ha ricevuto il prestigioso Premio Planeta 2019. [Leggi di più…] infoTerra Alta – di Javier Cercas

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La sposa normanna – di Carla Maria Russo

18 Novembre 2020 di Paolo Canuto Lascia un commento

La sposa normanna

 

La sposa normanna della scrittrice Carla Maria Russo è il tema della mia nuova recensione.

Dopo alcuni mesi di recensioni di generi letterari molto diversi fra loro, ecco l’occasione per un romanzo storico. In verità si tratta di un romanzo di storia italiana medievale che tratteggia la vita di un personaggio storico un po’ meno noto al lettori del nostro tempo.

Partiamo dunque dalla sinossi del romanzo.

“1185. L’incantevole Palermo, crogiuolo di tante culture, splendente dei suoi palazzi, dei suoi preziosi mosaici, è pronta ad accogliere la sua nuova regina.

Costretta a rinnegare i voti, Costanza d’Altavilla, l’ultima erede della dinastia normanna che guida il Regno di Sicilia, viene data in sposa a Enrico di Svevia, figlio dell’imperatore Federico e più giovane di lei di circa undici anni. Un matrimonio dettato dalla ragion di Stato che dovrà essere coronato dal concepimento di un erede al trono.

Ma mentre il figlio tanto sospirato tarda ad arrivare, la fragile e bella Costanza deve lottare contro nemici potentissimi, primo fra tutti Gualtieri di Palearia, ministro dell’imperatore, che soffia sul fuoco della gelosia di Enrico per distruggere la donna e conservare la sua enorme influenza.

Quando finalmente il piccolo Federico vedrà la luce, la madre dovrà far di tutto per proteggerlo dalle innumerevoli insidie che lo minacciano. Fino a quando, divenuto ragazzino, non sarà in grado egli stesso di sbarazzarsi dei suoi implacabili nemici, rivelando quelle doti che faranno di lui un grande imperatore.” [Leggi di più…] infoLa sposa normanna – di Carla Maria Russo

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Il monastero – di Luis Zueco

12 Febbraio 2020 di Paolo Canuto Lascia un commento

Il monastero

 

La recensione del romanzo Il monastero dello scrittore spagnolo Luis Zueco rappresenta la mia odierna proposta di lettura per gli amanti dei thriller storici. Sulla copertina del volume il quotidiano di Barcellona ‘La Vanguardia’ lo pubblicizza con questo sottotitolo: ‘Un degno erede de I pilastri della Terra e La cattedrale del mare.’

Dopo averlo letto penso che l’ambientazione ci riporti soprattutto a quel capolavoro rappresentato da Il nome della rosa. Ma solo il tempo ed i lettori saranno i giudici in grado di edificare il podio riservato ai titoli citati e decretarne la classifica del valore. Posso solo dire che Il monastero di Luis Zueco (El monasterio) appartiene, in modo più che dignitoso ai possibili, concorrenti di questa gara di eccellenze letterarie.

Fino a poco tempo fa il podio virtuale comprendeva insieme all’italianissimo Umberto Eco e al britannico Ken Follett anche lo spagnolo (catalano) Ildefonso Falcones. In questo momento è ancora uno spagnolo (aragonese questa volta) Luis Zueco a farci riscoprire lo scorcio di un mondo medievale che non cessa di affascinarci con i suoi misteri.

Riuscirà questo 40enne narratore a spodestare qualcuno degli autori precedentemente detentori del medagliere?

Vediamo la storia

“Spagna, XIV secolo.

Il monastero cistercense di Santa María de Veruela è stato costruito in modo da ricordare una Città Celeste: un riflesso del Regno dei Cieli.

Tuttavia i monaci che lo abitano sono spesso vittime delle umane passioni: ambizione, desiderio, vendetta. [Leggi di più…] infoIl monastero – di Luis Zueco

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Livia Lone – di Barry Eisler

18 Settembre 2019 di Paolo Canuto Lascia un commento

 

Livia Lone

 

Barry Eisler con il suo romanzo Livia Lone mi offre oggi l’opportunità di una nuova interessante recensione.

“Livia Lone, giovane detective della polizia di Seattle specializzata in indagini su crimini sessuali e abusi sui minori, porta a termine ogni incarico col massimo impegno, cercando di assicurare alla giustizia i mostri a cui dà la caccia. E quando la giustizia fallisce, Livia non esita a vendicare personalmente le vittime.

Ma Livia non è sempre stata Livia. Il suo vero nome è Labee, ed è nata sulle montagne thailandesi. Venduta da bambina insieme alla sorella minore Nason, approda in America dentro un container ed è più volte vittima di abusi. Ma dall’istante in cui perde le tracce della sorellina, l’unica cosa che le permette di rimanere in vita è la determinazione a ritrovarla.

Quando una nuova pista riaccende le sue speranze, a Livia non basta più essere un agente, e nemmeno una giustiziera. Dovrà rivivere gli orrori del passato per arrivare a scoprire una cospirazione di inimmaginabile crudeltà, fatta di trafficanti internazionali, bande criminali, suprematisti bianchi e legami con il potere politico.”

Senza altri preamboli mi è sembrato opportuno partire subito dalla sinossi per presentarvi il contenuto del volume.

Il nuovo schiavismo

Impostato come un romanzo che oscilla tra thriller e la spy story, Livia Lone affronta, senza mezzi termini, uno dei più ripugnanti fenomeni sociali del nostro tempo.

Definire il sottofondo di ciò che il romanzo ci racconta come “Traffico di esseri umani” o anche “Contrabbando di essi umani” rischia di dare una visione distorta e riduttiva del fenomeno.

In una lunga intervista che Barry Eisler ha rilasciato al romanziere Eliot Peper e riportata sul blog del Peper sul web, l’autore di Livia Lone spiega bene il concetto.

Ne riporto la traduzione integrale del testo in inglese.

“Molte persone pensano che il traffico di esseri umani significhi ‘contrabbando di persone’.

Non è così. In generale, il contrabbando è un crimine contro le frontiere, non contro le persone, perché le persone per essere contrabbandate dovrebbero aver acconsentito al trasferimento.

Il traffico di esseri umani significa semplicemente schiavitù e se fossi stato incaricato di scegliere la nomenclatura legale, avrei usato questo termine più semplice e meglio compreso.

Ma penso che i redattori del 2000 Federal Trafficking Victims Protection Act fossero preoccupati del fatto che nella comprensione popolare, del mio paese, il fenomeno della schiavitù si considera concluso con la fine della guerra civile americana.

No. Le stime del numero di persone ridotte in schiavitù in tutto il mondo arrivano fino a 20 milioni e il fenomeno esiste ovunque, incluso, inutile dirlo, negli Stati Uniti.”

Chi lo desidera può inoltre avere ulteriori delucidazioni sul fenomeno consultando la pagine Wikipedia del ‘Polaris Project’.

Voglio solo accennare qui che Polaris è un’organizzazione non governativa (USA) senza scopo di lucro che lavora per combattere e prevenire la schiavitù moderna e la tratta di esseri umani.

Negli ultimi 10 anni, Polaris ha gestito la Hotline nazionale del traffico di esseri umani, lavorando a circa 40.000 casi di tratta.

Livia Lone, il libro, la serie

Pubblicato da Amazon Crossing nel giugno 2017, Livia Lone è un volume di 366 pagine tradotto dall’inglese da Cristina Volpi.

Suddiviso in 66 capitoli alterna continuamente fra due orizzonti temporali che riguardano la protagonista identificati con il numero del capitolo e una di queste due indicazioni temporali: ‘Ora’ o ‘Allora’.

Il primo indicativo riguarda la detective di oggi ed il secondo la bambina thailandese vittima della tratta di esseri umani.

Il successo di Livia Lone ha indotto Barry Eisler ad offrire, in seguito, ai lettori la prosecuzione della storia attraverso una serie dedicata alla sua eroina. Ad oggi la serie conta già quattro titoli: Livia Lone (2016), The Night Trade (2018), The Killer Colective (Febbraio 2019) e All The Devils (Agosto 2019).

Ad eccezione di Livia Lone, gli altri tre titoli sono al momento solo nella versione inglese.

Ma l’autore conta nella sua produzione letteraria altri 19 titoli a partire dal 2002, anno in cui pubblica il suo primo thriller dedicata al suo personaggio fondamentale (14 romanzi). Un mezzo sangue americano-giapponese antieroe per eccellenza, John Rain, che da ex militare si trasforma in assassino freelance.

Questo primo romanzo intitolato Rain Fall è stato nuovamente ripubblicato col titolo A Clean Kill in Tokyo. Esiste la traduzione italiana conosciuto come ‘Pioggia nera su Tokio’.

Livia Lone – Capitolo: 1 Ora

“Billy Barnett squadrava la tizia asiatica che gli sedeva accanto. Era snella e minuta, aveva due poppe piccole ma niente male, messe in risalto da una maglia aderente a maniche lunghe, di quelle per fare yoga. Quando le si era avvicinato, al bancone del Ray’s Bar, le aveva domandato se fosse appena uscita da un allenamento serale, sfiorandole la testa con la sua per farsi sentire nonostante la musica del jukebox. Lei aveva risposto di sì, e che quindi ora si meritava qualcosa da bere.

A quel punto le aveva chiesto ridendo se poteva offrire lui, e lei aveva detto certo, del vino bianco non sarebbe stato male. La cosa l’aveva sorpreso, perché con quei capelli tinti biondo platino, il pesante trucco viola dietro i grandi occhiali di tartaruga e quello sguardo così indisciplinato, avrebbe pensato fosse più una tipa da tequila o magari, volendo esagerare, da vodka martini con un ricciolo di scorza di limone. E vabbè.

Le aveva chiesto poi come si chiamasse – per quanto non avesse alcuna importanza – e il suo nome era Sue. Poi aveva ordinato il vino che voleva e un Bulleit per sé, e avevano cazzeggiato sul fatto che lei si fosse appena trasferita a Marysville perché ci viveva l’ex marito, con cui aveva la tutela congiunta del figlio, e che adesso doveva cominciare a cercarsi un lavoro, ma era convinta di non trovare nulla di paragonabile al posto che aveva lasciato a Los Angeles, dove era assistente personale di un produttore cinematografico di cui Billy non aveva mai sentito parlare. Ma che cazzo, non gliene fregava niente di quella storia. L’importante era che fosse venuta al Ray’s tutta truccata anche dopo la palestra, con i vestiti di ricambio nello zaino, mettendo in mostra quel bel corpicino […]”

Capitolo: 3 Allora

“Era il periodo in cui la raccolta del riso volgeva al termine, quando gli uomini arrivarono al villaggio a prendere Livia e sua sorella Nason. Livia aveva tredici anni. Nason undici. I loro genitori le avevano vendute.

Era mattina, l’ora in cui in genere le bambine davano da mangiare alle galline, solo che quell’anno al villaggio non c’erano più galline, nemmeno maiali in realtà, e nemmeno cani. Gli ultimi tre raccolti erano stati scarsi e tutti stavano morendo di fame. Livia catturava vermi, rane, ragni e persino scorpioni, ma non bastavano mai, e la pancia vuota le brontolava di continuo: a volte era solo un fastidio, ma più spesso era un dolore cattivo e pulsante.

Il padre aveva detto loro di andare fuori a giocare, come faceva quando era irascibile, così erano uscite sullo sterrato davanti alla capanna con il tetto di paglia. Fingevano di essere degli animali: pesci che nuotavano nel fiume, uccelli che volavano nel cielo, tigri che camminavano furtive nella giungla. Era uno dei loro giochi preferiti, e in effetti le imitazioni di Nason del cinguettio degli uccelli erano così perfette che Livia le aveva dato il soprannome di “uccellino”. Quando capitava che Nason riuscisse a farsi rispondere da uccelli veri, ridevano come matte e il gioco le distraeva dal pensiero del cibo che non avevano.

Erano di origine lahu, una delle tribù di montagna che vivevano nelle foreste tra le alture della Thailandia, lungo i confini con la Birmania e il Laos. Ma i confini, come il mondo esterno in generale, per Livia erano una cosa in gran parte astratta. Al villaggio c’era una sola radio, che passava praticamente sempre musica. L’unico televisore era un modello piccolo e vecchio che, quando il clima era favorevole, trasmetteva immagini nebbiose provenienti da una stazione birmana da qualche parte a nord. […]”

Nasce il personaggio

La genesi del personaggio Livia Lone è piuttosto curiosa. Racconta l’autore che, nel corso di un viaggio verso Los Angeles in compagnia della moglie Laura, lo scrittore stava lamentando le pressioni di cui era oggetto da parte degli editori televisivi di un suo altro romanzo.

Stava dicendo: “Fra un po’mi chiederanno di trasformare Ben Trevan in una ragazza!”

E poi dopo un pausa di riflessione aggiunse: “Il che, in realtà, potrebbe essere un po ‘figo. Voglio dire, non roba esagerata come Nikita. Ma una donna che è una delle migliori assassine … da dove verrebbe? Che tipo di esperienze formative avrebbe avuto? È insolito che una donna sia un killer, o meglio, una killer … aveva una specie di passato traumatico? Il governo l’ha scoperta e addestrata?”

Confessa infine Barry Eisler:

“A quel punto, Laura disse: “Non è un’assassina. È una poliziotta “.

Boom!

L’idea è stata subito giusta, e per il resto del viaggio, abbiamo fatto un brainstorming su: da dove proveniva questa donna, come è diventata una poliziotta, perché stava uccidendo le persone… tutto quel genere di cose.

Quando siamo arrivati ​​a Los Angeles, ero così entusiasta del personaggio che ho fatto qualcosa che non avevo mai fatto prima di allora. Ho messo da parte il manoscritto sul quale stavo già lavorando: una storia su John Rain, e immediatamente mi sono messo all’opera scrivendo Livia Lone.”

La tragedia ha inizio

Cap. 3 “[…] Gli uomini caricarono lei e Nason sul furgone. L’interno era pieno di bambini: erano in otto, comprese Livia e Nason, alcuni piangevano e balbettavano qualcosa nelle varie lingue delle tribù, altri erano muti e tremanti, con le braccia attorno alle ginocchia.

L’aria era umida e fetida per la puzza di sudore, urina e feci. All’interno c’era anche un quarto uomo, che prese Nason e Livia e chiuse la porta scorrevole dietro di loro. Gli altri due salirono davanti, uno al posto di guida e uno in mezzo. Livia si fece strada fino al finestrino dalla parte opposta, ne ripulì una parte dall’umidità e dalla sporcizia e vide l’uomo-teschio dare alla madre la fotografia e poi contare un mazzetto di baht sulla mano di suo padre. Lei scosse la testa, scioccata e incredula.

L’uomo-teschio salì sul furgone e partirono. Dal finestrino Livia guardò la madre entrare in casa sempre singhiozzante. Il padre era rimasto fermo con lo sguardo dritto davanti a sé, non verso il furgone, una mano chiusa attorno ai baht, l’altra che sfregava la coscia come per cercare di pulirsi il palmo da qualcosa. Il furgone fece una curva e oltrepassò il tempio in legno su palafitte, presente in tutti i villaggi per tenere lontani gli spiriti maligni… e d’un tratto la capanna, i suoi genitori, il villaggio… era tutto scomparso. Sentì Nason dietro di lei gridare: «Labee! Labee!». Livia scansò numerosi altri bambini in lacrime e abbracciò la sorella.

«Va tutto bene» disse, mentre lottava contro le lacrime e il panico. «Va tutto bene, Nason. Sono qui. Io sono qui. Sono qui.» Il furgone si fermò in altri due villaggi e raccolse altri cinque bambini. Poi viaggiarono nella foresta per molto tempo, e piano piano scesero dal monte. […]”

Barry Eisler ed il suo romanzo

Nasce nel New Jersey (USA) nel 1964. Laureato in legge nel 1989 collabora con la CIA fino al 1992. Cintura nera di judo e poi scrittore a tempo pieno.

Il suo terzo romanzo della Serie di John Rain Rain Storm (2004) vince il Premio Barry per il miglior thriller. Il romanzo è fra quelli tradotti nella nostra lingua edito da Garzanti col titolo ‘Rain Storm – Pagato per uccidere’ traduzione Gianni Pannofino.

Ma tornando a Livia Lone sento il desiderio di esprimere alcune valutazioni più ampie rispetto alle mie solite recensioni.

Livia Lone non è solamente un romanzo ben scritto ed avvincente nei contenuti. Come pochi altri la vicenda mi ha tenuto incollato alle pagine del libro. In particolare ai moltissimi capitoli qualificati come ‘Allora’.

Un libro duro, impietoso, ma inesorabilmente vero. Ne sono la prova la consistente rassegna di fonti  a cui l’autore dedica la parte finale del libro. Fonti in parte dedicate alla documentazione o denuncia di quanto il drammatico e devastante traffico di essere umani, e di minori in particolare, sia un fenomeno dolosamente sottaciuto dalle autorità.

Ed è per questo motivo che mi sento di consigliare la lettura di Livia Lone non come un romanzo di fiction, ma come una finestra che apre uno spiraglio di conoscenza su un mondo reale che molti di noi non vorrebbero neppure immaginare. Spero che sarete davvero in molti a volerlo fare.

Grazie!

Per chi desidera approfondire od acquistare

  1. Livia Lone (2017) – Il libro di oggi

 

  1. Rain Storm – Pagato per uccidere (2016) – Premio Barry 2005 come miglior thriller

 

  1. Pioggia nera su Tokio – Il primo romanzo de Barry Eisler

 

  1. Human Trafficking: Behind Barry Eisler’s Livia Lone – Un illuminante video Youtube (in iglese)

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Il Leone di Roma – di Adele Vieri Castellano

11 Settembre 2019 di Paolo Canuto 2 commenti

Il Leone di Roma

 

Il Leone di Roma di Adele Vieri Castellano. Un titolo importante per un libro di fiction sulla antica Roma che assume valore grazie all’abilità narrativa della scrittrice. La mia decisione di recensire questo romanzo è stata in forse per diversi mesi. Devo confessare che il romanzo, che ho letto ormai da molto tempo, mi è piaciuto fin dalle prime pagine. Ma la reticenza a farne un titolo da proporre alla vostra attenzione era dovuta ad una mia colpevole sottovalutazione dei contenuti.

Un bel romanzo relativo alla Roma antica doveva avere, nella mia logica, necessariamente dei riferimenti storici su fatti noti al pubblico. Il Leone di Roma invece rientra nel gruppo della narrativa dove la cornice storica é solo un espediente per rendere più avvincente il racconto di fantasia.

Ma essendomi la lettura risultata estremamente piacevole, ho deciso che il lavoro della Castellano poteva meritare la vostra attenzione. Ed allora, eccomi qua!

Il racconto

“Roma, 50 d.C. Massimo Valerio Messalla è nobile di nascita, colto per educazione e guerriero per scelta, ma la sua libertà sta per finire: il padre gli impone di sposarsi, per garantire una discendenza alla stirpe dei Valeri.

Ottavia Lenate è una giovane inquieta e curiosa, appassionata di scienza e astronomia, che desidera la conoscenza, non un marito, specie non uno ruvido e affascinante come Messalla, l’uomo a cui scopre di essere destinata.

Massimo e Ottavia si trovano così forzati in un’unione decisa da altri, finché il Fato non li porterà ad Alessandria d’Egitto. In quella terra arida, sterile come l’anima di Messalla e ricca di tesori nascosti come lo spirito di Ottavia, una terribile minaccia in arrivo dal passato metterà a rischio tutto ciò che Massimo, il leone di Roma, ama e vuole proteggere…”

Come vedete dalla sinossi riportata nella presentazione del libro, se non ci fosse l’indicazione relativa alla data ed il riferimento a Roma, il lettore potrebbe pensare di trovarsi di fronte ad un dei tanti romanzi rosa che abbondano nella produzione letteraria del nostro tempo. [Leggi di più…] infoIl Leone di Roma – di Adele Vieri Castellano

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Nomadi – di Gary Jennings

8 Maggio 2019 di Paolo Canuto 2 commenti

Nomadi

 

Ci sono voluti oltre trent’anni prima che la mia curiosità di lettore di romanzi mi portasse in contatto con Nomadi (1987). E’ questo il titolo del monumentale terzo romanzo storico, di oltre 1200 pagine, scaturito dalla penna di Gary Jennings.

Il singolare scrittore statunitense, scomparso nel 1999, entra a far parte dei miei autori preferiti verso il 1984/85 attraverso il suo primo romanzo L’Atzeco (1980).

Il fascino dell’argomento – la storia dell’impero Atzeco prima e durante l’arrivo degli spagnoli, attrae la mia attenzione in una libreria di Varese. Lo sfoglio e poi, incuriosito, decido di superare le mie perplessità iniziali dovute alla eccezionale dimensione del volume (1024 pagine) e lo compro.

Il racconto è interessante. Il libro scorre bene e, in pochi giorni, lo divoro con grande interesse restandone affascinato. Poi negli anni, scopro Il viaggiatore (1984) – la sconcertante riscrittura de ‘Il milione’ di Marco Polo.

E poi ancora Il predatore, ed i diversi sequel de L’Azteco, in gran parte postumi. Diversamente dalle mie abitudini, negli anni ritorno sui primi due libri, e finisco di leggerli e rileggerli più volte senza che il piacere della scoperta venga in qualche modo limitato. Anzi!

Gary Jennings è uno scrittore che viene definito ‘storico’, anche se tale collocazione può risultare un po’ azzardata. I suoi romanzi sono, a mio avviso, romanzi di fantasy inseriti in una cornice storica autentica. Nella quale però gli eventi descritti ed i personaggi con le loro storie appartengono alla straordinaria visione fantastica dello scrittore.

Nomadi o ‘Spangle’

‘Spangle’ è il titolo originale inglese del suo terzo romanzo pubblicato negli USA nel 1987. Nel linguaggio anglosassone ‘spangle’ sta per ‘lustrino’ o ‘paglietta’ e riconduce al tema vero del romanzo, cioè al Circo ed ai suoi protagonisti. [Leggi di più…] infoNomadi – di Gary Jennings

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Mi chiamo Paolo Canuto e sono una di quelle persone che amano dire di appartenere alla terza età. Non so se sia un pregio od un difetto. Posso solo dirvi che il titolare di questo sito apprezza … Continua a leggere infoLE RECENSIONI DI PAOLO – mi presento

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